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Noemi Bocchi: che cosa è la diastasi addominale, la condizione di cui soffre

di Luisa Perego - 24.02.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Noemi Bocchi, la compagna di Francesco Totti, ha appena rivelato di soffrire di diastasi addominale. Lo ha scoperto dopo anni. Sintomi, cura, esercizi

In questo articolo

"Dopo i parti ho iniziato a star male e da tutti venivo liquidata con un: hai partorito, è normale. Dopo 8 anni ho scoperto che quello che avevo ha un nome". Il nome di questa condizione è diastasi addominale.

E' la rivelazione di Noemi Bocchi, la compagna di Francesco Totti, che sui social si sfoga su questa condizione che per anni l'ha toccata. Senza sapere che cosa fosse e senza che nessuno le desse retta. Ma che cosa è la diastasi addominale? Che cosa si può fare per diagnosticarla? Per curarla?

Noemi Bocchi e la diastasi addominale

"C'è un tempo per ogni cosa... Uno per parlare e uno per tacere. Per tutta la vita ho scelto di tacere per proteggermi". Questo è l'inizio del lungo post-sfogo di Noemi Bocchi sulla diastasi addominale. E continua.

"Dopo i parti ho iniziato a star male e da tutti venivo liquidata con un: Hai partorito, è normale. Dopo 8 anni dalla seconda gravidanza ho scoperto che quello che avevo ha un nome e racchiude tutti i sintomi che ho: Soffro di Diastasi Addominale.
Ho scoperto di averla grazie ai gruppi Facebook in cui ci sono donne che con la loro testimonianza danno coraggio ad altre donne. Questa cosa mi ha colpito molto: Donne che si sostengono per superare un malessere non capito nè dalle famiglie, nè dalla società. Un intervento che passa come estetico, ma di estetico ha ben poco.

Grazie a loro ho deciso il percorso da intraprendere e con chi! I loro racconti mi hanno fatto prendere coscienza e ho deciso di fare la mia parte condividendo il mio percorso e raccontandovi anche i sentimenti... sentimenti che si generarano in tutte le donne che hanno questa patologia e si sentono rivolgere domande inopportune.

Se le donne da sole sono pura forza, insieme sono uragani!"

Il supporto di Francesco Totti

Il primo commento al post è proprio del suo compagno, Francesco Totti, che scrive senza indugio: "Ed io ti sarò vicino".

La diastasi addominale è la separazione dei due muscoli retti dell'addome che si verifica durante la gravidanza o nel post parto. E' un problema se l'allontanamento delle due fasce muscolari supera i 2-2,5 centimetri.

Le donne generalmente si accorgono della comparsa della diastasi dopo il parto, quando ci si aspetta che la pancia rientri e invece si nota una sorta di protuberanza nella parte centrale dell'addome, quando per esempio ci si solleva dalla posizione supina.

Diastasi addominale: immagini

immagine diastasi addominale

Immagine di diastasi addominale

Fonte: shutterstock

Diastasi addominale: i sintomi

Tra i sintomi che possono comparire ci sono:

  • gonfiore, soprattutto post prandiale;
  • dolore addominale;
  • disturbi digestivi o respiratori;
  • dolori alla schiena, anche al bacino, come sciatalgie e lombalgie;
  • disturbi al pavimento pelvico, incontinenza o prolasso.


La diastasi può essere anche asintomatica, ma dare problemi a livello estetico: è la stessa donna a rendersi conto di avere una parete addominale rilassata e a volte anche un gonfiore importante.

Come faccio a sapere se ho la diastasi?

  1. la separazione tra le due fasce muscolari al tatto è larga almeno 2-3 dita;
  2. la separazione si riduce molto se si aumenta la contrazione degli addominali (anche se in alcuni casi potrebbe chiudersi);
  3. si nota una piccola escrescenza.

Quando c'è il sospetto di una diastasi addominale conviene sempre approfondire la diagnosi con una visita specialistica dal ginecologo.

Diastasi addominale: come curarla

A meno che la situazione non sia documentata ed eclatante, il primo passo è quello di consigliare esercizi fisici specifici da fare a casa o assistita da un professionista per cercare di rinforzare la muscolatura addominale e quindi riprendere naturalmente il tono addominale.

Se sovrappeso, il consiglio è di rivolgersi a un dietologo o a un nutrizionista.

Diastasi addominale, come si cura. Il podcast

La prima cosa su cui lavorare è la respirazione: in posizione rilassata fare respiri profondi e vedere come si muovono la parte alta della gabbia toracica, i lati del torace e l'addome.

Questi comparti dovrebbero muoversi in maniera sincrona durante inspiro e respiro. Quello che può accadere, ed è un problema che può ostacolare la riduzione della diastasi, è il fatto che ci possa essere una espirazione con spinta addominale che interferisce con la ripresa del tono dei muscoli.

Ecco come esercitarsi nella respirazione diaframmatica:

  • Auto osservazione. Sdraiata supina si fanno respiri profondi con un cuscino sotto le ginocchia effettuando una auto osservazione. Si comincia a inspirare col naso e soffiare fuori con la bocca tenendo una mano appena sotto l'ombelico e l'altra sul torace osservando come si muovono le mani: se si muovono in maniera asincrona, come in una respirazione solo toracica, quando la pancia non si muove oppure se la pancia si gonfia quando si espira, siamo in un atteggiamento di respirazione addominale non corretta. 

  • Rilassamento del diaframma. Per aiutare il diaframma a rilassarsi proviamo a inspirare e trattenere per 2 secondi il respiro alla fine dell'inspiro. Poi, soffiamo fuori completamente l'aria con la bocca e restiamo in pausa 2 secondi. In questo modo rallentiamo il respiro, lo rendiamo progressivamente più profondo e rilassiamo il diaframma. Quando inspiriamo, tutto il tronco e il torace si espandono per fare spazio all'aria nei polmoni, il diaframma si abbassa nell'atto inspiratorio e abbassandosi in maniera spontanea l'ombelico si solleva. Quando soffiamo fuori l'aria, invece, il diaframma si alza per vuotare i polmoni e l'ombelico dovrebbe spontaneamente scendere. Questo movimento fa sì che la parete addominale si distenda e si contragga, permettendo di avvicinare i retti. La respirazione fatta bene e in maniera profonda rappresenta un esercizio addominale.

  •  Una tecnica specifica che viene usata nel caso della diastasi e sfrutta la respirazione è la tecnica ipopressiva: ma va attuata su supervisione dell'ostetrica o del professionista in grado di applicarla correttamente.

  • Quando si respira in maniera scorretta i retti tendono a essere lontani, mentre la donna si sente più contenuta e "chiusa" a livello addominale se respira bene. Questo processo di rieducazione parte dall' auto osservazione, in cui la donna comprende cosa accade nel corpo. 

  • Rinforzare il muscolo trasverso dell'addome: la donna si mette in posizione supina con una gamba distesa e l'altra piegata a 90 gradi verso l'alto. La mano corrispondente alla gamba piegata è poggiata su ginocchio: la donna inspira e poi quando soffia fuori l'aria spinge con la mano il ginocchio che oppone resistenza. In questo modo la donna dovrebbe sentire una tensione sopra il pube, sugli addominali bassi, che può percepire ponendo l'altra mano nella parte bassa dell'addome, per assicurarsi che la pancia non si gonfi, si vuoti e non spinga.

Per compiere questi esercizi occorre dedicarsi in modo costante.

Diastasi addominale: le testimonianze

Diastasi addominale dopo il parto. La mia testimonianza

Ho avuto la diastasi addominale dopo il secondo parto e sono stata molto male. Ho dovuto subire un intervento, ma dopo ho finalmente ricominciato ad avere speranza nel futuro. Sono passati quasi sei mesi e, giorno dopo giorno, sto sempre meglio e ho una pancia bellissima. Un capolavoro come la chiama il mio chirurgo.
 

"Diastasi addominale": ho un gonfiore addominale da sembrare al quinto mese di gestazione

Ho partorito due gemelli entrambi di tre kg. Una gravidanza portata al termine nonostante i miei timori. Ma dopo il parto, ancora a distanza di tempo, mi ritrovo con una pancia gonfia da sembrare al quinto mese di gestazione. Decido di far vedere il mio pancione al mio medico e grazie a lui ho avuto il verdetto finale "diastasi addominale". Ora sono in attesa di consulto con un medico chirurgo. 
 

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Soffri anche tu di diastasi addominale o credi di soffrirne? Mandaci la tua testimonianza a redazione@nostrofiglio.it .

La pubblicheremo su mammenellarete.nostrofiglio.it

 

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