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Stress materno e parto prematuro, che legame c'è? Uno studio ne svela i contorni

di Elena Cioppi - 12.01.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Parto prematuro e stress materno, che legame c'è secondo uno studio tra la salute mentale della mamma e la nascita pretermine del suo bambino.

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Lo stress in gravidanza può portare a un parto prematuro? Secondo un recente studio pubblicato su Psychoneuroendocrinology e portato avanti dai ricercatori dell'Università della California, c'è una correlazione tra parto prematuro e stress materno che non può essere sottovalutata nell'ottica di comprendere meglio le cause che portano alla nascita di neonati prematuri, ma anche dell'invecchiamento precoce che subiscono alcune persone. 

Il legame è stato approfondito da diverse ricerche, non ultima proprio quella che si chiama "Prenatal maternal stress prospectively relates to shorter child buccal cell telomere length" la quale esplora, da un punto di vista genetico, le modificazioni che lo stress può generare sul feto non solo nell'immediato, ma anche rispetto alla velocità con la quale il bambino invecchierà successivamente da un punto di vista biologico. La ricerca vuole infatti rispondere alla domanda: perché alcune persone invecchiano più velocemente? E in che modo lo stress materno, oltre a causare un parto prematuro, può accelerare l'invecchiamento di quel bambino una volta che diventa adulto? 

Parto prematuro e stress materno, correlazioni e conseguenze

Lo studio americano punta i riflettori su un fenomeno, quello dell'invecchiamento precoce, che secondo i ricercatori ha molto a che fare con la prematurità. Ma non solo: a sua volta i prematuri potrebbe avere un legame con lo stato di salute mentale della mamma e in particolare con i valori di stress in gravidanza. Valori che non hanno solo effetti a breve termine sulla serenità del periodo di gestazione, ma anche a lungo termine.

I ricercatori hanno cercato di focalizzare la loro attenzione sull'ambiente e sui fattori materni che influenzano il momento in cui un bambino viene alla luce. Il punto focale dello studio è l'analisi del telomero, una piccola parte di DNA che si trova alla fine dei cromosomi e che ne protegge le loro estremità.

La lunghezza del telomero si accorcia in relazione ad alti valori di stress materno durante la gravidanza: a sua volta questa misura ridotta, come suggeriscono i ricercatori, implica delle complicazioni nel terzo trimestre di gravidanza e anche la tendenza a invecchiare prima e a soffrire di patologie cardiovascolari per il bambino.

Lo studio ha seguito 111 mamme, dalle fasi preconcezionali fino ai primi anni dei loro bambini. Un percorso complesso che ha puntato soprattutto a capire, sul lungo termine, come i bambini (e la lunghezza del loro telomero) potesse influenzare la loro crescita. Su queste mamme coinvolte sono stati misurati i valore di stress mentre i bambini erano ancora nell'utero. Il risultato è che, a maggiore valore di stress corrisponde tendenzialmente un telomero più corto. Le ipotesi sono molte e puntano a capire come lo stress materno possa influenzare l'invecchiamento cellulare del bambino e anche indurre un parto pretermine. Le ipotesi dei ricercatori suggeriscono che lo stress, attivando una sorta di stato infiammatorio nel corpo, tende a lungo termine a danneggiare il DNA, di cui il telomere è la parte più delicata e manipolabile in assoluto. Nel processo di sviluppo del feto la replicazione cellulare avviene a ritmi serrati e ci sono dunque maggiori probabilità che queste cellule si danneggino nelle delicate fasi di crescita del bambino.

Conseguenze dello stress materno sui parti prematuri

Lo stesso gruppo di studio californiano ha poi cercato di capire se ci siano correlazioni tra parto prematuro e stress materno, ancora una volta analizzando fattori ambientali e psicologici delle donne coinvolte. Già un precedente studio dell'Università di Cincinnati ("Associations Between Maternal Lifetime Stress and Placental Mitochondrial DNA Mutations in an Urban Multiethnic Cohort") pubblicato sul Biological Psychiatry Journal aveva esplorato il rapporto tra questi due valori confermandone la veridicità.

E la conferma è arrivata anche dal gruppo di studio dell'UCLA, che ha verificato la correlazione tra alti livelli di stress materno in gravidanza e persino anni prima del concepimento e parto pretermine.

Le donne che sperimentano un periodo troppo stressante tendono a partorire prima, secondo questi approfondimenti: tendenzialmente almeno una settimana (o più) della DPP.

La scoperta più interessante, in questo senso, è quella relativa al periodo preconcezionale: i ricercatori infatti hanno notato che chi si è ritrovato in un periodo difficile prima di concepire un bambino arrivava al parto in condizioni psicologiche peggiori, anche se la situazione si era risolta da tempo. In questo interviene secondo gli esperti una minore o maggiore capacità di gestire ansia e stress che si ripercuote sul feto, oltre che sul benessere mentale materno. Sia i ricercatori di Cincinnati che quelli californiani sono arrivati dunque alla medesima conclusione: soltanto un controllo serrato dello stato di salute psicofisica materna sin dalle primissime fasi della gestazione (ma anche in epoca preconcenzionale), può ridurre o quantomeno individuare lo stress, favorendo dunque una catena di eventi positivi non solo per la donna ma anche per il bambino che porta in grembo.

Fonti per l'articolo: Psychoneuroendocrinology, "Prenatal maternal stress prospectively relates to shorter child buccal cell telomere length"; Biological Psychiatry, "Associations Between Maternal Lifetime Stress and Placental Mitochondrial DNA Mutations in an Urban Multiethnic Cohort"

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