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Baby blues e depressione post parto, 4 cose da sapere

di Valentina Murelli - 17.06.2020 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Non sempre dopo la nascita è un idillio: può succedere - sia alle mamme sia ai papà - di andare incontro a disturbi psicologici di varia gravità, dalle forme più lievi a depressioni conclamate. Ecco 4 cose da sapere su depressione post parto e baby blues

In questo articolo

Finalmente sei mamma, ma, passata la felicità dei primi giorni, il tuo umore è diventato più labile, ti viene spesso da piangere e ti senti triste, irritabile, ansiosa. Potrebbe trattarsi di baby blues: «Una sorta di tristezza che colpisce in genere tre/quattro giorni dopo il parto e dura circa una settimana» spiega lo psichiatra Mauro Mauri, dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa.

Il "Blues" non è un vero disturbo, ma una condizione quasi fisiologica, dovuta ai cambiamenti ormonali del post parto e al forte stress psico-fisico di travaglio e parto.

È molto frequente e in genere passa da sola: basta stare vicino alla mamma, sostenerla, cercare di darle una mano se ha qualche difficoltà.

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1. Depressione: tutti i sintomi

A volte - succede al 10-15% delle donne - la tristezza non è lieve e transitoria, ma profonda e persistente. Potrebbe trattarsi di depressione post parto, un disturbo che si manifesta in genere dal terzo mese al primo anno dopo il parto.

I sintomi comprendono

  • ansia e preoccupazione,
  • umore abbattuto,
  • tendenza a vedere tutto nero,
  • perdita di interesse nel fare le cose,
  • alterazioni del sonno e dell'appetito.

«Più eventuali manifestazioni legate alla maternità, come il senso di inadeguatezza nel di prendersi cura del bambino» precisa Franca Aceti, psichiatra del policlinico Umberto I di Roma.

Le conseguenze possono essere importanti anche per il piccolo: «Alcune donne - spiega l'esperta - assumono un atteggiamento di iper controllo, mentre altre si sentono così inadeguate da arrivare a trascurarlo. In entrambi i casi viene meno la possibilità di entrare in sintonia con i bisogni del proprio bambino, che è il primo passo per la costruzione di un attaccamento sicuro».

2. Quando colpisce il papà

Anche i papà possono soffrire di depressione post parto. Succede a uno su dieci nel primo anno del bambino, con un picco tra i e tre e i sei mesi.

«I sintomi - afferma Aceti - sono quelli classici della depressione»:

  • stato di abbattimento,
  • tristezza,
  • disturbi del sonno,
  • desiderio di isolamento,
  • difficoltà a concentrarsi,
  • senso di inadeguatezza rispetto al rapporto con la compagna e con il figlio».

Tra i fattori di rischio:

  • il fatto di aver già sofferto di depressione o ansia,
  • il fatto che ne soffra la mamma,
  • la precarietà economica,
  • un rapporto di coppia non soddisfacente,
  • il senso di esclusione dalla coppia mamma-bambino.

3 - Umore nero: prevenzione e trattamento

Non c'è una ricetta sicura per evitare la depressione post parto, ma alcune strategie possono rappresentare dei fattori protettivi. In particolare:

  • la possibilità di un riposo adeguato nelle prime settimane dopo il parto (se hai bisogno una mano per le incombenze domestiche chiedi aiuto, e limita le visite di amici e parenti nei primi giorni dopo l'arrivo del bebè);
  • una dieta equilibrata con alimenti ricchi di acidi grassi omega 3 (pesce, noci, olio di semi di lino);
  • un buon apporto di vitamina D (per farne scorta basta una sana vita all'aria aperta, ma eventualmente puoi chiedere al medico di valutare se serva un'integrazione);
  • un buon rapporto con il partner e una buona rete di familiari e amici.

4 - Dialogo, psicoterapia e farmaci

Capire che si soffre di depressione post parto non è sempre facile, perché a volte i sintomi sono subdoli, al confine con una forte stanchezza, e spesso è la donna stessa a minimizzare. Tuttavia - e questo vale sia per le mamme sia per i papà - se ci si rende conto che qualcosa non va, che il tempo passa e sintomi "negativi" non si allentano, la cosa migliore da fare è parlarne con qualcuno. Partner, amici e familiari, certo, ma soprattutto il medico di base, oppure uno specialista psicologo o psichiatra.

A volte, se i sintomi sono molto leggeri, se si tratta di baby blues o poco più, già il semplice fatto di parlarne con qualcuno - e di prendersi un po' più cura di sé - migliora la situazione. Altrimenti, esistono varie possibilità di intervento più incisive, dalla psicoterapia (ce ne sono diversi tipi, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale) alla terapia farmacologica. Se il medico ti consiglia un farmaco non avere paura ad assumerlo: è uno strumento importante per risolvere il disturbo e ci sono formulazioni sicure anche durante l'allattamento.

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