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Sonno del neonato: breve guida alla nanna

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Sonno del neonato: una breve guida alla nanna con i consigli della psicologa Alessandra Bortolotti. Vediamo cosa può infuire sul sonno dei bambini

In questo articolo

Guida alla nanna del neonato

Ci sono i (pochi) super-fortunati: genitori di bambini che, fin dalle prima settimane (o giorni!) di vita dormono ogni notte per cinque, sei o più ore di fila.

E poi c'è la maggioranza di genitori "comuni", che vengono svegliati più volte per notte. In realtà è tutto normale: come spiega la psicologa perinatale Alessandra Bortolotti nel libro I cuccioli non dormono da soli, nei primi tre-cinque anni i risvegli notturni dei bambini sono fisiologici, ovviamente con frequenze diverse: un neonato si sveglierà più spesso di un bambino di un anno. "Colpa" dei processi di maturazione del cervello, che non sono ancora completi e fanno sì che, rispetto a un adulto, un bambino passi più tempo nella fase REM del sonno, quella nella quale si sogna ed è più facile svegliarsi, e passino più spesso da una fase all'altra, il che facilita i risvegli.

Oltre a questo, entrano in gioco la variabilità individuale (ad alcuni bambini bastano meno ore di sonno che ad altri per ricaricarsi) e il tipo di alimentazione: la digestione del latte materno è più veloce di quello artificiale, per cui i piccoli allattati al seno tendono a svegliarsi più spesso. (Ma attenzione: non è detto che passando al latte artificiale i bambini dormano automaticamente di più)

Dorme lui, dormi anche tu!

Può sembrare una magra consolazione, ma già sapere che i risvegli frequenti sono la norma può aiutare: se si parte convinti che i bambini possano dormire a lungo, diventa più difficile adattarsi alla realtà. La fatica, comunque, rimane, e allora è bene che, soprattutto nelle prime settimane, la mamma approfitti del sonno del bimbo per riposare a sua volta, delegando il più possibile le faccende indispensabili, come la spesa e la preparazione dei pasti.

A ciascuno il suo modo di far dormire i bambini

Che fare se il pupo si sveglia spesso di notte? Il tema è uno dei più gettonati nei manuali per i neogenitori e gli approcci proposti possono essere molto differenti: dall'estinzione graduale del problema (il cosiddetto metodo Estivill), che prevede di lasciar piangere il bambino per tempi crescenti, al consiglio opposto di prenderlo in braccio e coccolarlo, proposto per esempio nel libro Besame Mucho dal pediatra Carlos Gonzales, secondo il quale per il bambino è fondamentale il contatto psicofisico. Per qualcuno, la soluzione è mettere il bimbo nel lettone: una strategia praticata da molti genitori (anche se magari si rifiutano di ammetterlo), sostenuta da alcuni esperti, ma sconsigliata vivamente da altri.

Molti pregiudizi, poche certezze

La verità è che non c'è una ricetta magica che vada bene per tutti: ogni famiglia deve trovare il suo modo per "sopravvivere" a notti complicate. L'importante è essere consapevoli che su questo argomento pesano molti pregiudizi culturali e poche certezze scientifiche. È vero per esempio che alcuni studi sembrano mostrare l'efficacia del metodo Estivill, ma sono studi condotti su campioni piccoli, e relativi a brevi periodi. Non è ancora del tutto chiaro quali potrebbero essere, sul lungo periodo, effetti e conseguenze di questa strategia piuttosto stressante. Viceversa, ricorda Alessandra Bortolotti, non ci sono studi a sostegno dell'idea che un bimbo che passa i primi mesi (o anni) nel lettone - ovviamente in una situazione di sicurezza, per evitare ogni possibile rischio di schiacciamento o soffocamento - non sarà mai autonomo e indipendente.

Che cosa può influire sul sonno dei bambini

Vari fattori possono interferire con il sonno di neonati, lattanti e bambini. Per esempio: eruzione dei dentini, sensibilità individuale ai rumori, malattie, inserimento al nido o alla scuola materna, nascita di un fratellino o sorellina, eccitazione per il raggiungimento di una tappa di sviluppo, ritorno al lavoro della mamma, alto volume di apparecchi elettronici, presenza in casa di "estranei" (amici o parenti poco familiari), tensioni familiari (urla e litigi possono spaventarli).

Perché tuo figlio non riesce a prendere sonno? Ecco i possibili motivi

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Apnee neonato
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L'INTERFERENZA ESTERNA
Continuare a prendere in braccio o cullare il bimbo finché non si addormenta non lo aiuta ad imparare a prendere sonno da solo. L'unica cosa che capirà sarà che quando si sente stanco, deve piangere per far accorrere "l'assistente" che lo aiuta a dormire: ossia te!
Cominciate a metterlo a letto quando non è ancora del tutto addormentato, così da abituarlo ad addormentarsi autonomamente.

È TROPPO PICCOLO
I bimbi piccoli che dormono tutta la notte sono rarissimi, rassegnatevi. Certo, un neonato dorme dalle 16 alle 18 ore al giorno, ma non hanno ancora un ritmo "notte-giorno" ben settato, ed è molto difficile che non si sveglino per più di 7 ore di fila.

MANCANZA DI ROUTINE
In mancanza di tempistiche ben regolate per pisolino e sonno notturno, il bimbo avrà grosse difficoltà a trovare un riposo che lo ristori a dovere. Stabilite una routine fatta di piccole tappe (bagnetto, storia della buonanotte, ecc...) che preparino inconsciamente il bambino al momento della nanna.

ANSIA DA SEPARAZIONE
È una fase normale del percorso di crescita, che però il genitore non deve incoraggiare temporeggiando e ritardando il distacco.

ORA DELLA NANNA POSTICIPATA
Alcuni bambini proprio non vogliono andare a letto e inventano scuse fantasiose per ritardare il momento del sonno, come le richieste di un'altra storia o di mangiare qualcosa. Siate fermi sulle vostre posizioni e spiegate con dolcezza che ad una certa ora, gli occhi dei bimbi si devono chiudere!

POCHI PISOLINI
Soprattutto fino ai 5 anni, il pisolino è fondamentale per i bimbi. Fate fare anche più di un sonnellino ai vostri piccoli, a meno che l'ora della nanna non sia troppo vicina.

SCHERMI LUMINOSI
Dare tablet o smartphone ai ragazzi prima di dormire è una pessima idea, perché le luci sfalzano il ritmo sonno-veglia del cervello.

APNEA E RUSSATE
Sebbene sia rara, l'apnea notturna che blocca le vie respiratorie può essere all'origine dei problemi di riposo del pargolo. La causa può essere un disturbo alle tonsille (le adenoidi) e i sintomi si manifestano con respiro affannoso e russate rumorose durante il sonno. Un consulto dal pediatra è la miglior cosa per dipanare qualsiasi dubbio (può anche essere un problema al setto nasale).

BRUTTI SOGNI
E normale che i bambini abbiano brutti sogni. rassicurate i piccoli e rimetteteli subito a nanna. Se gli incubi diventano al'ordine del giorno però, è meglio rivolgersi al pediatra.

SONNAMBULISMO
Talvolta i bimbi durante la fase del dormi-veglia si alzano e compiono azioni in condizioni di semi-incoscienza. In questi casi non bisogna mai svegliarli (si potrebbero spaventare), ma vanno riaccompagnati a letto con delicatezza. Se sapere che vostro figlio è sonnambulo, rendete l'ambiente più sicuro possibile, magari chiudendo a chiave la porta delle camere che potrebbero nascondere inside (es: cucina).

ALLERGIE E MEDICINE
Naso rosso e starnuti continui sono nemici del buon riposo. Concordate con il medico curante una strategia adeguata, tenendo conto che anche i medicinali possono alterare il sonno.

ADOLESCENZA
L'adolescenza è un uragano che stravolge ogni cosa, ritmo sonno-veglia compreso. Assecondate entro i limiti del buon senso questo cambiamento.
Un esempio? Se Il/la ragazzo/a ce la fa, permettetegli/le di fare i compiti anche dopo cena, prima di andare a letto. L'importante è che si dorma almeno 8 ore!

NIENTE CIUCCIO
Avere un oggetto speciale come un ciuccio o un orsetto con cui addormentarsi, a meno che non sia proprio un neonato, può essere d'aiuto al piccolo per addormetarsi serenamente.

AMBIENTE SOVRA-STIMOLANTE
La cameretta deve aiutare il bambino a prendere sonno. Niente luci (solo una piccola lampadina se il bimbo ha paura del buio) o televisori accesi, pigiami comodi e silenzio: ecco la ricetta per un sonno ristoratore!

STRESS
Anche i bambini si stressano. Oltre a controllare che i bimbi imparino a gestire le situazioni complicate durante la giornata, aiutateli a rilassarsi prima di mettersi a letto con piccoli gesti come uno spuntino sano o una coccola.

Sids, ecco come prevenirla

La Sids, sigla che viene dalle parole inglesi che stanno per "sindrome della morte improvvisa del lattante" è la morte improvvisa e senza cause apparenti di un bambino tra la nascita e un anno di vita. Chiamata anche "morte in culla", è un evento raro ma estremamente tragico, dalle cause ancora sconosciute. Sappiamo però che alcune situazioni sembrano associate a un maggior rischio di morte in culla, e che alcuni comportamenti sono in grado di ridurne l'incidenza in modo significativo.

Vediamo quali sono.

 

1. Posizione per la nanna

Nei primi mesi di vita, il bimbo va sempre messo a dormire sulla schiena. Anche se sembra preferirlo, cerca di evitare di farlo dormire a pancia in giù o di fianco.

 

2. Lettino sicuro

Il materasso deve essere rigido e senza cuscino e il lettino deve essere sgombro: niente adattatori, paracolpi, piumini, peluche o giochi. Se possibile, evitare anche coperte e lenzuola: per la nanna basta una tutina. L'ideale sarebbe far dormire il bebè nella stanza con mamma e papà (room sharing), ma in un lettino separato.

 

3. Niente fumo

Il fumo di sigaretta è un fattore di rischio importante per la Sids. Il bambino non va esposto a fumo (della mamma, ma anche passivo) né durante la gravidanza né dopo la nascita.

 

4. Fresco è meglio

La temperatura ideale della stanza da letto è di 18-20 °C. Ricorda che se ha la febbre può avere bisogno di essere coperto meno, non di più.

 

5. Ciuccio protettivo

Sembrerebbe avere un effetto protettivo nei confronti della Sids, ma va comunque introdotto dopo il primo mese di vita e "al naturale" (senza immergerlo in sostanze edulcoranti). Se il tuo bambino lo rifiuta, non forzarlo e, se lo perde, non rimetterglielo.

10 cose da sapere assolutamente sul sonno dei bambini

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 Ecco alcune cose da sapere sul sonno di bambini e ragazzi. Tratto dal sito americano WebMd.   

Il sonno fa bene.
I bambini devono dormire a sufficienza per rimanere in buona salute. I muscoli del corpo, compreso il cuore, durante il sonno si riparano. Inoltre, dormire previene l'obesità infantile: infatti la mancanza di sonno stimola l'ormone della fame.

Favorisce l'apprendimento.
Mentre il bambino dorme, il cervello immagazzina i ricordi della giornata così da poterli richiamare alla mente durante il giorno. E questo è fondamentale per l'apprendimento. Un bambino ben riposato sta anche più attento in classe e di conseguenza andrà meglio a scuola.

Quanto deve dormire un bambino?
I bambini hanno bisogno di più ore di sonno dei grandi. A uno-due anni devono dormire dalle 11 alle 14 ore, compreso il sonnellino. A tre-cinque anni dalle 11 alle 13 ore. A sei- tredici anni dalle 9 alle 11 ore. Gli adolescenti dalle 8 alle 10 ore.

Fino a che età ha bisogno del sonnellino?
Il pisolino diurno dipende da quanto dorme di notte. Un bambino piccolo di uno, due anni può dormire di notte circa otto ore e il resto di giorno, in modo da riposare almeno 13 ore. La maggior parte dei bambini smette di fare il sonnellino all'età di cinque anni. E ovviamente dovrà dormire di più la notte. Se un adolescente ha bisogno del sonnellino, vuol dire che non dorme a sufficienza di notte.

Come si fa a mettere a letto presto un bambino?
L'ora della nanna non deve essere una battaglia! Bisogna impostare una routine sempre uguale anche nel weekend. Ad esempio: bagnetto, lavaggio denti, pipì, lettura del libro e poi nanna. E' importante assicurarsi che la stanzetta sia abbastanza buia, non troppo calda e con i dispositivi digitali spenti. E il letto non deve mai essere usato per giocare o fare i compiti. Inoltre, il piccolo di giorno deve sfogarsi fisicamente il più possibile: fategli fare sport, andate a scuola a piedi o in bici, portatelo al parchetto (anche in inverno)...

E' un adolescente?
Non è una missione impossibile, ma certamente non è facile dire a un ragazzo di andare a dormire presto. Gli adolescenti hanno un orologio biologico che li spinge ad andare a letto tardi e a dormire di più la mattina. Ma con la scuola questo non è possibile. Quello che possono fare i genitori è a una certa ora fargli spegnere cellulare e altri dispositivi tecnologici.

La scuola potrebbe iniziare più tardi?
Questo è un tema controverso, soprattutto per le secondarie e le superiori che spesso iniziano alle otto del mattino e rende difficile ai ragazzi dormire il giusto numero di ore. Iniziare un po' dopo potrebbe aiutare gli studenti ad avere voti migliori. Infatti vari test hanno dimostrato che chi dorme di più ottiene migliori risultati scolastici.

Potrebbe soffrire di un disturbo del sonno?
E' normale che i bambini non vogliano andare mai a nanna e nella maggior parte dei casi non c'è da preoccuparsi. Ma qualche volta potrebbe trattarsi di un problema medico. Ad esempio se il piccolo russa parecchio e si sveglia di continuo e ha problemi di respirazione mentre dorme potrebbe soffrire di apnee notturne. Nel caso è meglio parlarne con il pediatra.

E' iperattivo o non ha abbastanza sonno?
Adulti e bambini non si comportano allo stesso modo quando devono prendere sonno. Voi vi mettete quieti a letto, vostro figlio invece si agita e sbatte da una parte all'altra del letto. Questo comportamento solitamente è un modo di dar sfogo ai troppi stimoli della giornata. In alcuni casi potrebbe però trattarsi di Adhd. E' quindi meglio parlarne con il pediatra. E comunque diversi studi hanno dimostrato che dormire il giusto aiuta i bambini con Adhd a essere meno iperattivi.

Una considerazione generale sui metodi per la nanna

Quello presentato in questo articolo è uno dei tanti approcci o metodi proposti da esperti, mamme, tate e così via per "aiutare" il bambino a fare la nanna. I consigli sull'argomento – di certo uno dei più caldi per mamme e papà – sono praticamente infiniti, ma vale la pena fare alcune considerazioni generali. 

 

Per cominciare va considerato che i risvegli notturni dei bambini sono fisiologici fino a 3-5 anni. Certo, c'è qualcuno che fin da piccolissimo non si sveglia praticamente mai durante la notte ma è appunto del tutto "normale" che altri ci mettano più tempo a regolarizzare il proprio sonno. In secondo luogo va detto che in genere questi metodi non hanno una solida base scientifica, nel senso che non sono stati sottoposti a studi rigorosi che ne possano confermare o meno l'efficacia e la sicurezza. Alcuni, inoltre, possono essere fonte di grande stress per i bambini o per i genitori. E se sono metodi "uguali per tutti" chiaramente non rispettano l'individualità né dei piccoli né degli adulti. 

 

Che fare allora? Anzitutto cercare di avere più fiducia nelle proprie competenze di genitori e, se si desidera, affidarsi a un metodo non perché lo ha detto un'amica o perchè è di moda, ma perché in famiglia si è valutato che, date le caratteristiche di bambino e genitori, potrebbe rappresentare un buon tentativo per migliorare la qualità del sonno di tutti.

 

Come sottolineava* Franco Panizon, maestro della pediatria italiana, "ho sempre detto alle mamme che me lo chiedano che non ci sono prove né a favore né a sfavore di un metodo rispetto a un altro. Ciascuno è quantomeno autorizzato ad andare dove lo porta il cuore: a chiedere a sé stesso (e non a una scienza del comportamento) come comportarsi, senza pentimenti e senza timore di condanne. (* dal Libro della nanna di A. Ferrando, Edizioni LSWR 2019)

testo di Valentina Murelli

Domande e risposte

Che fare se il bambino si sveglia spesso durante la notte? 

Il tema è uno dei più gettonati nei manuali per i neogenitori e gli approcci proposti possono essere molto differenti: dall'estinzione graduale del problema (il cosiddetto metodo Estivill), che prevede di lasciar piangere il bambino per tempi crescenti, al consiglio opposto di prenderlo in braccio e coccolarlo, proposto per esempio nel libro Besame Mucho dal pediatra Carlos Gonzales, secondo il quale per il bambino è fondamentale il contatto psicofisico. Per qualcuno, la soluzione è mettere il bimbo nel lettone: una strategia praticata da molti genitori (anche se magari si rifiutano di ammetterlo), sostenuta da alcuni esperti, ma sconsigliata vivamente da altri.

Cosa può influire sul sonno dei neonati o dei bambini? 

Vari fattori possono interferire con il sonno di neonati, lattanti e bambini. Per esempio: eruzione dei dentini, sensibilità individuale ai rumori, malattie, inserimento al nido o alla scuola materna, nascita di un fratellino o sorellina, eccitazione per il raggiungimento di una tappa di sviluppo, ritorno al lavoro della mamma, alto volume di apparecchi elettronici, presenza in casa di "estranei" (amici o parenti poco familiari), tensioni familiari (urla e litigi possono spaventarli).

Cos'è la Sids? 

La Sids, sigla che viene dalle parole inglesi che stanno per "sindrome della morte improvvisa del lattante" è la morte improvvisa e senza cause apparenti di un bambino tra la nascita e un anno di vita. Chiamata anche "morte in culla", è un evento raro ma estremamente tragico, dalle cause ancora sconosciute. 

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