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Perché il neonato piange disperato e cosa fare

di Viola Stellati - 22.09.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Quando un neonato piange disperato potrebbe essere il sintomo di una complicazione medica da far valutare a chi di dovere

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Neonato piange disperato

L'unico modo che conoscono i bambini appena nati di comunicarci le loro emozioni e il loro bisogni è il pianto. Ciò vuol dire che se udiamo urla e vediamo lacrime rigare i loro bei visetti, nella maggior parte dei casi non dobbiamo preoccuparci perché non sta succedendo niente di serio. Tuttavia, possono capitare occasioni in cui il neonato piange disperato, situazioni in cui bisogna fare alcune piccole valutazioni in più: scopriamo insieme come aiutarlo.

La prima cosa che occorre sapere su questo argomento è che quando il neonato piange disperato il più delle volte non c'è da preoccuparsi. Stando a quanto si può leggere sul Manuale MSD versione per pazienti, oltre il 95% delle situazioni in cui un bambino appena nato piange non è presente un disturbo medico specifico responsabile.

Nel restante 5% delle situazioni, invece, quando un neonato pianto disperato potrebbe derivare dal fatto che c'è/ci sono in corso problematiche come:

  • reflusso gastroesofageo;
  • peli arrotolati intorno a un dito o al pene;
  • graffio sulla superficie dell'occhio;
  • fissurazione anale;
  • infezione dell'orecchio medio;

Il neonato piange disperato anche in situazioni più complesse, tra cui:

Un'altra delle cause che porta i bambini a piangere in maniera eccessiva è una che hanno una colica in circolo. In queste circostanze un neonato piange disperato per almeno 3 ore al giorno, per oltre 3 giorni a settimana e per più di 3 settimane.

In sostanza, nella maggior parte dei casi se un nuovo venuto al mondo piange non c'è alcun motivo di allarmarsi perché ci sta comunicando che ha fame, per esempio, oppure che ha sonno. Nelle altre situazioni, quindi quando un neonato piange disperato, potrebbe essere sintomo di situazioni più complesse che vanno necessariamente valutate da un medico.

L'Ospedale Bambino Gesù specifica che i genitori devono preoccuparsi, e quindi rivolgersi a chi di dovere, quando un bambino che di solito è tranquillo piange forte ed a lungo senza un motivo evidente e correggibile.

Parliamo perciò di quel tipo di pianto che ci risulta impossibile da fermare. In questi casi, infatti, è sempre opportuno consultare il pediatra curante per individuare le cause possibili di fastidio, di dolore o di malattia.

Tuttavia, è importante ricordarsi che durante il primo anno di vita - e in particolar modo nel primo trimestre della loro esistenza - i neonati piangono per circa 2-3 ore ogni giorno e per questo non bisogna agitarsi.

Nel caso in cui il neonato pianga perché c'è qualcosa che gli provoca dolore, fastidio, fame o sete, basta una maggiore vicinanza, contatto e attenzione da parte dei genitori. Se il problema è uno di quelli che vi abbiamo elencato adesso, infatti, potrete verificarlo facendo sentire la vostra presenza e senza paura di esagerare e di viziarlo.

Quando invece il pianto è frequente, difficile da interpretare ed il pediatra curante non individua una causa patologica, ciò che possiamo fare è provare a incoraggiare il bambino, con gradualità, a calmarsi da solo.

No, non è impossibile perché i neonati sono dotati fin dalla nascita di un sistema interno di auto-consolazione.

Infatti, non intervenire immediatamente ma farlo dopo un periodo di tempo che va aumentato gradualmente giorno dopo giorno, potrebbe far sì che l'aiuto dei genitori non sia più necessario. Il motivo è piuttosto semplice: il bambino stesso avrà imparato come smettere perché consapevole di cosa fare per calmarsi e rilassarsi.

Infine ricordatevi che se siete sfiniti dalle lacrime e dalla stanchezza, quando sentite che state per esplodere dovete cercare aiuto affidando il bambino nelle braccia di qualcuno di fiducia che si trova vicino a voi.

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