Rispettare i ritmi dei bambini, essere regolari negli orari di nanna e risveglio, farli addormentare nel proprio lettino e non intervenire troppo quando si svegliano: se si osservano queste regole, i bambini impareranno a poco a poco ad addormentarsi da soli e dormire serenamente. Questi i consigli suggeriti ai genitori da Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro del Sonno presso l’Istituto San Raffaele di Milano.
Innanzitutto, rispettiamo i suoi ritmi! “La prima regola da osservare è proprio quella di essere regolari” premette l’esperto. “E’ importante infatti che la giornata del bebè sia scandita da ritmi ben precisi e che la regolarità sia rispettata anche negli orari della nanna: il bambino risente molto della ripetitività e della routine, che gli infondono sicurezza e lo aiutano ad addormentarsi serenamente. Nei limiti del possibile, gli orari andrebbero rispettati anche nel weekend, senza pretendere che il bambino si adatti alle nostre abitudini di adulti, andando ad esempio a dormire troppo tardi (nella speranza che dorma fino a tarda mattina!) o saltando i suoi appuntamenti intermedi con la nanna: teniamo presente che, se arriva alla sera troppo stanco, potrebbe diventare irritabile e fare ancor più fatica ad addormentarsi! Prima di stabilire gli orari della nanna, però, cerchiamo di scoprire che tipo di dormitore è nostro figlio: ognuno di noi ha infatti una sorta di orologio biologico interno, che scandisce i ritmi di sonno e di veglia. Ci sono i ‘gufi’, che amano fare le ore piccole e al mattino si risvegliano più tardi, e le ‘allodole’, che la sera crollano più presto, per poi svegliarsi all’alba. Se il nostro bambino la sera non vuole addormentarsi, può darsi che abbia un ciclo di sonno ritardato: una volta scoperto, non cerchiamo di forzarlo a tutti i costi, sarebbe inutile. Basta spostare un po’ gli orari”.
Il metodo Estivill? Un buon metodo. Anche a Luigi Ferini Strambi abbiamo chiesto cosa ne pensa del metodo Estivill. “E’ un metodo valido, che aiuta a sviluppare il meccanismo autoconsolatorio, mette cioè il bambino nella condizione di addormentarsi – o riaddormentarsi se si sveglia di notte - senza bisogno dell’adulto. Certo, se il bambino si sveglia è necessario fargli sentire la propria presenza, fargli capire che non è abbandonato, ma l’aspetto consolatorio va ridotto al minimo: va bene andare al suo capezzale, fargli una carezza, mettergli la mano sul pancino, ma senza prenderlo in braccio e cullarlo.
Insomma, cercare di interferire il meno possibile ed evitare di approfondire il contatto: il bambino deve acquisire fiducia nella propria capacità di addormentarsi da solo”.
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