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Neonati: l’importanza della vitamina D

di Valentina Murelli - 19.03.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
È uno dei pilastri fondamentali per il solido sviluppo del bambino: raccomandata per tutti l'integrazione dalla nascita al primo compleanno

In questo articolo

A cosa serve la vitamina D

Per cominciare, è ben noto che si tratta di una vitamina fondamentale per la crescita e lo sviluppo della massa ossea, dalla vita fetale in poi: un effetto esercitato sia attraverso l'azione sul metabolismo del calcio e del fosforo sia stimolando lo sviluppo muscolare.

Non a caso è proprio il rachitismo – un'alterazione della crescita delle ossa – la manifestazione principale di carenze significative di vitamina D, caratterizzata da problemi di mineralizzazione dello scheletro e conseguenti deformità. Tra l'altro, costruire ossa solide durante infanzia e adolescenza non è importante solo per ridurre il rischio di fragilità ossea e rachitismo in questi momenti della vita, ma anche per garantire la salute dello scheletro a lungo termine, prevenendo l'insorgenza di osteoporosi.

Forse meno noto è il fatto che negli ultimi anni è diventato sempre più evidente che la vitamina D funziona come un ormone capace di regolare anche altre funzioni dell'organismo e in particolare varie attività del sistema immunitario e la funzionalità dell'apparato respiratorio.

Dove si trova

La fonte principale di vitamina D è endogena, nel senso che la produciamo noi stessi a livello della pelle in seguito all'esposizione al Sole.

Le fonti alimentari di vitamina D sono invece piuttosto limitate. Gli alimenti che ne sono più ricchi sono: pesce azzurro e salmone, olio di pesce, latticini (soprattutto burro, yogurt e formaggi), tuorlo d'uovo e fegato.

Ovviamente, per i neonati è impossibile ottenere un'adeguata quantità di vitamina D in questi due modi, perché per i piccolini non è raccomandata l'esposizione diretta al sole e i cibi che la contengono vengono introdotti solo con lo svezzamento. Inoltre, anche nella migliore delle ipotesi difficilmente si riesce ad arrivare con la sola alimentazione a metà del fabbisogno giornaliero di vitamina D, che secondo le ultime indicazioni della Società italiana di nutrizione umana è pari a 400 UI (unità internazionali) per i bambini sotto i 12 mesi.

Perché per i neonati è importante prendere la vitamina D e quanta devono prenderne

Per i piccolini allattati al seno non ci sono dubbi: considerato che sono in genere poco esposti al Sole e che il latte materno contiene bassi livelli di vitamina D (soprattutto se la mamma è carente), la supplementazione è considerata essenziale. Sia a livello nazionale sia a livello internazionale si raccomanda la somministrazione di 400 UI di vitamina D al giorno per tutti i neonati a termine allattati al seno: esistono pratiche formulazioni in gocce.

Un po' più sfumata la posizione rispetto ai bambini che prendono latte artificiale, perché se da un lato le formule contengono vitamina D, dall'altro non riescono a garantirne un apporto adeguato  a meno di non assumerne una certa quantità. La stima è di circa un litro al giorno, il che non avviene nelle prime settimane di vita, né dopo l'introduzione dell'alimentazione complementare. Per questo un documento di consenso italiano coordinato dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale (SIPPS) consiglia la supplementazione con 400 UI al giorno di vitamina D anche per i bambini che prendono latte artificiale.

Per i bambini prematuri la raccomandazione è di 200-400 UI al giorno per un peso alla nascita al di sotto dei 1500 grammi e di 400-800 UI al giorno per un peso superiore ai 1500 grammi.

Per saperne di più:

Fonti per questo articolo: documento di consenso di Sipps, Sip e Fimp pubblicato su Italian Journal of Pediatrics, 2018; raccomandazioni Associazione pediatri americani; documento di consenso globale sulle raccomandazioni per la prevenzione e la gestione del rachitismo.

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