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Acido folico post parto: a cose serve prenderlo?

di Francesca Capriati - 01.03.2022 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Acido folico post parto: perché prendere l'acido folico dopo il parto e in allattamento. Cosa dicono le linee guida OMS e quali sono i benefici

In questo articolo

Acido folico post parto

Ormai l'assunzione di un integratore di acido folico è entrata nella pratica comune di tutte le future mamme durante la gravidanza, ma forse poche sanno che questa vitamina è indispensabile anche durante i primi mesi dopo il parto, soprattutto se si sta allattando. E gli esperti sono concordi: l'acido folico post parto è importante per ridurre il rischio di anemia.

Cos'è l'acido folico

Il folato è la forma forma naturale della vitamina B9, idrosolubile e presente naturalmente in molti alimenti. Il folato svolge un ruolo chiave nella scomposizione dell'omocisteina, un aminoacido che può esercitare effetti dannosi nell'organismo se presente in quantità elevate. Il folato è necessario anche per produrre globuli rossi sani ed è fondamentale durante i periodi di rapida crescita, come durante la gravidanza e lo sviluppo fetale. L'acido folico è la molecola di sintesi che si riferisce alla forma ossidata della vitamina che torviamo negli integratori.

Dove si trova

Gli alimenti più ricchi di acido folico sono:

  • le verdure a foglia verde (carciofi, asparagi, indivia, broccoli, spinaci);
  • la frutta secca, in particolare le nocciole, le noci e i pistacchi;
  • i legumi (ceci e piselli);
  • la frutta (kiwi, fragole e arance);
  • il fegato;
  • le frattaglie;
  • il tuorlo dell'uovo.

Quanto acido folico bisogna prendere?

Il fabbisogno di acido folico nella popolazione generale è di 0,4 mg al giorno e di solito è sufficiente seguire un'alimentazione variegata ed equilibrata per raggiungere questa quota. Durante il periodo della gravidanza e dell'allattamento il fabbisogno giornaliero aumenta ad almeno 0,6 mg.

A cosa serve

In epoca preconcezionale e durante la gravidanza l'assunzione di acido folico è considerata una pratica fondamentale per la prevenzione di alcune malformazioni congenite come i difetti del tubo neurale (DTN), ma anche per un corretto siviluppo del feto. Da quando l'integrazione di acido folico è stata inserita come prassi quotidiana durante la gravidanza il tasso di casi di neonati con spina bifida e malformazioni del tubo neurale è sceso in maniera significativa. 

Perché prendere l'acido folico dopo il parto

Nel periodo postpartum, l'integrazione di ferro e acido folico può ridurre il rischio di anemia migliorando la quantità di ferro nell'organismo materno.

Cosa dicono le linee guida

Secondo le indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità è importante integrare con una supplementazione giornaliera di acido folico, da iniziare almeno un mese prima del concepimento e per tutto il

primo trimestre di gravidanza.

Le indicazioni ufficiali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (che ha pubblicato 12 linee guida aggiornate per la cura della mamma e del neonato nelle prime settimane di vita) ci dicono che è raccomandata una supplementazione orale di ferro, da sola o in combinazione con acido folico, per 6-12 settimane dopo il parto al fine di ridurre il rischio di anemia, soprattutto in contesti in cui l'anemia gestazionale rappresenta un rischio per la salute pubblica.

In allattamento una integrazione di acido folico (in una quantità compresa tra 400 mcg e 500 mcg) aiuta a supportare la produzione di globuli rossi, la rigenerazione cellulare e a sintetizzare il DNA.

Fonti

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Aggiornato il 10.01.2022

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