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Come addormentare un neonato: i consigli della Tata del sonno

di Stefano Padoan - 11.07.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Quanto dovrebbe dormire un bambino? I consigli di Elena Biondi, conosciuta come "La Tata del sonno" sui social, su come addormentare un neonato nei primi mesi di vita

Come addormentare un neonato: i consigli della Tata del sonno

Come far dormire un neonato? Ci sono dei rituali del sonno? Per i genitori alle prese con le prime notti in bianco, sono davvero domande da un milione di dollari. C'è però chi può venir loro in aiuto: Elena Biondi, tata neonatale da oltre 15 anni esperta di sonno infantile e oggi influencer nota come la Tata del sonno, nel libro "I consigli della Tata del sonno" (Fabbri Ed., 2022) ci spiega come riscoprire il piacere di dormire per grandi e piccini.

In questo articolo

Importanza del sonno per i neonati

Dormire favorisce la memoria e le funzioni cognitive e motorie, rigenera i tessuti, rafforza il sistema immunitario: «Se questo vale per gli adulti - esordisce l'esperta - è ancora più importante per i neonati che con il sonno supportano il loro sviluppo e consolidano le molte informazioni e capacità che apprendono ogni giorno. È infatti durante la notte che viene secreto il famoso ormone della crescita e che si formano le interconnessioni neurali. Genitori non allarmatevi però: non sarà qualche notte insonne a minare questi processi!».

Ecco perché il fabbisogno di sonno giornaliero dei neonati è così alto, e tenderà poi a ridursi progressivamente nel corso dei mesi.

  • 0 - 6 settimane. Dalle 12 alle 19 ore al giorno, ma la quantità di sonno ideale è tra le 14 e le 17 ore. Riescono a dormire anche 3 o 4 ore di seguito.

  • 6 - 12 settimane. Dalle 11 alle 18 ore al giorno, ma la quantità di sonno ideale è tra le 13 e le 16 ore. Riescono a dormire anche 4 o 5 ore di seguito.

  • 12 settimane - 11 mesi. Tra le 10 e le 17 ore al giorno, ma la quantità di sonno ideale è tra le 12 e le 15 ore al giorno. Riescono a dormire per più ore di seguito.

Nei primi mesi, invece, le finestre di veglia in genere sono:

  • 0 - 6 settimane. Riescono a restare svegli circa un'ora, un'ora e mezza di seguito, con molti micro-pisolini nel mezzo.

  • 6 settimane - 3 mesi. Riescono a restare svegli circa un'ora o due di seguito, con quattro o cinque pisolini più lunghi durante la giornata.

  • 3 - 5 mesi. riescono a restare svegli circa tre ore di seguito, intervallate da una media di tre o quattro pisolini.

Ritmo circadiano: cos’è

Quelli riportati sopra sono solo valori medi, perché - i genitori lo sanno bene - ogni bambino ha le sue regole e il loro sonno nei primi mesi è sempre irregolare, talvolta concentrandosi più di giorno che di notte. «Ciò è perfettamente normale e si spiega con il fatto che i cicli del sonno dei bambini non sono ancora regolati dal cosiddetto "ritmo circadiano". Si tratta del meccanismo attraverso il quale l'organismo si adatta all'alternanza tra notte e dì e determina il momento giusto per svolgere tutte le nostre attività fisiologiche, da dormire a mangiare o fare attività fisica. Questo orologio interno però si forma attorno al quarto mese di vita».

Melatonina e bambini

All'assenza del ritmo circadiano si aggiunge il fatto che fino alla dodicesima settimana i neonati non producono ancora melatonina, ma la assorbono dal latte materno attraverso il triptofano. «Questo fa sì che il loro ciclo sonno-veglia sia regolato dai pasti più che dalla luce, portandoli a seguire cicli di sonno molto brevi (di 30-40 minuti) in cui il sonno REM si alterna a un sonno più leggero; proprio il passaggio da REM a leggero causa i naturali risvegli che tanto caratterizzano le notti delle famiglie nei primi mesi dopo il parto. Pur senza rendercene conto, anche noi adulti ci svegliamo dalle tre alle cinque volte a notte: la differenza è che non ce ne ricordiamo, perché siamo abituati». Poi il sonno del bambino si assesterà pian piano su un andamento più prevedibile.

Come addormentare un neonato: i consigli per il primo mese

  1. Riducete le aspettative. Non esistono bambini buoni che dormono e bambini cattivi che non dormono.

    Il sonno è un'abitudine che si deve insegnare passo a passo, a cui il bambino deve adattarsi gradualmente. «Per cui niente ansia o pensieri negativi sulla vostra capacità genitoriale: se non dormono non è colpa vostra! Anzi, nelle prime settimane è il nostro dormire che deve adattarsi al loro, ma con furbizia: trovate del tempo per voi e per fare una doccia».

  2. Meno tabelle, più osservazione. Nei primi mesi la bella sfida dei genitori è quella di conoscere la creatura appena arrivata nel mondo: «Ogni piccolo ha il proprio carattere e non esiste la routine perfetta per tutti: ecco perché consiglio di tenere un diario del sonno, appuntandosi quando e dove si addormenta, in che condizioni ambientali lo fa, per quanto tempo. Così, nel momento in cui emergerà un qualunque schema, si potrà incoraggiarlo. Al di là di ogni tabella, siate flessibili: prestate attenzione alla quantità di sonno più che alla sua distribuzione oraria e al benessere del bambino, o viceversa a eventuali segnali di disregolazione tra cui ci possono essere anche coliche o reflussi legati all'alimentazione».

  3. Swaddle e Cosleeping. Dopo nove mesi al sicuro nella pancia della mamma (un ambiente caldo, tranquillo e buio) ogni neonato è disorientato dal mondo di fuori. «Ecco perché per calmarli consiglio lo swaddle, una fasciatura che si usa per avvolgere i neonati in modo da limitarne i movimenti, suscitando una sensazione di contenimento naturale simile a quella del ventre materno. Anche il cosleeping - dormire con il bambino - nei primi mesi va bene perché hanno bisogno del contatto fisico pelle a pelle con la mamma e con il papà. Quando invece provate a metterli in culla, provate ad abbassarli all'indietro il più gradualmente possibile perché spesso è questo ciò che li infastidisce».

  4. Dividete la giornata in due. Due fasce orarie da 12 ore l'una è un inizio di routine flessibile: «Per riuscirci è importante favorire una netta distinzione tra il giorno e la notte, con il giorno fatto di luce naturale e la notte di luci soffuse e stimoli ridotti. Utilizzate anche i rumori bianchi».

Come addormentare un neonato: i consigli per il secondo e terzo mese

  1. Sperimentate. Dal secondo mese, dopo aver osservato i loro luoghi preferiti, le modalità di addormentamento preferite e gli orari preferiti, per poterli replicare oppure alternare. «Per capire ancora meglio cosa funziona, dovete variare e sottoporli a stimoli diversi come cambiare luogo e intensità della luce, esporli ai rumori ambientali: molti bambini preferiscono un po' di luce e di rumore».

  2. Una prima routine. Date un po' di prevedibilità in più alle giornate, magari facendole iniziare a un orario il più simile possibile (in un range orario compreso tra le 6.30 e le 7.30). «Con il terzo mese si potrà iniziare a pensare ai pisolini: un'ora e mezza circa la mattina in totale (da gestire come preferisce il piccolo) e un doppio pisolino il pomeriggio: uno più prolungato dopo pranzo, seguito più tardi da uno breve che li aiuti a non arrivare troppo stanchi all'addormentamento tra le 19 e le 20».

  3. Il Dream feed. Potete provare anche la cosiddetta "poppata delle 23", ovvero svegliare vostro figlio tra le 22.30 e le 23 per l'ultima poppata del giorno, di solito due o tre ore dopo la poppata della sera. «La si propone per evitare che il bambino si svegli prima delle 5-6 del mattino, ma non funziona per tutti. Per chi funziona, succede non tanto perché il bambino si sazi ma perché sposta gli intervalli tra i cicli di sonno. Ad ogni modo non adottate questo trucco oltre l'anno di vita».

Come addormentare un neonato: i consigli del quarto mese

  1. Preparatevi al grande cambiamento. Il quarto mese di solito è quello in cui il ritmo circadiano inizia ad affermarsi, il sonno si frammenta e i piccoli si trovano ad affrontare in maniera più autonoma quei fisiologici risvegli che fino a ora non avevano conosciuto: «C'è chi parla di "regressione", termine molto sbagliato perché per il bambino è un passo avanti e non indietro: siamo al massimo noi adulti a dover gestire il disorientamento e la frustrazione di vedere 3 mesi di routine, a cui ci stavamo abituando, spazzata via.

    Quello che ci attende è tentare di aiutarli a collegare i cicli di sonno frammentati (da 30-40 minuti) in cicli più lunghi».

  2. Create ritmi e routine. Sulla base delle necessità del bambino e della vostra famiglia, scandite maggiormente la giornata: «Curate le routine di addormentamento serali e non, creando un ambiente tranquillo senza stimoli e luci, che da ora in poi potrebbero iniziare a infastidirli. Ricercate anche prevedibilità nei pisolini. Un classico del quarto mese è il pisolino frammentato, di circa 30 minuti: utile per rilassarsi, ma non così riposante. Può succedere anche il contrario, che i pisolini siano troppo lunghi: se vi sembra che disturbino il sonno notturno, riducetene la durata. Una media del quarto mese prevede un'oretta e mezza la mattina, due il pomeriggio più un pisolino breve e l'addormentamento verso le 19-20 circa, preceduto da una fase di progressivo rilassamento. Anche al mattino, se vedete che si svegliano oltre le 9, provate a svegliarli prima».

  3. Un trucco per addormentarli. Per aiutarli a entrare nella giusta rilassatezza, lavorate sul vostro stato d'animo: «Svuotate la vostra mente dai pensieri e dalle aspettative, non chiedetevi se dormirà poche ore o tutta la notte: allontanate il vostro nervosismo, che viene percepita dal piccolo e può generare ansia e tensione. Godetevi invece il momento, cullatelo, coccolatelo, massaggiatelo senza agitazione».

Dopo il quarto mese, con il tempo, i bambini svilupperanno altre capacità autoregolatorie, tenendo presente che 2-3 risvegli notturni sono fisiologici e impareranno a gestirli da soli, senza chiamare i genitori.

Sonno dei neonati: miti da sfatare

  • Metterli a letto tardi. Se sperate, soprattutto dai 4 mesi, che stancando vostro figlio si addormenti prima e poi dorma tutta la notte, vi sbagliate: «Più i bambini sono stanchi, più sono nervosi e difficili da calmare e far addormentare».

  • Solo la mamma può addormentarlo. Spesso non sono i papà a sottrarsi dal loro ruolo, ma le mamme a non lasciar loro spazio e a dar loro fiducia. «Abituate il piccolo fin da subito alla sua presenza, e non demordete se il bambino le prime volte piange. Fate tentativi graduali».

  • Lasciarli piangere. «Il mondo del sonno e del pianto si toccano solo in pochi punti: il pianto esprime un disagio e un bisogno (stanchezza, coliche…), per cui dovete sempre rispondervi e non ignorarlo. Anche se ancora a 8 mesi ha 8-10 risvegli a notte, tentate di gestire emotivamente la cosa».

L'intervistata

Elena Biondi è una tata neonatale esperta di sonno infantile e da oltre quindici anni, affiancata da un team di esperti, accompagna i genitori in Italia e in Europa verso notti più serene. A febbraio del 2020 ha aperto il profilo Instagram @elena_the_nanny e oggi, con i suoi 128mila follower e il suo blog, è il punto di riferimento italiano sull'argomento. Nel 2022 ha pubblicato "I consigli della Tata del sonno" (Fabbri Editori).

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