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Lo svezzamento secondo il metodo Montessori

di Valentina Murelli - 28.10.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Anche quando si tratta di iniziare l'alimentazione complementare, l'insegnamento fondamentale che si può trarre dalla pedagogia Montessori è sempre lo stesso: "aiutami a fare (a mangiare) da solo". Tutte le indicazioni in un libro del Centro Nascita Montessori

In questo articolo

Meno alimenti industriali, recupero delle tradizioni e più attenzione alla qualità degli alimenti, ma soprattutto una diversa concezione del bambino, inteso come protagonista e regista sia dell'allattamento sia dello svezzamento. Sono queste, in estrema sintesi, le indicazioni che emergono dal volume Aiutami a mangiare da solo! L'alimentazione dei bambini da 0 a 3 anni, pubblicato per Il Leone Verde dal Centro Nascita Montessori. La cura è di Franco De Luca, pediatra di comunità oggi in pensione, presidente del Centro e formatore UNICEF, al quale  avevamo già chiesto chiarimenti sul tema dell'autosvezzamento.

Punto di partenza del libro è la riflessione che molte delle indicazioni sull'alimentazione dei più piccoli pervenute negli ultimi anni da autorevoli agenzie come l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'UNICEF sono del tutto in linea con il pensiero di Maria Montessori. Da qui l'idea di promuovere un'alimentazione che De Luca nel libro definisce alimentazione responsiva, sia per quanto riguarda l'allattamento (al quale è dedicato un capitolo del libro), sia per lo svezzamento.

Alimentazione responsiva, che cos'è e come funziona

Secondo quanto spiegato nell'introduzione del volume, l'alimentazione responsiva si basa su cinque punti fondamentali:

  1. alimentare i neonati direttamente e assistere i bambini più grandi quando mangiano da soli, mostrando attenzione ai loro segnali di fame e sazietà
  2. dar da mangiare lentamente e con pazienza, incoraggiando i bambini a mangiare, ma senza forzarli
  3. se i bambini rifiutano molti alimenti, sperimentare diverse combinazioni di cibo, sapori, consistenze e metodi di incoraggiamento
  4. ridurre al minimo le distrazioni durante i pasti se il bambino perde facilmente interesse
  5. ricordare che i tempi del mangiare sono anche periodi di apprendimento e di amore (parlare con i bambini durante i pasti, mantenendo il contatto occhi-occhi). 

Quali sono i principi fondamentali dello svezzamento Montessori? La risposta di Franco De Luca, in questo podcast.

Quando iniziare

De Luca ricorda che secondo OMS/UNICEF non si devono introdurre alimenti solidi e semisolidi nella dieta dei lattanti fino al sesto mese di vita compiuto (e ovviamente l'ideale per questo periodo sarebbe l'allattamento al seno).

Nonostante, questo, molti bambini iniziano a essere svezzati prima, al terzo o quarto mese.

In ogni caso, quello che è veramente importante è osservare e accompagnare i nuovi traguardi di sviluppo raggiunti dal bambino, rispondendo anche al cambiare dei suoi interessi. Per questo De Luca insiste sul fatto che bisognerebbe abbandonare il termine svezzamentoa favore dell'espressione alimentazione complementare a richiesta

Secondo le indicazioni del volume Aiutami a mangiare da solo!, solo a sei mesi compiuti diventa più facile alimentare i bambini con cibi solidi e semisolidi perché:

  • mostrano interesse verso altre persone che mangiano e cercano di raggiungere il cibo
  • amano mettere le cose in bocca
  • sono in grad di controllare la lingua e spostare meglio il cibo dentro la bocca
  • iniziano a muovere la mascelle su e giù, "masticando" anche senza denti
  • il sistema digestivo è sufficientemente maturo per iniziare a digerire alimenti nuovi e diversi

Sono invece falsi segnali, che non bastano per iniziare a proporre cibi solidi e semisolidi:

  • succhiare il pugno
  • svegliarsi durante la notte quando prima aveva smesso di farlo
  • l'aumentata richiesta di latte rispetto al solito

Che cosa dare da mangiare

"Con l'avvio dell'alimentazione complementare i genitori hanno la possibilità di trasmettere ai loro piccoli abitudini alimentari basate sull'utilizzo di alimenti utili per la crescita e per la produzione di energia, e vantaggiosi per la salute. Questo è quanto le madri hanno sempre cercato di fare nei secoli, anche quando la disponibilità di cibo era scarsa", spiega De Luca in uno dei capitoli del libro.

"I cibi sperimentati da generazioni e generazioni in contesti geografici e culturali differenti venivano adattati anche alle capacità di masticazione e deglutizione dei più piccoli. Il gusto si costruiva sulla capacità di esplorare e riconoscere i sapori dei cibi del proprio contesto sociale e, quindi, sulla possibilità per i bambini di scoprire piano piano quello che si mangiava in famiglia".

In questo senso, non ci sono grandi preclusioni rispetto agli alimenti da fornire al bambino. "Il bambino può mangiare di tutto - scrive De Luca - salvo le bevande zuccherate e gli alimenti dolci industriali, il miele prima dell'anno di vita, gli alimenti troppo salati come salumi, patatine fritte, alimenti cotti con dado e latte di mucca prima dei sei mesi di vita". (Attenzione: c'è chi ritiene che il latte di mucca sia controindicato per tutto il primo anno di vita). Da evitare ovviamente anche alcolici e bevande contenenti sostanze eccitanti. 

Per questo, il momento dello svezzamento dovrebbe essere un buon momento per tutta la famiglia per rivedere il proprio stile alimentare. 

Ma attenzione: secondo le indicazioni del libro, che il bambino possa mangiare (quasi) di tutto non significa che debba mangiare tutto contemporaneamente. Nella prefazione Grazia Honegger Fresco, allieva diretta di Maria Montessori in uno dei suoi ultimi corsi, sottolinea che per il bambino sono fondamentali ordine e continuità in momento di passaggio tra noto e ignoto come è quello dello svezzamento. Per questo sarebbe meglio evitare troppi cambiamenti tutti insieme (di sapori, consistenze, postura, persone, orari e così via). 

I principi montessoriani applicati allo svezzamento

Aiutami a fare da solo

"Aiutare un piccolo a fare da solo significa da un lato preparare minuziosamente i cibi e gli oggetti adatti, dall'altro non sostituirsi a lui in alcuna delle azioni che può fare senza il nostro aiuto" scrive Honegger Fresco. Dunque: "Non imboccarlo quando è in grado di arrangiarsi da solo con il cibo". 

Così, per esempio, "anziché mettergli il mano il biscottino, offriamoglielo su un piattino e osserviamo come reagisce: a 10-11 mesi molto facilmente lo prenderà da sé e lo metterà in bocca".

La libera scelta

E' uno dei principi montessoriani più fraintesi, perché molti lo interpretano come possibilità di fare qualunque cosa.

In realtà, come speiga Honegger Fresco "quando la Montessori ne parla, si riferisce sempre a uno scegliere liberamente entro un limite predisposto dall'adulto": non qualsiasi maglietta, ma una scelta tra due di colore diverso. Non qualsiasi gioco, ma uno fra due o tre al massimo, posti alla sua altezza, anziché buttati a caso in un cestone.

"Anche a tavola si possono mettere davanti un piattino con poca pasta (in bianco) e un altro con pezzetti di carota bollita (arancioni). Verso quale dei due cibi tenderà la sua manina?"

Fermezza

"Poche parole nitide, da ripetere allo stesso modo, pronunciate con voce che non ammette replich, ma che, al tempo stesso, non esprime irritazione o imposizione. Il no - scrive Honegger Fresco - deve avere il tono neutro della legge". 

Così, quando il bimbo rifiuta un cibo pur mostrandosi affamato il consiglio dell'esperta è di provare a dargliene un altro del tutto diverso. Se rifiuta anche questo, "portate via il piatto con gesto deciso ma non rabbioso ("va bene, mangerai più tardi") e non dategli altro, non una terza o quarta proposta, come molti fanno stimolanto il gioco del no contraddittorio". Da evitare, tuttavia, il muro contro muro.

"Al pasto seguente gli prepareremo qualcosa che di sicuro mangerà volentieri, mentre con il cibo respinto riproveremo vari giorni dopo. Cerchiamo ogni volta di decifrare i veri motivi del suo rifiuto, senza usare troppe parole, prediche, raccomandazioni, espressioni di ricatto". 

Piccole (grandi) esperienze Montessori in cucina e dintorni

"Già intorno alla fine del primo anno - scrive Grazia Honegger Fresco nel libro Aiutami a mangiare da solo! - andare al mercato, vuotare insieme la borsa delle verdure comprate, osservare la preparazione dei pasti, il lavaggio degli oggetti usati, sono tutti preludi validi dell'agire vero e proprio. E così seminare o innaffiare piantine di lattuga, erbe aromatiche, carote, pomodorini o piselli nani che finiscono poi nei piatti. Lo si può fare anche sul terrazzo.

E ancora: quando il piccolo sta seduto volontieri al tavolo potrà, con la guida paziente dell'adulto, tagliare con un coltellino adatto verdure bollite, schiacciare una patata lessa, spremere un'arancia e versarne il succo in un bicchiere, sbucciare un uovo sodo dopo averlo raffreddato...

Intorno ai due anni, inoltre, diventa molto interessante per i bambini lavare e asciugare piccole stoviglie, travasare da una brocchina o con un imbuto, impastare, mescolare, usare un passino... Cosa c'è di meglio in una piovosa domenica che preparare insieme una pizzetta, con la meraviglia del forno: "Attento! Questo non si tocca, avvicina la manina, senti com'è caldo?". 

Come può lo svezzamento essere Montessori, il podcast

Anche quando si tratta di iniziare l'alimentazione complementare, l'insegnamento fondamentale che si può trarre dalla pedagogia Montessori è sempre lo stesso: "aiutami a fare (a mangiare) da solo". Ma come può lo svezzamento essere Montessori? La risposta di Franco De Luca, in questo podcast.

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