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Alimentazione complementare a richiesta: cos'è, quando e come iniziare

di Sara De Giorgi - 28.08.2020 - Scrivici

autosvezzamento
Fonte: shutterstock
L'alimentazione complementare a richiesta (o autosvezzamento) è una via alternativa, molto diffusa e sempre più apprezzata, allo svezzamento tradizionale. Abbiamo chiesto al medico pediatra Lucio Piermarini, autore di "Io mi svezzo da solo!" (Bonomi) e di "Sereni a tavola" (Sperling&Kupfer), di spiegarci cos'è esattamente l'ACR, quando e come iniziare e quali cibi evitare.

Una volta c'erano le rigide tabelle dello svezzamento tradizionale, che prevedevano regole ben precise e una tempistica fissa. Ad oggi è noto che non è l'introduzione di determinati alimenti durante lo svezzamento a causare allergie alimentari ai bambini, dunque tale preoccupazione è stata scongiurata ed è stata proposta una via alternativa, sempre più famosa, basata sul concetto di alimentazione "responsiva" (che risponde cioè ai segnali e ai bisogni del bambino): l'autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta.

Cos'è l'alimentazione complementare a richiesta (o autosvezzamento)? Quando e come iniziare e con quali cibi? Quali sono gli alimenti da evitare e i rischi?

Abbiamo rivolto queste importanti domande al medico pediatra Lucio Piermarini, autore del best-seller di successo Io mi svezzo da solo! (pubblicato nel 2008), libro che propone, per la prima volta in Italia, un'interpretazione del concetto di svezzamento, e della successiva alimentazione nei primi anni di vita, innovativa e, rispetto a quella tradizionale, basata sulla qualità della relazione affettiva del bambino e sulla libertà di scelte gastronomiche della famiglia, nella cornice delle attuali conoscenze scientifiche.

Il dottore Piermarini è autore anche del libro Sereni a tavola, edito da Sperling & Kupfer, in vendita dal primo settembre 2020. Si tratta di un libro dedicato all'alimentazione del bambino, che offre una guida seria ed equilibrata su come svezzare il neonato e scegliere un'alimentazione sana ed equilibrata. L'obiettivo è quello di guidare i genitori di bimbi "che non mangiano" con buon senso, aiutandoli a fidarsi dell'autocontrollo del bambino. Inoltre, l'autore, in quest'ultimo libro, grazie a una serie di testimonianze raccolte in anni di attività professionale, illustra problematiche reali, analizzando i vissuti dei genitori, i meccanismi reattivi dei bambini, la genesi degli errori educativi, e si addentra nei casi fornendo suggerimenti specifici.

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Che cosa si intende per Alimentazione Complementare a Richiesta

L'alimentazione complementare a richiesta (ACR) è una modalità di introduzione dei cibi solidi nella dieta di un bambino che fino a quel determinato momento ha assunto solo alimenti liquidi come il latte materno o una formula sostitutiva del latte materno, ossia il latte artificiale.

Come spiega il dottore Piermarini: "Con l'ACR noi genitori andiamo ad introdurre cibi solidi nell'alimentazione di un bambino che è abituato a assumere solo latte: questa azione è definita non più svezzamento, ma alimentazione complementare a richiesta. Quest'ultima definizione chiarisce meglio il fatto che non si va a togliere il latte al bambino, ma si va invece a "complementare" il latte con altri alimenti. Ciò vuol dire che, con l'ACR, per un bambino che sta crescendo si ha un aggiustamento dell'apporto nutrizionale che rende l'alimentazione del bimbo completa, considerando sempre le sue caratteristiche individuali. La connotazione "a richiesta" è la novità della ACR.

Autosvezzamento è un termine da me coniato rapidamente nel 2001, quando fu chiesto a me e ad altri pediatri presenti al Congresso Nazionale "Confronti in pediatria di Trieste", di raccontare quali cambiamenti professionali avevano cambiato la nostra vita. Io presentai questa nuova modalità di introduzione dei cibi solidi, che avevamo cominciato a sperimentarla nel consultorio "Città Giardino" di Terni già da una decina d'anni, ottenendo ottimi risultati rispetto allo svezzamento tradizionale. Fu così che nacque il termine "autosvezzamento", che ebbe successo, ma che in realtà non spiega bene in cosa consiste tutto il processo.

Infatti, qualche anno dopo cambiammo il termine "autosvezzamento" in "alimentazione complementare a richiesta", che definisce meglio il concetto. Dunque, autosvezzamento e alimentazione complementare a richiesta indicano la stessa identica cosa, solo che la parola "autosvezzamento" è più semplice e ha preso più piede ed è spesso impropriamente e abusivamente usata. Infine, tengo a precisare che il termine "autosvezzamento" è perfettamente italiano, non è una traduzione e quindi quello che rappresenta non è d'importazione da altri Paesi".

Come iniziare l'ACR?

"Si attende la richiesta del bambino. Sembra complesso, ma in realtà il bambino già dalla nascita mangia a richiesta: la mamma gli dà il latte quando lui lo richiede.

Oggi i neonati non vengono più nutriti come si faceva in passato, erroneamente, con l'allattamento ad orario e con quantità fisse. La modalità di introduzione degli alimenti con l'ACR è sovrapponibile all'allattamento, solo che la richiesta del cibo solido avviene in un contesto di pasto familiare e consiste inizialmente in una spontanea imitazione della gestualità dei genitori.

Quando un bambino si trova davanti ai genitori che mangiano ed è in una fase del suo sviluppo adeguata per mettere in moto questo meccanismo di imitazione, in genere mostra interesse per quello che vede fare a tavola. In tal caso i genitori, tranquillamente, possono offrirgli quello che loro stanno mangiando, e permettergli di provare.

Il bambino così fa l'esperienza di un qualcosa che ancora non sa che è cibo e che però rapidamente riconosce, perché già durante l'allattamento materno ha avuto l'opportunità di sentire i sapori della dieta della famiglia tramite la presenza dei sapori e odori presenti nel latte materno e nel liquido amniotico.

A ciò si aggiunge l'apprezzamento dei genitori, che mostrano al bambino la loro soddisfazione per i suoi nuovi assaggi. Il piccolo, inoltre, inizia a capire che il cibo toglie la fame come il latte. In questo modo naturale si innamora sempre più di questa novità e inizia ad apprezzare quel cibo valutandolo positivamente soprattutto perché è quello che mangiano i genitori".

Quando iniziare?

"L'età ideale per iniziare è quella in cui il bambino ha raggiunto una maturità cognitiva e neuro-motoria tale che gli permette sia di mostrare interesse, sia di poter assumere il cibo con le posate o con le mani, ad imitazione dei genitori, sia di masticare e deglutire bene.

I genitori possono anche non capire che il bambino non è pronto al 100 per cento per l'ACR: in tal caso, se il tentativo va male, si riprova una settimana dopo o anche qualche giorno dopo.



Questa maturità globale ha una età di comparsa variabile: ogni bambino ha ritmi diversi. Ad esempio, se alcuni bambini sono pronti a sei-sette mesi esatti, altri lo sono due settimane prima e altri ancora lo saranno un mese dopo".

Quali sono i rischi?

"Il rischio più temuto è il soffocamento. C'è una letteratura internazionale che si è sviluppata quando in Inghilterra è stato pubblicato il libro "Baby-led Weaning", un libro di contenuto simile a nostro autosvezzamento, con risultati a mio parere di qualità inferiore, e pubblicato anni dopo (nessuno dei due era al corrente dell'altro).

Questo ha permesso, contrariamente a quanto è successo in Italia dove purtroppo c'è stata ostilità da subito, ai ricercatori inglesi di cominciare a fare studi scientifici su questa modalità di introduzione dei cibi solidi e si è dimostrato che in realtà era fattibile e che non c'erano rischi: anche il rischio di soffocamento non era assolutamente superiore a quello che si sarebbe potuto avere con un bambino svezzato in modo tradizionale.

Anzi, si può aggiungere anche che, mentre prima si costringevano di più i bambini restii ad accettare cibi sconosciuti, con l'autosvezzamento si mettono i bambini in condizione di decidere, di essere contenti di farlo, gli si dà il tempo di masticare e deglutire, e presumibilmente il rischio può anche essere inferiore. Attualmente sono in corso studi anche su bambini italiani".

I cibi da evitare

"I cibi da evitare sono quelli che sono stati sempre evitati anche durante lo svezzamento tradizionale, ossia

  • alimenti crudi parzialmente contaminati,
  • latte fresco in grandi quantità,
  • il miele per il rischio remoto ma possibile della tossina botulinica,
  • cibi con un potenziale tossico, ecc.

Si seguono insomma le precauzioni abituali. I genitori non dovrebbero avere precauzioni in più rispetto a quelle che normalmente sono prescritte".

Il libro "Sereni a tavola"

"Il libro Sereni a tavola è nato dal contenuto degli incontri che faccio con le mamme durante l'anno, nei quali cerco di chiarire alle famiglie tutte le controversie venute fuori da 20 anni a questa parte, cioè da quando c'è stata la massima diffusione della pratica dell'autosvezzamento.

Chiarisco, e presento le prove scientifiche, che ACR non vuol dire "il bambino fa quello che vuole", né suggerisce trucchi o strategie per far mangiare un bambino. In realtà si tratta di un libro che ribadisce la necessità di un'impostazione mentale diversa che vede il bambino come un soggetto competente da rispettare nella sua volontà in quegli ambiti, come quello dell'appetito, in cui è certo che lui ne sa più di noi.

In più c'è l'esperienza di rapporto con le tante mamme, con le quali ho intavolato una corrispondenza per correggere eventuali problemi e errori di gestione; casi reali che potranno fornire utili suggerimenti per decidere un cambiamento in caso di problemi. Ma attenzione, non aspettatevi soluzioni facili e improvvisate. Si tratta di un percorso di formazione e di riformazione di tutta la famiglia, che rifonda il rapporto con il bambino non solo nell'ambito dell'alimentazione, ma anche nelle altre modalità di interazione educativa.

sereni a tavola

Fonte: shutterstock

Aggiornato il 16.09.2020

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