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Lettera a Silvio, ai piccoli prematuri e a chi sa prendersi cura di loro

di Anna Catalano - 02.04.2020 - Scrivici

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Fonte: ©Anna Catalano
Anna Catalano, fotoreporter esperta di foto di parto, ha scattato alcune immagini a Silvio, figlio della sorella, nella terapia intensiva neonatale. Ecco la lettera che hai scritto al bimbo che, dopo la nascita prematura, a 24 settimane, ha dovuto superare numerosi ostacoli insieme ai suoi genitori Alessandra e Simone. Adesso Silvio è un bellissimo bambino di 3 anni.

In questo articolo

Anna Catalano, fotoreporter esperta di foto di parto, ha realizzato alcuni scatti alla famiglia del piccolo Silvio, suo nipote, nella terapia intensiva neonatale, catturando immagini significative e cariche di emozione. Ecco la lettera che ha scritto al nipote, che, dopo la nascita prematura, a 24 settimane e 6 giorni, ha affrontato tanti ostacoli insieme ai suoi genitori.

Oggi Silvio è un bellissimo bambino di 3 anni. 

Lettera al piccolo Silvio

A Silvio, ai piccoli prematuri e a chi sa prendersi cura di loro

Piccolo Silvio,

sei nato l'8 marzo di tre anni fa, a 24 settimane e 6 giorni. Eri lungo 32 centimetri e pesavi 770 grammi, 500 dopo il calo fisiologico. Ti hanno praticato subito la rianimazione cardio polmonare, messo in una culla termica e portato in terapia intensiva dove, per diversi giorni, hai potuto respirare grazie a un tubicino.

Il Dr. Massimo Tirantello, primario dell'UOC di patologia e terapia intensiva neonatale dell'ospedale Umberto I di Siracusa, aveva preparato la tua mamma e il tuo papà al peggio, che avrebbe potuto significare doverti lasciar andare via, o accettare che tu riportassi danni permanenti.

Cameretta di Silvio

La cameretta di Silvio quando lui era ancora ricoverato nella TIN dell'Umberto I, pronta per il suo arrivo.

Fonte: ©Anna Catalano

La tua mamma ha contratto una leucocitosi neutrofila materna, una forte infezione. Può capitare sai, la tua prematurità estrema (si dice così nei casi di piccoli che come te nascono prima della ventottesima settimana) non è dipesa da lei. Avrebbe voluto tanto che tutto andasse bene e insieme alle tue nonne si stava occupando di preparare la tua cameretta, i tuoi giochini, insomma, tutto l'occorrente per iniziare una vita nuova.

I medici e gli infermieri sono stati la tua prima grande famiglia. Mamma Alessandra e papà Simone hanno scelto di fidarsi di loro, in tutto. Si dice spesso che al sud, dove tu sei nato, gli ospedali non funzionino tanto bene, ma oltre alla struttura, sono sempre le persone a fare la differenza, sempre, e la tua storia ne è un esempio.

Alessandra e Simone

Agosto 2017. Alessandra e Simone, in una delle tante attese prima di entrare in reparto.

Fonte: ©Anna Catalano

Le difficoltà in terapia intensiva neonatale

Hai dovuto affrontare tante piccole battaglie. Broncodisplasia polmonare: vuol dire che per voi prematuri estremi è più difficile far passare l'aria negli alveoli polmonari, cioè, non riuscite a respirare da soli e per farlo avete bisogno di un aiuto.

Enterocolite necrotizzante, non riuscivi a digerire il latte e quindi non crescevi, un bel pasticcio. Così te ne hanno dato uno speciale e piano piano hai iniziato a prendere peso, a crescere. Vuol dire che le cose iniziavano ad andare meglio.

Nei mesi di ricovero, papà lavorava tanto e mamma veniva ogni giorno da te, a volte da sola, più volte al giorno. Quando eri agitato, lei ti prendeva in braccio e tu riuscivi a calmarti e a riposare.

Poi tornava a casa e tu non c'eri. Questo vuoto era quasi inaccettabile, ma sapeva che tutti questi sacrifici avrebbe avuto un senso.

Poi ad agosto un'altra crisi cardio respiratoria, ma grazie ai tuoi Dottori ce l'hai fatta di nuovo. Dopo questo episodio, la tua mamma e il tuo papà hanno voluto che tu ricevessi il sacramento del Battesimo. Zia Roberta ed io, l'altra tua zia, siamo le tue madrine, ma quel giorno d'agosto nella TIN c'erano anche alcuni degli infermieri e dei medici che ti stavano facendo crescere.

Pochi attimi, emozionanti, pieni di preghiere e di speranze che la tua mamma mi ha chiesto di raccontare facendo alcune fotografie, che sono quelle che vedi qui.

Battesimo

21 agosto 2017. Il Battesimo.

Fonte: ©Anna Catalano
Il piccolo Silvio

Silvio insieme alla sua mamma, a suo papà e alla zia Roberta.

Fonte: ©Anna Catalano

Finalmente a casa

Dopo quel 24 agosto le tue condizioni si sono stabilizzate e, dopo aver preso peso, hai potuto finalmente respirare da solo. Questa era una delle condizioni indispensabili per le tue dimissioni. È arrivato il 15 settembre, pesavi 4 chili e 600 grammi ed eri lungo 50 centimetri. Erano passati sei mesi dalla tua nascita. Quel giorno è iniziata la tua vita fuori dall'ospedale.

 Il Dr. Tirantello ti ha permesso di tornare a casa insieme a mamma e papà. Ora sono loro a prendersi cura di te in tutto.

«Noi abbiamo a che fare con persone, non con accumuli di cellule e hanno diritto di un'assistenza all'altezza. Noi rispettiamo la sacralità della vita, il responsabile non esiste in quanto tale, ma perché c'è un'organizzazione attorno a lui». Così mi racconta fiero il tuo super Dottore. La sua TIN è al primo posto in Sicilia per basso tasso di mortalità infantile età 0/30 gg.


Quando lo scorso mese insieme a te e alla tua mamma abbiamo spento le candeline per i tuoi tre anni con i tuoi dottori e i tuoi infermieri, ho capito quanto i confini tra vita professionale e personale siano spesso molto labili, da diventare quasi un tutt'uno. Quel giorno ho visto da quanto affetto vero tu fossi circondato. Per tutti loro sei stato una grande vittoria.

Queste righe e queste fotografie, caro Silvio, ho chiesto di poterle dedicare a te, alla tua storia, per ringraziare a modo mio chi ti ha permesso di essere qui con noi, con quella faccia da monello. Senza l'impegno della TIN dell'Umberto I di Siracusa forse le cose sarebbero andate diversamente.


Per fare capire alla tua mamma, mia sorella, al tuo papà e a tanti genitori che come loro vivono situazioni simili, quanto siano stati forti e lucidi nell'affrontare questi percorsi. Per capirlo io stessa, perché forse non lo avevo mai compreso abbastanza e sicuramente raccontarlo mi ha aiutata a farlo.

Poi Silvio, l'ho fatto per ringraziare la tua mamma. Quelle fotografie che lei mi ha chiesto di scattare durante il tuo Battesimo mi hanno permesso di raccontare proprio i reparti in cui nascono i bambini e quelli in cui stanno i piccoli prematuri.

La vita è davvero bizzarra, ti traccia una direzione nuova, dalle situazioni più inaspettate.

Infine, piccolo, dobbiamo ringraziare tutto il personale medico che in questo momento così delicato per il nostro Paese si sta prendendo cura di noi. Ora sei ancora piccolo, ma un giorno capirai.

Tua zia Anna

Silvio e la mamma

Marzo 2020. Silvio e sua mamma Alessandra, nella sala d'attesa della TIN.

Fonte: ©Anna Catalano
Silvio e il primario

Marzo 2020. Silvio con il Dr.Massimo Tirantello, primario dell’UOC di patologia e terapia intensiva neonatale dell'Umberto I di Siracusa.

Fonte: ©Anna Catalano

Sulla fotografa Anna Catalano

Anna Catalano
Anna Catalano

Anna Catalano è una fotografa professionista. Scatta da più di 15 anni, ha studiato fotografia e ancora oggi continua ad aggiornarsi.

Nel 2013 diventa mamma di Giulia. Da allora la sua attenzione si è focalizzata sulla maternità e sull'infanzia, raccontandola in modo autentico, cercando di fare emergere ed esorcizzare i più comuni cliché culturali e sociali legati a questo universo, in ambiti e contesti disparati e spesso difficili.

Collabora con magazine italiani, ospedali, aziende e privati.

Noi di nostrofiglio abbiamo scelto Anna per sviluppare fotoreportage di parto, a cui si dedica con professionalità, passione e grande rispetto per le persone coinvolte.

Su facebook: facebook.com/thestoriesreporter

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