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Come aiutare il tuo bambino a dormire (senza piangere) in otto passi

di Luisa Perego - 30.06.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Addormentarsi nel suo lettino sentendo la tua presenza, la calma e sapendo che tu ci sei se ha bisogno di lui. Per sonni tranquilli e sereni. Come farlo? Lo spiega Alvaro Bilbao, nel suo libro "Tutti a letto! Come aiutare il tuo bambino a dormire senza piangere", Salani Editore.

In questo articolo

La nascita di un bimbo è uno dei momenti più belli e toccanti della vita. Gioia, entusiasmo, emozione, amore allo stato puro. Un momento indimenticabile.

Avere un figlio è anche un grande cambiamento, una grande sfida per ognuno nel trovare il giusto equilibrio tra esigenze di tutti i membri della famiglia.

Forse proprio il sonno è uno dei temi più complessi da affrontare quando si parla di neonati e bambini.

Come fare a trovare il giusto equilibrio? Con amore, pazienza, un pizzico di scienza ma anche savoir-faire. Lo consiglia Alvaro Bilbao, autore del libro Tutti a letto! Come aiutare il tuo bambino a dormire senza piangere, Salani Editore. Lo psicologo e padre spiega come comportarsi, partendo da alcune premesse.

Premessa 1 - Non ci sono due cervelli uguali

I bimbi sono tutti diversi, le persone sono tutte diverse. "All'inizio di ogni corso di neuroscienze ci viene insegnato che non esistono due cervelli umani uguali" spiega Bilbao.

Siamo unici e irripetibili. Questo fa sì che ci siano neonati che piangono a dirotto e altri che non fanno un verso. Ciò vale anche per il sonno. Non c'è niente di più frustrante per un genitore non aver dormito per notti intere e sentire amici vantarsi dei propri figli che crollano lunghi e tirati fino al mattino dopo.

Ricordati quindi: "Per quanto riguarda il sonno e il modo per aiutare tuo figlio ad addormentarsi è molto importante ricordare che non esistono due bambini uguali. Ciò significa che quello che ha funzionato per me e per tanti altri genitori potrebbe non avere efficacia con tuo figlio".

Nel libro lo psicologo illustra alcune strategie, ma ribadisce il fatto che non sono rigide, ma vanno adattate a ogni bambino. Ci vuole teoria, flessibilità, pazienza, amore e un po' di pratica.

Premessa 2 - I bambini non li si addormenta

Per questo l'autore parla di come aiutare il bambino a dormire e non spiega ai genitori come addormentare i figli.

La differenza?

Addormentarsi è un evento fisiologico personale. Nessuno può farlo per conto di qualcun altro. Le uniche categorie di persone che possono usare il verbo addormentare nella forma transitiva sono gli ipnotizzatori e gli anestesisti. Non i genitori. Possono semplicemente aiutare i figli, a volte, a prendere sonno.

Non si può addormentare un bimbo schioccando le dita o con la bacchetta magica. Tu, genitore, puoi solo aiutarlo a rilassarsi e a prendere sonno da solo.

Perché i bimbi si svegliano di notte?


La fasi del sonno si ripetono più volte in una notte, formando dei cicli. Le fasi sono più lunghe negli adulti e si susseguono in modo ininterrotto.
Nei bimbi piccoli però no. Sono più brevi e spesso alla fine di questi cicli il piccolo avverte una necessità e si sveglia. Un po' come capita a noi quando ci svegliamo per dover andare in bagno.
Non tutti i passaggi da un ciclo all'altro implicano un risveglio.

8 passi per aiutare il bambino ad addormentarsi (da uno a due anni circa)

Di solito prima dei sei mesi le madri non si preoccupano di cercare un sistema per aiutare i figli a dormire. I piccoli infatti si addormentano dopo le poppate e i risvegli notturni sono inevitabili. A partire dai sei mesi molti bimbi iniziano ad adattarsi agli orari di mamma e papà e a sviluppare una specie di routine del sonno. Questo può indurre a pensare di introdurre una routine che possa favorire il sonno notturno.

A sei mesi può essere il momento giusto per iniziare, mantenendo però la consuetudine di allattarlo a richiesta (se si sta allattando al seno) e di consolarlo ogni volta che piange

Puoi aiutarlo ad addormentarsi da solo nella stessa stanza in cui l'ha fatto fin'ora. Lo psicologo sconsiglia di intraprendere insieme un altro cambiamento radicale, come spostarlo nella sua cameretta. "In certe fasi della vita del bambino è meglio non introdurre un cambiamento di questo genere" spiega Bilbao.

Sconsiglia anche di spostarlo nella cameretta quando sono in atto altri cambiamenti, come la nascita di un fratellino, se è in fase di "ansia da separazione", se vi state trasferendo, sta cambiando scuola, babysitter o sono in atto altre situazioni "stressanti". Anche se tu e il tuo partner in quel momento non vi sentite pronti. Il modo migliore per aiutare il bambino al cambiamento, è introdurne uno alla volta.

Come fare a questo punto? Vediamo gli otto passi spiegati dall'autore.

PASSO 1: prepara il bimbo a un sonno gratificante

Dormire bene la notte? Dipende anche dal giorno. "E' chiaramente dimostrato che il cervello del bambino, a mano a mano che si sviluppa, è in grado di mantenere l'attenzione per periodi di tempo sempre più lunghi durante il giorno.

Questo, a sua volta, gli consente di riposare meglio la notte" spiega Bilbao. Per questo è importante proporre al bimbo che sta crescendo un graduale aumento del ritmo di attività di giorno. Senza esagerare, per non sovraeccitarlo. Al contrario se passa la giornata nella culla o addormentato nel passeggino avrà difficoltà a dormire di notte.

Che cosa si può fare?

  • svegliarsi e giocare con la mamma
  • qualche gioco disteso sul tappeto
  • guardare le foto appese alle pareti
  • sfogliare un libro illustrato
  • cantare delle canzoncine
  • uscire a passeggio per fare la spesa
  • fare un sonnellino dopo essere stati al supermercato
  • andare dai nonni
  • fare una passeggiata nel primo pomeriggio
  • andare a prendere a scuola i fratellini
  • andare al parco
  • andare a trovare papà in negozio
  • giocare con i fratelli
  • coccole
  • bagnetto

Non bisogna fare tutto questo in una giornata, ma sono solo alcune semplici cose che possono aiutarlo a mantenere l'attenzione sempre più a lungo.

Sempre meglio evitare la sovrastimolazione e non esporto a tablet o tv. Il bimbo non deve essere necessariamente attivo, devo solo condurre delle attività normali.

Altra cosa che si può offrire in abbondanza? Affetto, contatto fisico e momenti di intimità madre-figlio, padre-figlio. Così si sentirà sicuro e amato. Per esempio puoi provare con il babywearing, facendo dei massaggi, prendendoti cura di lui, parlando, facendo dei giochini che aiutano ad acquisire fiducia, come il classico bu bu settete.

PASSO 2: prepara la stanza. Tutto nello stesso posto

Può capitare che quando un bimbo sta per addormentarsi possa essere distratto da una luce, un rumore, un cambiamento. Per questo è importante che tutte le cose che ti servono siano già nella stanza con lui, come:

  • culla o lettino
  • fasciatoio
  • poltrona o sedia a dondolo (per allattarlo o per leggergli una fiaba)
  • una fonte di cibo
  • bavaglino
  • body di ricambio
  • pannolino e salviette (in caso di imprevisti!)
  • acqua e cremine
  • termometro(se non si addormenta perché ha la febbre?)
  • un libro di fiabe
  • un pupazzo di stoffa (da mettere nel lettino solo se ha superato i sei mesi, per evitare la Sids)

Inoltre, la sicurezza prima di tutto. Quindi il bimbo dovrà:

  • dormire a pancia in su
  • avere le sponde del letto rialzate
  • avere lontane le corde delle tende per evitare il soffocamento
  • nessuna presa elettrica a portata di mano
  • un interfono se ti sposti in un'altra stanza

La temperatura della cameretta deve essere inoltre di notte tra i 18 e i 20 °C.

Altro aspetto importante: il buio. Non è necessaria l'oscurità totale, ma è preferibile una luce soffusa. E il pupazzo di stoffa? Molti esperti suggeriscono di darlo al bimbo per rilassarsi la sera, prima di addormentarsi o nel caso si svegliasse la notte o al mattino presto. L'importante è non introdurlo troppo presto, per scongiurare il pericolo della morte in culla.

PASSO 3: aspetta il momento giusto

La cosa migliore è cominciare ad aiutare tuo figlio ad addormentarsi da solo alla stessa ora in cui di solito si addormenta. Basta compilare una semplice tabella di una settimana, scrivendo su ogni giorno l'orario in cui si è addormentato e facendo poi la media.

Inoltre puoi fare anche una tabella nella quale scrivi l'ora in cui di solito si addormenta e accanto l'ora in cui comincerete il rituale della nanna (bagnetto, fiaba, pigiama). Il consiglio è di iniziare una trentina di minuti prima rispetto all'ora di sonno abituale.

Questa regola vale sempre? No. Ci sono delle occasione in cui il bimbo può essere sovraeccitato (il ritorno a casa del papà, il cartone animato che ha appena visto - anche se non dovrebbe prima di andare a nanna). In questo caso, cercare di addormentarlo a tutti i costi potrà risultare frustrante. Se ti trovi in braccio un bimbo che piuttosto che addormentarsi farebbe festa, meglio portarlo in un'altra stanza (non la camera da letto) e cercare di smorzare l'agitazione.

"E' importante evitare di dare inizio al rilassamento in camera da letto, perché se il bambino è molto contento ed eccitato e ha già interiorizzato che quella è la stanza da letto, capirà che stai cercando di 'rovinargli la festa' e probabilmente farà resistenza e si arrabbierà, agitandosi ancora di più" spiega lo psicologo.

Meglio anche non calmarlo dove c'è il suo lettino, perché vogliamo che per lui quel luogo sia di tranquillità. Possiamo aiutarlo a ritrovare la calma rimanendo con lui (senza tv o apparecchi elettronici!) e con luce soffusa, fino a quando il suo cervello non si sarà rilassato e sarà pronto per lo step successivo.

PASSO 4: Fai il pieno di calma prima di cominciare

Un atteggiamento calmo e fiducioso in chi ha autorità trasmette calma e fiducia in chi dipende da quella persona.

Bisogna essere calmi e tranquilli. Sicuri di quello che si sta facendo. Prima di entrare nella stanza di uno dei figli, lo psicologo Bilbao si è sempre preso un momento per rilassarsi e per visualizzarsi in pace. Anche se teneva in braccio un bimbo urlante.

Che cosa puoi fare tu?

Semplicemente fermati un attimo, respira e dimentica tutto il resto.

PASSO 5: Prepariamoci per dormire

Massaggio, pannolino, pigiamino e pappa? Il rituale prima di andare a nanna è fondamentale. Può iniziare con un bel bagno caldo, che riduce il flusso sanguigno nelle regioni frontali del cervello, aiutando quindi il bimbo a rilassarsi. Ma non sempre è necessario farlo. Non è importante fare per forza il bagnetto, l'importante è seguire gli stessi passi, lo stesso rituale, con lo stesso ordine.

Il secondo passo della sequenza può essere un massaggio rilassante: è anche un'opportunità per mettere una crema idratante.

Poi si cambia il pannolino e si mette il pigiama. Se si arrabbia, diamogli un giochino in mano per tenerlo calmo.

Poi si passa all'ultima poppata prima della nanna: aiuta il piccolo a rilassarsi.

PASSO 6: E' ora della fiaba

Dove leggerla? In camera da letto. Non importa se sulla poltrona o altrove, l'importante è farlo nella stessa stanza in cui il bambino dormirà, per evitare di uscire dalla stanza e per creare un'associazione positiva tra camera da letto e la calma che trasmettiamo con la lettura.

Da quando iniziare a leggere le fiabe? Per molti, il sesto mese è considerato il più idoneo. Le sue aree cerebrali coinvolte nei processi di attenzione sono maturate abbastanza per consentirsi di concentrarsi sulla voce, non prestando solo attenzione alla storia. Meglio evitare favole di azione o digitali. Quelle migliori sono quelle che stimolano il bimbo a focalizzare l'attenzione sui diversi dettagli delle illustrazioni senza un'interazione troppo intensa.

PASSO 7: Aiutalo a cadere (quasi) addormentato

Ora armati di pazienza e tranquillità. Dopo la poppata finale (se lui si è assopito nel frattempo) hai due alternative: restare a riposarti con lui o sgusciare fuori senza farti sentire. Se invece ancora non si è addormentato puoi:

- Riportarlo fuori dalla stanza fino a quando non crolla. E' la manovra più semplice. Sei a completa disposizione del bimbo e dei suoi ritmi e va benissimo.

- Se invece hai proprio bisogno che si addormenti da solo perché ti devi occupare dei fratellini o perché vuoi introdurre un rituale del sonno, ecco alcune strategie:

  • Tieni la calma. Questo è l'aspetto cruciale. Se lui è più nervoso a causa del processo dell'addormentamento, tu al contrario devi avere più pazienza. Puoi farlo inspirando ed espirando profondamente dal naso. Per calmare lui con fiducia.
  • Tienilo in braccio. Sono il migliore letto, perché trasmettono fiducia. Puoi tenerlo in braccio dopo aver letto la fiaba in poltrona. L'importante però è sistemarlo in posizione orizzontale. Perché? "Il cervello umano è dotato di un circuito chiamato sistema reticolare ascendente, che fa parte del sistema di regolazione del sonno. Quando il sistema reticolare avverte che la testa del bambino si trova in posizione verticale, tende a tenerlo sveglio, mentre se percepisce una posizione orizzontale, favorirà la transizione verso il sonno" spiega lo psicologo.
  • Cammina con lui in braccio. Questo perché ai bimbi piace il movimento. Gli sembra di tornare nel pancione. Puoi anche cullarlo mentre cammini.
  • Non lasciare la stanza. Non devi rispettare questa regola ad ogni costo, ma è di massima. In questo modo lui capirà che a quell'ora bisogna stare nella camera da letto.
  • Se necessario, lascia la stanza. Si contraddice con il punto precedente, ma l'addormentamento richiede flessibilità. Se lui proprio non vuole saperne di dormire, meglio non opporsi. Farlo agitare ancora di più è peggio. Quindi puoi iniziare a fare delle passeggiate in vicinanza della camera da letto, tenendo come punto di arrivo il suo lettino. Fai passeggiate ripetitive e sempre più corte e che portano sempre prima al suo lettino. Non accorciare il giro fin da subito, perché lui se ne accorgerà.
  • Non parlargli. Può sembrare brutto ma è importante. Una delle regole su cui si basano le relazioni sociali è la reciprocità. Se tu gli parli, il suo cervello tenderà ad attivarsi. Come? Sorridendo, balbettando, ma anche piangendo.  Puoi parlargli sottovoce negli step precedenti, ma da questo, meglio di no.
  • Sussurra. Aiuta a calmarsi. Puoi fare shhhh con il tono di voce basso e in modo ritmico.
  • Rimani rilassato. Anche se non è facile...
  • Guardalo negli occhi. Ci permette di capire se si sta addormentando. Potrai variare lievemente il dondolio o intensificare i sussurri. O calmare il ritmo con cui lo stai cullando.
  • Chiudi gli occhi. L'imitazione è importante. E ogni bimbo nasce con un sistema di circuiti che si chiama "neuroni specchio", che lo stimolano a imitare i comportamenti degli altri. Il tuo bimbo ti imita per imparare. Se tuo figlio è pronto per la nanna, vederti con gli occhi chiusi lo aiuterà a fare lo stesso. Puoi abbassare e rialzare le palpebre allungando progressivamente gli intervalli.

PASSO 8: Aiutalo a rimanere a letto

Nei bimbi il passaggio dalle braccia alla culla deve essere il più possibile dolce.

Se lo facciamo bruscamente, si sveglierà. I primi dieci minuti di sonno del piccolo sono di un ciclo leggero e se non è davvero esausto potrebbe svegliarsi appena tocca il materasso. Che fare?

  1. Aspettare venti minuti, così entrerà nel sonno profondo
  2. Aiutarlo a rimanere tranquillamente disteso nel suo lettino

Ma come?

  • Mentre lo stai mettendo nella culla, continua a sussurrare
  • Dopo averlo adagiato nel lettino, tieni una mano sulla testa e una sulla pancia, così continuerà a sentire la tua presenza. E accarezzalo
  • Se dopo che lo hai messo nel lettino cerca di alzarsi, prova a calmarlo, facendogli capire che è il momento di rimanere dove sta. Per esempio togliendo gentilmente le mani dalla sponda. Se il tira e molla va troppo avanti meglio non agitarlo e riprenderlo in braccio. Riprovandoci quando sarà più stanco
  • Se resta nella culla mentre su gli stai accarezzando la testa e il pancino e si lamenta o piagnucola leggermente, cambia qualcosa. Per esempio accarezzalo solo sulla testa. A percepire il cambiamento di solito i bambini reagiscono tacendo, per la sorpresa. Appena è in silenzio, puoi ricominciare ad accarezzargli la pancia. Mantieni in ogni caso il contatto
  • Se il bambino si è assopito, lascia la stanza. Se vedi che si innervosisce non è grave. Roma non è stata costruita in un giorno. Se vedi che si agita troppo, puoi tornare al passo 3 e ripetere. Altrimenti direttamente dal passo 1.

Che obiettivi dovrai raggiungere seguendo questi passi?

  1. Fargli associare la routine, la camera da letto e la sensazione di calma
  2. Fargli sentire la tua presenza mentre si sta addormentando
  3. Dargli la certezza che tu ci sei quanto ti chiama

Una considerazione generale sui metodi per la nanna

Quello presentato in questo articolo è uno dei tanti approcci o metodi proposti da esperti, mamme, tate e così via per "aiutare" il bambino a fare la nanna. I consigli sull'argomento – di certo uno dei più caldi per mamme e papà – sono praticamente infiniti, ma vale la pena fare alcune considerazioni generali. 

 

Per cominciare va considerato che i risvegli notturni dei bambini sono fisiologici fino a 3-5 anni. Certo, c'è qualcuno che fin da piccolissimo non si sveglia praticamente mai durante la notte ma è appunto del tutto "normale" che altri ci mettano più tempo a regolarizzare il proprio sonno. In secondo luogo va detto che in genere questi metodi non hanno una solida base scientifica, nel senso che non sono stati sottoposti a studi rigorosi che ne possano confermare o meno l'efficacia e la sicurezza. Alcuni, inoltre, possono essere fonte di grande stress per i bambini o per i genitori. E se sono metodi "uguali per tutti" chiaramente non rispettano l'individualità né dei piccoli né degli adulti. 

 

Che fare allora? Anzitutto cercare di avere più fiducia nelle proprie competenze di genitori e, se si desidera, affidarsi a un metodo non perché lo ha detto un'amica o perchè è di moda, ma perché in famiglia si è valutato che, date le caratteristiche di bambino e genitori, potrebbe rappresentare un buon tentativo per migliorare la qualità del sonno di tutti.

 

Come sottolineava* Franco Panizon, maestro della pediatria italiana, "ho sempre detto alle mamme che me lo chiedano che non ci sono prove né a favore né a sfavore di un metodo rispetto a un altro. Ciascuno è quantomeno autorizzato ad andare dove lo porta il cuore: a chiedere a sé stesso (e non a una scienza del comportamento) come comportarsi, senza pentimenti e senza timore di condanne. (* dal Libro della nanna di A. Ferrando, Edizioni LSWR 2019)

testo di Valentina Murelli

Domande e risposte

Come deve dormire il neonato?

Sicurezza, prima di tutto, durante il sonno. Il bimbo deve dormire a pancia in su, le sponde del letto devono essere rialzate, le corde delle tende devono essere lontante per evitare il soffocamento, nessuna presa elettrica deve essere a portata di mano e, se vi spostate in un'altra stanza, dovete avere con voi un interfono. 

Quale deve essere la temperatura della stanza mentre il neonato dorme? 

 La temperatura della cameretta deve essere di notte tra i 18 e i 20 °C.

Da quando iniziare a leggere le fiabe per far addormentare il neonato?

Per molti, il sesto mese è considerato il più idoneo. Le aree cerebrali del neonato, coinvolte nei processi di attenzione, sono maturate abbastanza per consentirsi di concentrarsi sulla voce, non prestando solo attenzione alla storia. Meglio evitare favole di azione o digitali. Quelle migliori sono quelle che stimolano il bimbo a focalizzare l'attenzione sui diversi dettagli delle illustrazioni senza un'interazione troppo intensa.

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