BERE ACQUA PRIMA DEI PASTI. Bere mezzo litro d'acqua mezz'ora prima dei pasti principali può aiutare gli adulti obesi a perdere peso. E' quanto emerge da una ricerca dell'Università di Birmingham, nel Regno Unito, pubblicata sulla rivista "Obesity". Per arrivare a questa conclusione gli studiosi hanno reclutato degli adulti obesi da medici di medicina generale monitorandoli per un periodo di 12 settimane.
DUE O TRE PORZIONI DI FRUTTI DI BOSCO AL GIORNO. L'equivalente di due o tre porzioni al giorno di frutti di bosco come fragole, mirtilli e lamponi, oltre che uva e mele, possono aiutare a trasformare il grasso in eccesso in "grasso beige", una terzo tipo di grasso, oltre a quello bianco o marrone, brucia calorie. E anche col vino rosso si potrebbe ottenere un effetto simile. Merito del resveratrolo, un antiossidante che tra gli effetti benefici avrebbe anche quello di combattere l'obesità. E' quanto emerge da una ricerca della Washington State University pubblicata su "International Journal of Obesity".
IL CONSUMO DI PEPERONCINO RIDUCE LA FAME. Un recettore chimico contenuto nei peperoncini può offrire la chiave per mangiare di meno in modo da perdere peso e quindi combattere l'obesità. Ricercatori dell'"Adelaide University" in Australia hanno studiato su topi di laboratorio il meccanismo con cui il recettore detto TRPV1 può attivare nervi nello stomaco che mandano i messaggi di sazietà al cervello. Hanno anche scoperto come le diete ad alto contenuto di grassi possono neutralizzare i recettori stessi, inducendo a mangiare troppo. Lo stomaco si espande quando è pieno, attivando nervi nello stomaco per dire al corpo che ha ingerito abbastanza cibo, spiega la responsabile della ricerca Amanda Page, del "Centre for Nutrition and Gastrointestinal Diseases" dell'ateneo, sulla rivista PLOS ONE. "Abbiamo osservato che questa attivazione è regolata attraverso i recettori TRPV1 dei peperoncini". E' noto da studi precedenti che la capsaicina, che è nei peperoncini, riduce la fame.
MEGLIO UNA DIETA CON POCHI GRASSI. Una dieta con pochi grassi è molto più efficace di una "low carb" per perdere peso, almeno inizialmente. Lo afferma uno studio del "National Institutes of Health" pubblicato su "Cell Metabolism", secondo cui comunque a lungo termine è meglio scegliere il regime alimentare che si riesce a seguire meglio. I ricercatori hanno selezionato 19 persone obese, sottoponendole a una dieta da 2700 calorie. Il quantitativo calorico è stato poi ridotto di un terzo, ad alcuni riducendo i grassi e agli altri riducendo i carboidrati, e i soggetti sono stati seguiti per due settimane monitorando i livelli di ossigeno e anidride carbonica emessi con il respiro e il tasso di azoto nelle urine, per determinare gli esatti processi metabolici coinvolti. Il risultato è stato che dopo sei giorni di dieta il gruppo che aveva ridotto i grassi aveva perso 463 grammi di grasso, l'80% in più degli altri che ne avevano persi 245.
SE SI E' STRESSATI SI MANGIA DI PIU'. Uno stress anche moderato può 'sabotare' la dieta, facendo in modo che a livello cerebrale la 'ricompensa' data dal cibo risulti più forte dell'intenzione di mangiare sano. Lo afferma uno studio dell'università di Zurigo pubblicato dalla rivista "Neuron". I ricercatori hanno sottoposto 51 persone a un questionario in cui dovevano dividere dei cibi tra 'saporiti' e 'salutari'. I partecipanti sono poi stati divisi in due gruppi, uno dei quali è stato sottoposto a una forma di stress leggero, consistente nell'immergere le mani nell'acqua ghiacciata per qualche minuto. In seguito l'attività cerebrale di tutti i soggetti è stata monitorata mentre dovevano scegliere tra due foto, una con un cibo saporito e una con un cibo salutare. I membri del primo gruppo hanno scelto il cibo più saporito più spesso degli altri.
LA DIETA MEDITERRANEA E' LA MIGLIORE. La migliore alimentazione per chi pratica sport? "Seguire la dieta mediterranea". Parola del Ministero della Salute, che al Vivaio Scuola di Padiglione Italia, a Expo, ha dedicato un incontro focalizzato su educazione nutrizionale e sport. "L'alimentazione dello sportivo - ha spiegato agli studenti la dietologa Carmela Bagnato - deve in primo luogo assicurare un apporto di calorie sufficiente a coprire i dispendi energetici legati agli allenamenti e alle gare. Deve inoltre essere distribuita nell'arco della giornata, tenendo conto della presenza di competizioni e senza dimenticare la gradevolezza e la facile digeribilità del pasto". Per quanto riguarda gli alimenti, il consiglio di Bagnato - valido anche per i non sportivi - è "seguire una dieta variata, ricca di frutta e verdura che assicurano un adeguato apporto di acqua, sali minerali, vitamine e fibre alimentari e mantengono uno schema tipico della "dieta mediterranea".
L'ORDINE IN CUI SI MANGIANO I CIBI PUO' INFLUIRE SULLA SALUTE. Questo vale soprattutto per le persone con diabete di tipo 2, che devono tenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue e che possono trarre benefici da un pasto che inizia con verdure e proteine e solo dopo prosegue con i carboidrati, che evita forti picchi e ricadute nel livello di zuccheri nel sangue. Lo dimostra uno studio del "Weill Cornell Medical College", negli Usa, pubblicato su "Diabetes Care".
DIETA A BASSO CONSUMO PROTEINICO. Adottare periodicamente una dieta a basso contenuto proteine, per solo 5 giorni, ogni 3-6 mesi a seconda della circonferenza addominale e dello stato di salute, e sotto controllo medico, avrebbe degli effetti positivi duraturi sullo stato di salute dell'organismo con cambiamenti in fattori di rischio associati a invecchiamento, patologie cardiovascolari, diabete, obesita' e cancro. La dieta mima-digiuno (Dmd) com'è stata battezzata, è frutto di uno studio condotto da Valter Longo, dell'University of Southern California (USC) e dell'IFOM di Milano, e dimostra sperimentalmente l'efficacia di una dieta periodica che potrebbe rafforzare vari sistemi tra cui quello immunitario e nervoso e potrebbe ridurre il fattore di rischio di varie patologie incluso il cancro a seconda della circonferenza addominale e dello stato di salute.
NO AI CIBI CHE FERMENTANO NELL'INTESTINO. Quello che è un problema quotidiano per almeno il 20% della popolazione italiana, circa 12 milioni di persone, arrivando a comprometterne la qualità di vita, può essere risolto con una dieta personalizzata in cui si si eliminano i cibi che fermentano troppo nell'organismo di cui fanno parte quelli contenenti oligosaccaridi, tipo i legumi, alcune verdure (come carciofi, broccoli, aglio), frutti (come cachi e anguria) e cereali (frumento e segale), alcuni elementi come fruttosio (come mela, pere, pesche, mango), lattosio (latte e formaggi morbidi e freschi), e infine polioli, contenuti in frutta (come ciliegie, susine), verdura (come cavolfiori, funghi) e dolcificanti (mannitolo, sorbitolo e xilitolo). A dimostrarlo è una ricerca tutta italiana, in cui per la prima volta una dieta è sottoposta a uno studio scientifico come quelli per valutare le medicine, che ha dimostrato che un regime alimentare personalizzato permette dei miglioramenti.
MEGLIO NON SALTARE I PASTI. Saltare i pasti provoca una serie di 'errori' metabolici che portano a un aumento di peso localizzato a livello addominale, insomma allo sviluppo della pancetta. E' quanto emerge da una ricerca della "Ohio State Univesity" pubblicata sulla rivista "Journal of Nutritional Biochemistry". Gli studiosi hanno svolto degli esperimenti su topi in laboratorio, dando ad alcuni un unico pasto al giorno in modo che digiunassero per il resto del tempo e dando invece ad altri, considerati gruppo di controllo, libero accesso al cibo.
SI' ALLE CARNI BIANCHE. Apporto di proteine "nobili" di elevato valore biologico, specifiche vitamine tra cui quelle del gruppo B, minerali tra i quali il ferro, ridotta quantità di grassi totali con prevalenza di mono e polinsaturi. Sono alcune delle caratteristiche che rendono le carni avicole un alleato per la salute e il benessere ad ogni eta', il cui consumo, in un'alimentazione varia ed equilibrata, si associa ad effetti neutri o favorevoli sul rischio delle principali patologie degenerative: come le malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumori e il diabete. Sono le conclusioni del primo Documento di Consenso sul ruolo delle carni avicole di Nutrition Foundation of Italy (Nfi), presentato a Milano in vista della pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale "Food & Nutrition Research".
MANGIARE CIOCCOLATO FONDENTE CON MODERAZIONE AIUTA A DIMAGRIRE. Se si è a dieta ma non si vuole rinunciare alla più dolce tradizione di Pasqua, può venire in 'soccorso' il cioccolato fondente che aiuta a dimagrire se associato ad una dieta povera di carboidrati. Secondo uno studio tedesco, infatti, ne potenzia gli effetti dimagranti: abbinando alla dieta 42 grammi al giorno di cioccolato nero (81% di cacao) si perde il 10% in più di peso rispetto alla dieta 'tout court'. La dimostrazione arriva dall'istituto di dietetica e salute di Mainz, una think tank non-profit, in un lavoro pubblicato sulla rivista "International Archives of Medicine". Ed è della scorsa settimana uno studio, condotto da Daniela Jakubowicz dell'Università di Tel Aviv, che dimostra che mangiare cacao a colazione o un dolce a base di cacao aiuta a dimagrire.
SI' AI GRASSI SATURI. La Gran Bretagna si inchina alla dieta mediterranea e, dopo anni di battaglie, riabilita i grassi saturi. Secondo uno studio pubblicato dall'autorevole "British Medical Journal", ripreso oggi dai più importanti media anglosassoni, dalla Bbc al Guardian, la "crociata" contro i grassi lanciata negli anni '70 in America e poi seguita in Europa, non aveva fondamento scientifico. "Appare incomprensibile che siano state fatte queste raccomandazioni sulla dieta per 220 milioni di americani e 56 milioni di inglesi", scrive l'autore dello studio, il professor Zoe Harcombe, secondo cui la condanna dei grassi saturi "ha una bassa qualità scientifica e contiene seri rischi di tesi prevenute".
MEGLIO MANGIARE A CICLI DI NON PIU' DI 9-12 ORE. Rimanere snelli e sani semplicemente mangiando a cicli di non più di 9 o al massimo 12 ore al giorno, digiunando le altre: la speranza di aver trovato il 'Santo Gral' delle diete, l'agognata ricetta anti-obesità senza eccessiva fatica, viene da un nuovo studio del famoso 'Salk Institute' per gli Studi Biologici di San Diego in California.