Retinopatia del prematuro
I bambini nati prima del tempo rischiano di incorrere in una malattia che, seppur rara, non è da sottovalutare: la retinopatia del prematuro. Si tratta di un problema oculare che se non diagnosticato e curato tempestivamente porta, in tutti i casi, a un distacco della retina che può condurre persino fino alla cecità.
Cause della retinopatia del prematuro
Come si può leggere sul sito dell'Ospedale Bambino Gesù, le cause della retinopatia del prematuro sono riconducibili a 2 elementi principali:
- immaturità retinica;
- somministrazione prolungata di ossigeno terapeutico al nato prematuro.
Una normale maturazione retinica nei neonati che nascono al termine della gravidanza, prevede che i vasi sanguigni che nutrono la retina si sviluppino in senso centrifugo, dal nervo ottico centrale alla periferia, entro poco prima della nascita.
Nei prematuri, invece, tale processo dovrebbe andare a compimento fuori dell'utero dove, per far sopravvivere il neonato, si arricchisce l'aria di ossigeno. Sfortunatamente la presenza dell'ossigeno può inibire la corretta maturazione della retina portando alla formazione di vasi anomali e di un tessuto anomalo (cresta) al limite tra retina matura e immatura. La proliferazione di tale tessuto determina poi una trazione sulla retina che porta al suo distacco.
Quali sono i sintomi
IAPB Italia ONLUS - Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità, riporta che i sintomi della retinopatia del prematuro non sono sempre riconoscibili in quanto il neonato non è ovviamente in grado di riferirli.
L'unico segno di malattia che può essere evidenziato è la presenza di un riflesso bianco (leucocoria) che però può essere osservato solo nelle fasi più avanzate e gravi. Per questo motivo, è necessario che tutti i nati prematuri siano sottoposti a visite frequenti del fondo oculare durante le loro prime settimane di vita.
Diagnosi e cura
Orphanet, il portale delle malattie rare e dei farmaci orfani, sottolinea che l'incidenza della retinopatia del prematuro è in aumento a causa del numero crescente di neonati prematuri che sopravvivono fino all'infanzia, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Una prevalenza maggiore è stata riscontrata nel Sud-Est asiatico, in America Latina e nell'Africa subsahariana. È molto importante, quindi, diagnosticare per tempo questa malattia.
Come riportato dal Manuale MSD versione per professionisti, la diagnosi di retinopatia del prematuro si fa con l'esame oftalmoscopico e in tutti i bambini di peso inferiore a 1500 grammi.
Lo screening inizia a circa la 31a settimana di gravidanza e continua ogni 1-3 settimane (a seconda della gravità della malattia dell'occhio) fino a che i bambini sviluppano i vasi in periferia (in maniera equivalente al termine).
La cura
È compito dell'oculista scegliere il trattamento per anticipare l'evoluzione della malattia verso il distacco della retina, e quindi la prevenzione del danno visivo che può arrivare fino alla cecità.
A livello generale, si interviene quando la retinopatia del prematuro raggiunge il III stadio, momento in cui la retina è ancora aderente, anche se l'estensione della malattia può rendere necessario l'intervento prima che si raggiunga tale stadio.
Il trattamento più utilizzato è il laser che ha il compito di distruggere la retina periferica non matura. Un'altra terapia usata in alternativa, o in associazione al laser, è l'iniezione all'interno del bulbo oculare di un farmaco che antagonizza il fattore vascolare di crescita.
Neutralizzando tale sostanza, infatti, si inibisce l'evoluzione della cresta permettendo alla retina di progredire nella sua normale vascolarizzazione verso la periferia.
La scelta della terapia da utilizzare aspetta all'oculista in base alle sue valutazioni su ogni singolo caso.
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