La nascita di un bimbo è uno dei momenti più belli e toccanti della vita. Gioia, entusiasmo, emozione, amore allo stato puro. Un momento indimenticabile.
Avere un figlio è anche un grande cambiamento, una grande sfida per ognuno nel trovare il giusto equilibrio tra esigenze di tutti i membri della famiglia.
Forse proprio il sonno è uno dei temi più complessi da affrontare quando si parla di neonati e bambini.
Come fare a trovare il giusto equilibrio? Con amore, pazienza, un pizzico di scienza ma anche favoir-faire.
Lo consiglia Alvaro Bilbao, autore del libro "Tutti a letto! Come aiutare il tuo bambino a dormire senza piangere", Salani Editore. Lo psicologo e padre spiega come comportarsi, partendo da alcune premesse.
I bimbi sono tutti diversi, le persone sono tutte diverse. "All'inizio di ogni corso di neuroscienze ci viene insegnato che non esistono due cervelli umani uguali" spiega Bilbao.
Siamo unici e irripetibili. Questo fa sì che ci siano neonati che piangono a dirotto e altri che non fanno un verso. Ciò vale anche per il sonno. Non c'è niente di più frustrante per un genitore non aver dormito per notti intere e sentire amici vantarsi dei propri figli che crollano lunghi e tirati fino al mattino dopo.
Ricordati quindi: "Per quanto riguarda il sonno e il modo per aiutare tuo figlio ad addormentarsi è molto importante ricordare che non esistono due bambini uguali. Ciò significa che quello che ha funzionato per me e per tanti altri genitori potrebbe non avere efficacia con tuo figlio".
Nel libro lo psicologo illustra alcune strategie, ma ribadisce il fatto che non sono rigide, ma vanno adattate a ogni bambino. Ci vuole teoria, flessibilità, pazienza, amore e un po' di pratica.
Per questo l'autore parla di come aiutare il bambino a dormire e non spiega ai genitori come addormentare i figli. La differenza?
Addormentarsi è un evento fisiologico personale. Nessuno può farlo per conto di qualcun altro. Le uniche categorie di persone che possono usare il verbo addormentare nella forma transitiva sono gli ipnotizzatori e gli anestesisti. Non i genitori. Possono semplicemente aiutare i figli, a volte, a prendere sonno.
Non si può addormentare un bimbo schioccando le dita o con la bacchetta magica. Tu, genitore, puoi solo aiutarlo a rilassarsi e a prendere sonno da solo.
Di solito prima dei sei mesi le madri non si preoccupano di cercare un sistema per aiutare i figli a dormire. I piccoli infatti si addormentano dopo le poppate e i risvegli notturni sono inevitabili. A partire dai sei mesi molti bimbi iniziano ad adattarsi agli orari di mamma e papà e a sviluppare una specie di routine del sonno. Questo può indurre a pensare di introdurre una routine che possa favorire il sonno notturno.
Puoi aiutarlo ad addormentarsi da solo nella stessa stanza in cui l'ha fatto fin'ora. Lo psicologo sconsiglia di intraprendere insieme un altro cambiamento radicale, come spostarlo nella sua cameretta. "In certe fasi della vita del bambino è meglio non introdurre un cambiamento di questo genere" spiega Bilbao.
Sconsiglia anche di spostarlo nella cameretta quando sono in atto altri cambiamenti, come la nascita di un fratellino, se è in fase di "ansia da separazione", se vi state trasferendo, sta cambiando scuola, babysitter o sono in atto altre situazioni "stressanti". Anche se tu e il tuo partner in quel momento non vi sentite pronti. Il modo migliore per aiutare il bambino al cambiamento, è introdurne uno alla volta.
Come fare a questo punto? Vediamo gli otto passi spiegati dall'autore.
Dormire bene la notte? Dipende anche dal giorno. "E' chiaramente dimostrato che il cervello del bambino, a mano a mano che si sviluppa, è in grado di mantenere l'attenzione per periodi di tempo sempre più lunghi durante il giorno. Questo, a sua volta, gli consente di riposare meglio la notte" spiega Bilbao. Per questo è importante proporre al bimbo che sta crescendo un graduale aumento del ritmo di attività di giorno. Senza esagerare, per non sovraeccitarlo. Al contrario se passa la giornata nella culla o addormentato nel passeggino avrà difficoltà a dormire di notte.
Che cosa si può fare?
Non bisogna fare tutto questo in una giornata, ma sono solo alcune semplici cose che possono aiutarlo a mantenere l'attenzione sempre più a lungo.
Sempre meglio evitare la sovrastimolazione e non esporto a tablet o tv. Il bimbo non deve essere necessariamente attivo, devo solo condurre delle attività normali.
Altra cosa che si può offrire in abbondanza? Affetto, contatto fisico e momenti di intimità madre-figlio, padre-figlio. Così si sentirà sicuro e amato. Per esempio puoi provare con il babywearing, facendo dei massaggi, prendendoti cura di lui, parlando, facendo dei giochini che aiutano ad acquisire fiducia, come il classico bu bu settete.
Può capitare che quando un bimbo sta per addormentarsi possa essere distratto da una luce, un rumore, un cambiamento. Per questo è importante che tutte le cose che ti servono siano già nella stanza con lui, come:
Inoltre, la sicurezza prima di tutto. Quindi il bimbo dovrà:
La temperatura della cameretta deve essere inoltre di notte tra i 18 e i 20 °C.
Altro aspetto importante: il buio. Non è necessaria l'oscurità totale, ma è preferibile una luce soffusa. E il pupazzo di stoffa? Molti esperti suggeriscono di darlo al bimbo per rilassarsi la sera, prima di addormentarsi o nel caso si svegliasse la notte o al mattino presto. L'importante è non introdurlo troppo presto, per scongiurare il pericolo della morte in culla.
La cosa migliore è cominciare ad aiutare tuo figlio ad addormentarsi da solo alla stessa ora in cui di solito si addormenta. Basta compilare una semplice tabella di una settimana, scrivendo su ogni giorno l'orario in cui si è addormentato e facendo poi la media.
Inoltre puoi fare anche una tabella nella quale scrivi l'ora in cui di solito si addormenta e accanto l'ora in cui comincerete il rituale della nanna (bagnetto, fiaba, pigiama). Il consiglio è di iniziare una trentina di minuti prima rispetto all'ora di sonno abituale.
Questa regola vale sempre? No. Ci sono delle occasione in cui il bimbo può essere sovraeccitato (il ritorno a casa del papà, il cartone animato che ha appena visto - anche se non dovrebbe prima di andare a nanna). In questo caso, cercare di addormentarlo a tutti i costi potrà risultare frustrante. Se ti trovi in braccio un bimbo che piuttosto che addormentarsi farebbe festa, meglio portarlo in un'altra stanza (non la camera da letto) e cercare di smorzare l'agitazione.
"E' importante evitare di dare inizio al rilassamento in camera da letto, perché se il bambino è molto contento ed eccitato e ha già interiorizzato che quella è la stanza da letto, capirà che stai cercando di 'rovinargli la festa' e probabilmente farà resistenza e si arrabbierà, agitandosi ancora di più" spiega lo psicologo.
Meglio anche non calmarlo dove c'è il suo lettino, perché vogliamo che per lui quel luogo sia di tranquillità. Possiamo aiutarlo a ritrovare la calma rimanendo con lui (senza tv o apparecchi elettronici!) e con luce soffusa, fino a quando il suo cervello non si sarà rilassato e sarà pronto per lo step successivo.
Un atteggiamento calmo e fiducioso in chi ha autorità trasmette calma e fiducia in chi dipende da quella persona.
Bisogna essere calmi e tranquilli. Sicuri di quello che si sta facendo. Prima di entrare nella stanza di uno dei figli, lo psicologo Bilbao si è sempre preso un momento per rilassarsi e per visualizzarsi in pace. Anche se teneva in braccio un bimbo urlante.
Che cosa puoi fare tu?
Semplicemente fermati un attimo, respira e dimentica tutto il resto.
Massaggio, pannolino, pigiamino e pappa? Il rituale prima di andare a nanna è fondamentale. Può iniziare con un bel bagno caldo, che riduce il flusso sanguigno nelle regioni frontali del cervello, aiutando quindi il bimbo a rilassarsi. Ma non sempre è necessario farlo. Non è importante fare per forza il bagnetto, l'importante è seguire gli stessi passi, lo stesso rituale, con lo stesso ordine.
Il secondo passo della sequenza può essere un massaggio rilassante: è anche un'opportunità per mettere una crema idratante.
Poi si cambia il pannolino e si mette il pigiama. Se si arrabbia, diamogli un giochino in mano per tenerlo calmo.
Poi si passa all'ultima poppata prima della nanna: aiuta il piccolo a rilassarsi.
Dove leggerla? In camera da letto. Non importa se sulla poltrona o altrove, l'importante è farlo nella stessa stanza in cui il bambino dormirà, per evitare di uscire dalla stanza e per creare un'associazione positiva tra camera da letto e la calma che trasmettiamo con la lettura.
Da quando iniziare a leggere le fiabe? Per molti, il sesto mese è considerato il più idoneo. Le sue aree cerebrali coinvolte nei processi di attenzione sono maturate abbastanza per consentirsi di concentrarsi sulla voce, non prestando solo attenzione alla storia. Meglio evitare favole di azione o digitali. Quelle migliori sono quelle che stimolano il bimbo a focalizzare l'attenzione sui diversi dettagli delle illustrazioni senza un'interazione troppo intensa.
Ora armati di pazienza e tranquillità. Dopo la poppata finale (se lui si è assopito nel frattempo) hai due alternative: restare a riposarti con lui o sgusciare fuori senza farti sentire. Se invece ancora non si è addormentato puoi:
- Tieni la calma
Questo è l'aspetto cruciale. Se lui è più nervoso a causa del processo dell'addormentamento, tu al contrario devi avere più pazienza. Puoi farlo inspirando ed espirando profondamente dal naso. Per calmare lui con fiducia.
- Tienilo in braccio
Sono il migliore letto, perché trasmettono fiducia. Puoi tenerlo in braccio dopo aver letto la fiaba in poltrona. L'importante però è sistemarlo in posizione orizzontale. Perché? "Il cervello umano è dotato di un circuito chiamato sistema reticolare ascendente, che fa parte del sistema di regolazione del sonno. Quando il sistema reticolare avverte che la testa del bambino si trova in posizione verticale, tende a tenerlo sveglio, mentre se percepisce una posizione orizzontale, favorirà la transizione verso il sonno" spiega lo psicologo.
- Cammina con lui in braccio
Questo perché ai bimbi piace il movimento. Gli sembra di tornare nel pancione.
Puoi anche cullarlo mentre cammini.
- Non lasciare la stanza
Non devi rispettare questa regola ad ogni costo, ma è di massima. In questo modo lui capirà che a quell'ora bisogna stare nella camera da letto.
- Se necessario, lascia la stanza
Si contraddice con il punto precedente, ma l'addormentamento richiede flessibilità. Se lui proprio non vuole saperne di dormire, meglio non opporsi. Farlo agitare ancora di più è peggio. Quindi puoi iniziare a fare delle passeggiate in vicinanza della camera da letto, tenendo come punto di arrivo il suo lettino. Fai passeggiate ripetitive e sempre più corte e che portano sempre prima al suo lettino. Non accorciare il giro fin da subito, perché lui se ne accorgerà.
- Non parlargli
Può sembrare brutto ma è importante. Una delle regole su cui si basano le relazioni sociali è la reciprocità. Se tu gli parli, il suo cervello tenderà ad attivarsi. Come? Sorridendo, balbettando, ma anche piangendo.
Puoi parlargli sottovoce negli step precedenti, ma da questo, meglio di no.
- Sussurra
Aiuta a calmarsi. Puoi fare shhhh con il tono di voce basso e in modo ritmico.
- Rimani rilassato
Anche se non è facile...
- Guardalo negli occhi
Ci permette di capire se si sta addormentando. Potrai variare lievemente il dondolio o intensificare i sussurri. O calmare il ritmo con cui lo stai cullando.
- Chiudi gli occhi
L'imitazione è importante. E ogni bimbo nasce con un sistema di circuiti che si chiama "neuroni specchio", che lo stimolano a imitare i comportamenti degli altri. Il tuo bimbo ti imita per imparare. Se tuo figlio è pronto per la nanna, vederti con gli occhi chiusi lo aiuterà a fare lo stesso. Puoi abbassare e rialzare le palpebre allungando progressivamente gli intervalli.
Nei bimbi il passaggio dalle braccia alla culla deve essere il più possibile dolce. Se lo facciamo bruscamente, si sveglierà. I primi dieci minuti di sonno del piccolo sono di un ciclo leggero e se non è davvero esausto potrebbe svegliarsi appena tocca il materasso. Che fare?
Ma come?
Che obiettivi dovrai raggiungere seguendo questi passi?