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Come passare dal lettone al lettino in tre settimane

di Alice Dutto - 15.06.2017 - Scrivici

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Fonte: Pexels
Nel libro “Dal lettone al lettino” Lawrence Shapiro individua ben 50 consigli per insegnare ai bambini a dormire da soli. L'autore promette l'efficacia del programma in appena tre settimane

In questo articolo

C'è chi decide di dormire con i propri figli per necessità, chi per stanchezza, chi per scelta e chi per caso. Qualunque sia la vostra storia Lawrence Shapiro, professore dell'Università del Wisconsin-Madison e autore di “Dal lettone al lettino. 50 semplici consigli per insegnare ai bambini a dormire da soli” (Eclipsi, 2016), sostiene che sarebbe meglio farli dormire da soli. E questo per tre ragioni principali:

  1. Dormire con i propri bambini impedisce di mantenere l'intimità con il proprio partner
    In più, «stabilire limiti, confini e regole costituisce un aspetto essenziale del ruolo del genitore». E una delle applicazioni di questo principio è proprio l'educazione al sonno.
  2. Dormire da soli migliora la qualità del sonno
    Per godere di un buon sonno, fondamentale per adulti e bambini, «è necessario evitare o eliminare qualsiasi elemento di disturbo» che può provocare la sua interruzione.
  3. Dormire da solo rafforza il senso di indipendenza e autonomia
    «Farlo dormire con noi per evitare ansie e discussioni, al contrario, gli impedisce di sviluppare le risorse emotive necessarie per affrontare le sfide della vita».

COME PASSARE DAL LETTONE AL LETTINO


Il programma proposto da Shapiro lavora su due livelli: quello emotivo e quello comportamentale, lavorando ogni giorno per 21 giorni in modo che il passaggio sia il più possibile graduale e indolore.

Nel libro potrete approfondire i passaggi da effettuare giorno per giorno. Qui vi diamo una panoramica degli step su cui si fonda l'approccio.

IL PROGRAMMA EMOZIONALE

Prima di tutto, bisogna agire sulle emozioni: in ognuna delle tre settimane del programma dovrete svolgere delle attività specifiche e mirate.

  • Prima settimana: capite perché vostro figlio dorme nel lettone
    Preparate lui e voi stessi al cambiamento con un atteggiamento positivo, essendo coscienti che questo cambiamento potrà essere benefico per l'intera famiglia, «migliorando tra l'altro il vostro stile genitoriale».
  • Seconda settimana: concentratevi sui vantaggi a lungo termine di questo cambiamento di abitudini
    Diventate «consapevoli dell'importanza dei rituali di addormentamento e di come insegnare a vostro figlio a rassicurarsi quando si sente ansioso o turbato». In questo modo, sarà più semplice gestire i brutti sogni e l'ansia da separazione che spesso portano i genitori a cedere e a far dormire con sé i bambini.
  • Terza settimana: incoraggiate l'indipendenza e l'autonomia di vostro figlio

IL PROGRAMMA COMPORTAMENTALE


Perché il metodo funzioni, alle emozioni devono corrispondere precisi comportamenti. E questo programma si basa sul «rinforzo positivo», cioè premiando i figli per l'adozione di un comportamento desiderato. Le gratificazioni possono essere immateriali, come le lodi e le manifestazioni d'affetto, sia ricompense tangibili, ad esempio diplomi, attestati o sorprese.
Elogi, abbracci e sorrisi saranno gli ingredienti fondamentali per conseguire il successo.

Alcune frasi utili da dirgli sono: «Siamo fieri di te!», «Sei davvero cresciuto!», «Quello che stai facendo è fantastico. Presto potrai dormire anche a casa dei tuoi amichetti!». Per le ricompense materiali, invece, tutto dipende dall'età: se il bimbo ha tra i 18 e i 24 mesi potete preparare un diverso attestato di successo per ogni giorno della settimana, da appendere in cameretta o in casa; tra i 24 e i 36 mesi, invece, potete usare sempre lo stesso attestato chiedendo però agli stessi bambini di colorarlo; tra i 4 e i 6 anni, infine, usate l'emoticon della faccina felice che loro dovranno colorare tutte le volte che riusciranno a dormire da soli senza problemi.

1. La prima settimana, preparate voi stessi e il bambino



Quando avrete deciso di applicare il programma, cominciate a preparare vostro figlio e voi stessi al passaggio dicendogli: «è il momento che tu inizi a dormire nel tuo letto», «Da ora in poi cominceremo un programma divertente che ti insegnerà a dormire nel tuo letto e che durerà in tutto tre settimane», eventualmente mostrategli un calendario per rafforzare quanto state dicendo.

Cercate sempre di mantenere un buon dialogo con il piccolo, condividendo le vostre e le sue emozioni durante tutta l'applicazione del programma.
Se nel sonno dei bimbi saranno coinvolte altre persone, come nonni o babysitter, bisognerà avvisare anche loro di ciò che state facendo.

Nella prima settimana, poi, dovrete lavorare sulle emozioni, cominciando a interiorizzare il perché dormire da soli è un bene per voi e per vostro figlio.

Perciò sarà importante comprendere il motivo per cui per voi è difficile lasciarlo dormire da solo, concentrarvi sui vantaggi che otterrete quando dormirà nel suo letto e comprendere il vostro stile genitoriale osservando il vostro comportamento (decide sempre lui cosa vuole per cena? Lo accontentiamo sempre? Gli compriamo sempre quello che chiede?) e stilando una serie di regole domestiche da osservare.

Tutto questo, evitando le punizioni, ma trasformandovi in un esempio per loro e stimolando la loro empatia: la tecnica del "time-out" potrà essere molto utile per evitare di punire i figli che si comportano male, senza castighi.

Per aiutarvi in questo percorso, nel libro troverete una serie di esempi e "verifiche" pratiche per controllare come sta procedendo l'applicazione del programma.

2. La seconda settimana, l'importanza del sonno

La seconda settimana sarà invece un po' più pratica.

Nel corso dei giorni, imposterete un rituale di addormentamento regolare, mettendo sempre a letto i bimbi alla stessa ora, regolando la temperatura nella stanza, evitando bevande a base di caffeina prima di coricarsi e di posizionare vicino ai bimbi degli apparecchi elettronici. 

Successivamente, imparerete a raccontare le migliori favole per l'addormentamento (anche improvvisate!), a rendere consapevoli i vostri figli dell'importanza del sonno e a regolare la sua alimentazione per favorire il sonno. 

In più, potrete insegnare ai vostri figli a rilassarsi attraverso la respirazione addominale e riuscirete ad affrontare meglio l'ansia da separazione (aiutandovi con un peluche, la respirazione profonda e usando un CD di immaginazione guidata) ed eventuali incubi (evitando di fargli vedere programmi spaventosi o violenti, distraendoli attraverso la lettura e mostrandovi sempre calmi e sereni).

3. La terza settimana, educate i vostri figli all'indipendenza

Nell'ultima fase del programma, insegnerete ai figli alcune strategie per crescere forti, indipendenti e autonomi, affrontando al meglio frustrazioni e insuccessi.

Con l'esercizio del "Triathlon degli impegni proibitivi", ad esempio, gli insegnerete a diventare più pazienti. Chiedetegli di tenere in equilibrio una pallina mentre attraversa la stanza: riceverà un punto ogni passo che riuscirà a fare. Fategli poi costruire una casetta di carte, dando un punto per ogni carta che riesce a rimanere su. Infine, chiedetegli di far ruotare delle monete su un tavolo liscio: avranno un punto ogni volta che riusciranno a farne ruotare una per cinque secondi. Ognuno di questi giochi durerà 3 minuti e toglierete un punto ogni volta che mostreranno segni di insofferenza.

Affidandogli delle piccole incombenze, adeguate alla sua età, li renderete più responsabili; e con la "caccia al tesoro alle emozioni positive", un gioco che prevede di trovare e raccogliere in 10 minuti cinque cose che li fanno stare bene e poi a spiegare perché le hanno scelte, gli insegnerete a trovare sempre il lato positivo delle cose.

 

Attraverso il disegno migliorerete la vostra comunicazione e con il gioco del "Tic Tac Toe", che prevede l'utilizzo di "carte dei problemi", li aiuterete a trovare delle soluzioni pratiche alle criticità che stanno affrontando. 

Gli ultimi due giorni del programma sono destinati a insegnare ai bambini a obbedire, ma anche a trovare momenti e occasioni per divertirvi insieme.  

LA FASE FINALE

Finite le tre settimane, è comunque importante ribadire l'importanza di questa conquista per evitare che si ritorni al punto di partenza.

Perché il programma sia efficace, è importante che i genitori non cedano. «In genere, se seguito con risolutezza e determinazione, l'approccio proposto funziona nell'85% dei casi, percentuale che scende al 50% o meno quando lo si persegua controvoglia o con poca convinzione». Ci sono poi anche casi che restano indifferenti perfino alle strategie meglio pianificate, ma si tratta di «numeri molto ristretti».

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