Finalmente sei mamma, ma, passata la felicità dei primi giorni, il tuo umore è diventato più labile, ti viene spesso da piangere e ti senti triste, irritabile, ansiosa. Potrebbe trattarsi di baby blues: «Una sorta di tristezza che colpisce in genere tre/quattro giorni dopo il parto e dura circa una settimana» spiega lo psichiatra Mauro Mauri, dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa.
Il "Blues" non è un vero disturbo, ma una condizione quasi fisiologica, dovuta ai cambiamenti ormonali del post parto e al forte stress psico-fisico di travaglio e parto.
È molto frequente e in genere passa da sola: basta stare vicino alla mamma, sostenerla, cercare di darle una mano se ha qualche difficoltà.
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Depressione post parto: 12 pericolosi miti da sfatare
vai alla galleryCome sempre quando si parla di depressione, anche intorno a quella post parto sorge una grande quantità di falsi miti e credenze. Che rischiano di complicare ulteriormente le cose,...
Depressione Post Partum: cause, principali sintomi e come intervenire? Risponde nel podcast la Dott.ssa Emmanuella Ameruoso, Psicologa clinica, psicoterapeuta individuale e di gruppo, specialista in sessuologia e psicologia forense.
In questo articolo
1. Depressione: tutti i sintomi
A volte - succede al 10-15% delle donne - la tristezza non è lieve e transitoria, ma profonda e persistente. Potrebbe trattarsi di depressione post parto, un disturbo che si manifesta in genere dal terzo mese al primo anno dopo il parto.
I sintomi comprendono
- ansia e preoccupazione,
- umore abbattuto,
- tendenza a vedere tutto nero,
- perdita di interesse nel fare le cose,
- alterazioni del sonno e dell'appetito.
«Più eventuali manifestazioni legate alla maternità, come il senso di inadeguatezza nel di prendersi cura del bambino» precisa Franca Aceti, psichiatra del policlinico Umberto I di Roma.
Le conseguenze possono essere importanti anche per il piccolo: «Alcune donne - spiega l'esperta - assumono un atteggiamento di iper controllo, mentre altre si sentono così inadeguate da arrivare a trascurarlo. In entrambi i casi viene meno la possibilità di entrare in sintonia con i bisogni del proprio bambino, che è il primo passo per la costruzione di un attaccamento sicuro».
2. Quando colpisce il papà
Anche i papà possono soffrire di depressione post parto. Succede a uno su dieci nel primo anno del bambino, con un picco tra i e tre e i sei mesi.
«I sintomi - afferma Aceti - sono quelli classici della depressione»:
- stato di abbattimento,
- tristezza,
- disturbi del sonno,
- desiderio di isolamento,
- difficoltà a concentrarsi,
- senso di inadeguatezza rispetto al rapporto con la compagna e con il figlio».
Tra i fattori di rischio:
- il fatto di aver già sofferto di depressione o ansia,
- il fatto che ne soffra la mamma,
- la precarietà economica,
- un rapporto di coppia non soddisfacente,
- il senso di esclusione dalla coppia mamma-bambino.
3 - Umore nero: prevenzione e trattamento
Non c'è una ricetta sicura per evitare la depressione post parto, ma alcune strategie possono rappresentare dei fattori protettivi. In particolare:
- la possibilità di un riposo adeguato nelle prime settimane dopo il parto (se hai bisogno una mano per le incombenze domestiche chiedi aiuto, e limita le visite di amici e parenti nei primi giorni dopo l'arrivo del bebè);
- una dieta equilibrata con alimenti ricchi di acidi grassi omega 3 (pesce, noci, olio di semi di lino);
- un buon apporto di vitamina D (per farne scorta basta una sana vita all'aria aperta, ma eventualmente puoi chiedere al medico di valutare se serva un'integrazione);
- un buon rapporto con il partner e una buona rete di familiari e amici.
4 - Dialogo, psicoterapia e farmaci
Capire che si soffre di depressione post parto non è sempre facile, perché a volte i sintomi sono subdoli, al confine con una forte stanchezza, e spesso è la donna stessa a minimizzare. Tuttavia - e questo vale sia per le mamme sia per i papà - se ci si rende conto che qualcosa non va, che il tempo passa e sintomi "negativi" non si allentano, la cosa migliore da fare è parlarne con qualcuno. Partner, amici e familiari, certo, ma soprattutto il medico di base, oppure uno specialista psicologo o psichiatra.
A volte, se i sintomi sono molto leggeri, se si tratta di baby blues o poco più, già il semplice fatto di parlarne con qualcuno - e di prendersi un po' più cura di sé - migliora la situazione. Altrimenti, esistono varie possibilità di intervento più incisive, dalla psicoterapia (ce ne sono diversi tipi, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale) alla terapia farmacologica. Se il medico ti consiglia un farmaco non avere paura ad assumerlo: è uno strumento importante per risolvere il disturbo e ci sono formulazioni sicure anche durante l'allattamento.