La voce della mamma è un potente "antidolorifico" per i bambini e spesso riesce ad "alleviare" il loro dolore: lo si può supporre facilmente.
Una conferma scientifica di ciò è arrivata da un recentissimo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports e realizzato da alcuni ricercatori del team dell'Università della Valle d'Aosta, in collaborazione con l'Usl Valle d'Aosta e l'Università di Ginevra.
La ricerca ha verificato che i bebè, fin da quando sono nel grembo materno, imparano a riconoscere la voce della madre e che se i piccoli prematuri ascoltano le parole o il canto della mamma mentre sono sottoposti a pratiche mediche, percepiscono di meno il dolore.
Neonati prematuri, meno dolore se ascoltano la voce della mamma
Spesso i bambini prematuri restano in incubatrice a lungo e sono sottoposti a varie e complesse procedure mediche. Gli scienziati hanno lavorato su un campione di bebè prematuri dell'ospedale Parini di Aosta e hanno domandato alle mamme di essere presenti durante gli esami ematologici quotidiani.
In particolare, sono state rilevate tre fasi nell'ambito di una giornata: una prima iniezione è stata fatta in assenza della madre, una seconda con la mamma che parlava al bebè e una terza con la madre che cantava rivolta verso il neonato.
Al fine di valutare la sofferenza dei bebè, è stato adoperato il modello PIPP (Preterm Infant Pain Profile), che ha rilevato anche parametri fisiologici ed espressioni del viso.
I risultati dell'osservazione sono stati chiari ed importanti: se la madre parlava al bebè, il livello di dolore percepito dal neonato era nettamente più basso e, al tempo stesso, aumentavano i livelli di ossitocina.
La voce della mamma fa aumentare i livelli di ossitocina
Dunque, i genitori in terapia intensiva neonatale possono modulare lo stato psico-fisico e il comportamento del loro bebè prematuro non soltanto con il contatto "pelle a pelle" (marsupioterapia), ma anche mediante la voce, che innesca un forte contatto emotivo con il neonato.
È stato rilevato anche che la voce dei genitori è in grado di sostenere la stabilità fisiologica del prematuro, procurando una significativa diminuzione di eventi critici come bradicardia, apnea e ipossia, e aumentando l'insorgenza di stati di calma.
I ricercatori hanno anche messo in evidenza che se il neonato prematuro in terapia intensiva neonatale è esposto alle voci del papà o della mamma, rivela punteggi linguistici e cognitivi significativamente più alti a 7 e 18 mesi.
Infine, gli studiosi hanno evidenziato che il contatto vocale con i genitori procura la diminuzione del dolore del neonato pretermine, influenzando il sistema ossitocinergico, generando così un aumento dei livelli endogeni di ossitocina, l'ormone dell'attaccamento (collegato al dolore e allo stress).