Torni a casa dall’ospedale con il tuo frugolino tra le braccia e ti senti a tratti euforica e onnipotente, poi improvvisamente triste, sola e incapace. Sappi che è normale e che le gioie della maternità includono anche momenti di sconforto, sfiducia e spossatezza. La maternità senza macchia non esiste, non te l’avevano detto?
Lo racconta anche Laura, oggi mamma felice di due splendide bambine di tre e cinque anni: “Quando è nata la mia prima figlia ho passato tre giorni in ospedale in uno stato di totale euforia, aiutata e coccolata. A casa però sono arrivati gli sbalzi di umore e nei momenti peggiori credevo di essere entrata in un tunnel da cui non sarei più uscita. Poi, dopo qualche mese, seguendo alcuni consigli tutto si è sistemato”.
Il mamy blues – la malinconia post-parto - riguarda l’80% delle puerpere e si limita ai primissimi mesi di vita del bambino. Ma se diventa una vera e propria depressione post parto, più lunga e più pesante – succede nel 15% dei casi – serve il supporto di uno specialista che, con consigli e strategie mirate, può aiutare la neo-mamma a (ri)dare il giusto peso alle cose.
Nel libro “Mamme tristi. Vincere la depressione post-parto” (Erickson, 2009) la psicologa e psicoterapeuta Daniela Leveni e Daniele Piacentini, psichiatra e psicoterapeuta, danno alcuni consigli per evitare che il mamy blues si trasformi in depressione post parto.
SEI IN DIFFICOLTA', RICONOSCILO! Chi accetta l'idea di avere un problema, ha più chance di uscirne;
PENSA A UNA STRATEGIA: individua i problemi e pensa alle possibili soluzioni. Un metodo utile sono le “autoistruzioni”: trascrivete tutto su un foglietto da appendere in posti ben visibili della casa, per ricordare cosa vi fa stare bene e cosa vorreste fare;
FAI QUELLO CHE TI FA STARE BENE: un po' di shopping con il bebè nel marsupio, un caffè con le amiche, una passeggiata con tuo marito .
.. non considerarle una perdita di tempo o una forma di egoismo, ma un pit-stop di rifornimento di energie fisiche e mentali;
PERFEZIONE? NO GRAZIE: imparare a fare la mamma è come imparare un nuovo mestiere e tu stai facendo apprendistato. Non dimenticarlo mai;
CHIEDI AIUTO E SFOGATI: delega compiti, accetta l'aiuto che amici e parenti ti offrono, parla con tuo marito o un'amica del tuo stato;
LUI E' UNA RISORSA, NON UN IMPICCIO: forse tuo marito non riuscirà a mettere il pannolino in modo perfetto o a vestire bene il bebè ... ma tappati la bocca e evita di continuare a criticarlo e di pensare che solo tu sai che cosa vuole il vostro bambino! Se riesci a trattenerti ne vedrai presto i frutti: tuo marito si sentirà responsabilizzato e parteciperà attivamente alla gestione del bebè. Non solo nei primi mesi ma sempre.
Se la malinconia post parto invece di migliorare si aggrava – concludono i due autori - rivolgetevi a uno specialista che saprà consigliarvi la soluzione migliore tra: counseling individuale (colloqui di sostegno), terapia psicologica, counseling di coppia, gruppi di auto-aiuto, farmaci antidepressivi associati alla psicoterapia. Non aspettate che la depressione passi da sé, rivolgersi allo psicologo non è una sconfitta, ma il primo passo verso la soluzione.
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