Cosa sono i neuroni specchio?
Diventare genitori significa incamminarsi in due su un percorso nuovo dove si concepisce una vita e al tempo stesso, in ciascun componente della coppia, si genera una nuova dimensione. Essere mamma, essere papà.
Sicuramente non esiste il "manuale del genitore perfetto" e di volta in volta è bene fermarsi, contestualizzare e valutare nuove strategie educative, senza aver paura di mettersi in discussione e consapevoli della grandissima responsabilità di crescere un figlio.
La chiave per cercare di essere dei genitori di successo si trova nei sentimenti più profondi di amore e di affetto per i figli, e si dimostra semplicemente, attraverso la comprensione, l'ascolto dei bisogni del bambino e il buon esempio.
Ma c'è di più…
Una delle più grandi scoperte delle neuroscienze contemporanee degli ultimi decenni ci ha fatto conoscere i neuroni specchio e la forte influenza che si riflette nello sviluppo dell'individuo, soprattutto nei primi tre anni di vita. Nei famosi primi mille giorni.
Che cosa sono i neuroni specchio
I neuroni specchio documentano l'esistenza di una predisposizione neurobiologica dell'individuo umano all'intersoggettività. Sono una rete di neuroni interagenti, distribuiti in varie zone cerebrali, che hanno la straordinaria proprietà di permettere al soggetto di riprodurre schemi motori, comportamentali e stati emozionali osservati in altri soggetti.
Dunque, i neuroni specchio hanno un'enorme rilevanza in tutti i processi di apprendimento:
- psicomotorio,
- cognitivo,
- comportamentale
- ed emozionale.
Il bambino coglie spontaneamente, senza esserne consapevole i piccoli gesti del genitore o del caregiver e li ripropone. La sua intenzione, anche mentale, viene comunicata continuamente e i neuroni specchio creano la sintonizzazione affettiva necessaria per un funzionale sviluppo del bambino.
Ascolta il podcast sui neuroni specchio
L'apprendimento del bambino
Il bambino impara attraverso un sistema di rispecchiamento?
Assolutamente si!
Impara attraverso un sistema imitativo. Quindi l'azione è pensiero. E' significato. Il significato non viene dopo, ma contemporaneamente.
Il bambino apprende imitando i comportamenti e le emozioni dell'altro. Se si entra nel territorio delle emozioni, sappiamo che esiste un sistema di rispecchiamento simile a quello per le azioni.
Quando si prova un determinato stato d'animo e l'osserviamo nell'espressione dell'altro, si attivano le stesse aree.
Le relazioni empatiche tra genitori e figli hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo dei sistemi cognitivi del bambino, connessi alla regolazione delle emozioni e alla capacità riflessiva.
In condizione di stress per il bambino, il genitore adeguatamente sintonizzato sui suoi stati affettivi è in grado di ristabilire uno stato di attivazione fisiologica ottimale, attraverso la presenza fisica ed affettiva.
Nell'infanzia un bambino riesce a costruire un attaccamento sicuro con le sue figure accuditive quando sviluppa la capacità di ottenere vicinanza e ricevere cure, di essere rassicurato e confortato dal genitore.
Come possiamo favorire l'esperienza emotiva
Attraverso l'accudimento il bambino sviluppa dei circuiti ottimali per la modulazione delle emozioni e, tramite l'esperienza, egli impara a fidarsi e ad essere confortato, nonché a confortare se stesso. Il suo senso fondamentale di sicurezza e di fiducia lo rafforza man mano che comincia ad allontanarsi dai suoi genitori e ad esplorare il mondo. Al contrario, quando il genitore ha un attaccamento insicuro o irrisolto, quindi con comportamenti inadeguati, contraddittori e incostanti, il bambino non ha la possibilità di sviluppare i circuiti di autoregolazione idonei.
Le relazioni permettono al bambino di imparare a pensare, e le emozioni sono gli artefici e gli organizzatori interni delle nostre menti. La capacità di comprendere i sentimenti dell'altro e di curarsi di come l'altro si sente, può scaturire solo dall'esperienza di un'interazione di accudimento. Lo sviluppo emotivo e quello intellettivo dipendono entrambi da relazioni di accudimento ricche e profonde nei primi anni di vita del bambino.
E se il bambino frequenta il nido?
Quando la famiglia affida il piccolo all'asilo nido, crea un ponte con la nuova realtà sociale, un importante proseguo di ciò che ha avviato da tempo, che diviene naturale fonte di confronto e di crescita.
Gli operatori del nido, insieme alla famiglia, diventeranno per il bambino contenitore sicuro in cui poter sperimentare l'instaurarsi di relazioni tramite un esclusivo contatto emozionale ed una magica aggregazione.
Come valorizzare le competenze dei bambini?
Partendo dal concetto fondamentale che ogni bambino ha delle competenze e potenzialità innate, sarà cura degli operatori del nido osservarle ed estrapolarle per accoglierle e valorizzarle, rispondendo con accudimento ai suoi bisogni.
Lo sviluppo psicomotorio viene influenzato in modo notevole dal rapporto che il bambino instaura con gli adulti che operano all'interno del nido.
La presenza di figure di accudimento nel nido, quindi, serve ad allargare le occasioni di condivisione, a far emergere la personalità del bambino, a costruire un utile elemento di paragone con le modalità di interazione con i genitori e a favorire scambi significativi.
Il nido per sperimentare!
Il nido è progettato per favorire l'equilibrato sviluppo psicofisico dei bambini e la sua finalità è quella di contribuire alla strutturazione dell'identità, allo sviluppo della conoscenza, della socializzazione e della loro autonomia, valorizzando ed integrando le sollecitazioni che ciascun bimbo riceve nell'ambito familiare.
I primissimi anni di vita del bambino sono come i primi giorni di esistenza del chicco di grano: è in questa fase che le caratteristiche della pianta vengono stabilite ed è sempre in questa fase che l'anima del bambino prende forma e consistenza.
L'accudimento, le sensazioni, i sentimenti e gli insegnamenti che il bambino vive al nido, li porterà con sé per sempre e sarà in grado di trasmetterli allo stesso modo con cui li ha ricevuti.
La metafora del chicco di grano rappresenta il metodo della semplicità e della naturalezza.
Non c'è niente di più semplice e naturale di un chicco di grano che fa germogliare una pianta che poi cresce e diventa grande e forte.
Doniamo al bambino un modello di accudimento dove si possa specchiare e rispecchiare: la lanterna che gli indichi una proiezione futura positiva.
Partiamo dall'accudimento per divenire persone capaci di accudire noi stessi e gli altri.
Per accudire il bambino. La comunità.
Percorrendo un sentiero intenso, semplice, assoluto, che trasporta altrove…
nella meraviglia dello sviluppo del bambino.
In famiglia e al nido!
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