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Svezzamento misto: non solo pappe

di Simona Regina - 29.08.2022 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Svezzamento misto: non solo pappe. L'introduzione dell'alimentazione complementare (al latte). Quando iniziare. Mangiare bene tutti insieme si può.

In questo articolo

Svezzamento? Alimentazione complementare

Partiamo dalle parole. Svezzamento (o divezzamento). Come si legge nel libro Impariamo a mangiare. Lo svezzamento giusto con il metodo Margherita (Giunti), "significano qualcosa che non ha nulla a che vedere con quanto riteniamo sia vero oggi. Esse infatti contengono il termine vezzo, voce colta per vizio, quindi entrambe significherebbero togliere il vizio". Il vizio del seno!!!!

Gli autori, i pediatri Jacopo Pagani e Andrea Vania, sottolineano che "oggi sappiamo bene che così non è, anzi sarebbe opportuno che l'allattamento al seno venisse mantenuto anche dopo l'introduzione di altri alimenti diversi dal latte". Ecco perchè l'Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di usare l'espressione alimentazione complementare.

Complementare a cosa? Al latte, che nelle prime settimane e nei primi mesi dall'inizio dei nuovi alimenti semisolidi rimane ancora l'alimento principale.

Quando iniziare?

L'OMS consiglia di aspettare i 6 mesi. "È necessario che il bambino abbia raggiunto un certo grado di sviluppo cognitivo e psicomotorio: deve poter stare seduto autonomamente, essere capace di afferrare e manipolare gli oggetti con le due mani, portarli alla bocca per mangiarli e inghiottirli, e non solo per esplorarli".

Come puntualizza nell'introduzione il pediatra Mattia Doria, della Federazione italiana medici pediatri, l'elemento chiave attorno al quale si consiglia di procedere con l'introduzione dei nuovi alimenti è rappresentato dalla richiesta del bambino e della bambina.

"È importante infatti - scrive - che genitori e nonni, accompagnati dai consigli del pediatra, valorizzino un comportamento attivo del bambino che incomincia a manifestare interesse nei confronti del cibo. Il resto viene da sè…".

Il consiglio allora? Introdurre una gamma di alimenti che permetta a bambini e bambine di imparare a sentire, gustare, riconoscere cibi, sapori e consistenze diverse. 

Non solo pappe

Gli autori consigliano di partire con le primissime pappe, sostanzialmente costituite da brodo vegetale, creme di cereali… per poi procedere con l'introduzione delle proteine (nel libro ci sono alcune ricette per realizzare pappe gustose e bilanciate).

Ma consigliano anche di favorire e promuovere, quanto prima possibile, la partecipazione del bambino ai pasti familiari, compatibilmente con lo sviluppo psicomotorio raggiunto dal piccolo e con l'interesse che mostra verso la tavola dei genitori. 

Ovviamente, i pasti dell'intera famiglia devono essere equilibrati e adattabili alle necessità del bambino.

Una raccomandazione che fanno Pagani e Vania è rispettare i tempi del proprio figlio o della propria figlia, che significa anche non costringerli a fare a modo nostro. "Prediligiamo la strada di fare a modo suo. Ogni bambino ha i suoi tempi. Non forziamolo, per esempio, a mangiare con le posate. Usiamole noi davanti a lui, e quando sarà pronto, per emulazione, inizierà a usarle".

"Diversi studi - spiega la nutrizionista Francesca Ghelfi nel libro Svezzamento senza pensieri (Vallardi) - hanno infatti mostrato che almeno fino ai tre anni di vita i bambini sono in grado di autoregolarsi sulla base dei loro segnali interni, senza essere influenzati ad esempio dalla quantità di cibo presente nel piatto. Quando non vogliono più mangiare ce lo fanno capire, più o meno chiaramente. E questo accade per effettiva sazietà oppure per stanchezza (può essere faticoso mangiare all'inizio!) e possiamo allenarci a comprendere i loro segnali per rispondere ai loro bisogni". 

Svezzamento misto

Cucinando con qualche accortezza, puntualizza Ghelfi, è possibile cucinare le stesse pietanze per tutta la famiglia, per poterle offrire in modo adeguato a inizio svezzamento e promuovere così l'autonomia a tavola del bambino. Iniziando con pasti morbidi e cremosi per passare agli assaggi di cibo in pezzi da sperimentare in autonomia. 

"Con il tempo il bambino prenderà dimestichezza con il cibo a pezzi e ne consumerà sempre di più", finché mangerà più o meno in autonomia tutto il cibo della famiglia presente in tavola.

"Ebbene sì, si può cucinare una volta sola per tutti già a partire dallo svezzamento" scrive nel libro dove, proponendo un percorso tra nutrizione e salute per l'intera famiglia, spiega come mangiare bene tutti insieme e risponde a tante domande che si pongono i neogenitori, ricordando come a partire dai primi anni 2000, parallelamente in Inghilterra e in Italia, si è iniziato a parlare di 'autosvezzamento'. "Soprattutto con l'uscita di due libri a oggi molto conosciuti, uno di Lucio Piermarini in Italia e uno di Gill Rapley in Gran Bretagna. I contenuti di questi due libri erano rivoluzionari per l'epoca, non solo perché sostenevano che i bambini potevano mangiare lo stesso cibo della famiglia, ma soprattutto perché suggerivano di abbandonare le poppate in maniera molto graduale, integrandole con piccoli assaggi di cibo e rispettando i tempi di ogni bambino". 

Anche il libro di Francesca Ghelfi è ricco di tante ricette, da condividere sin da inizio svezzamento. "Ogni ricetta è corredata da consigli pratici per renderla adeguata sin da inizio svezzamento. Per esempio, come tagliare i formati di pasta più difficili da manipolare, proporre il pasto in sicurezza, adeguare le proporzioni dei vari ingredienti, oppure come decorticare i legumi per i primi mesi".

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