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Pertosse e vaccinazione: partecipa al sondaggio dell'Ospedale Bambin Gesù

di Dottor Alberto Eugenio Tozzi Responsabile dell’area di Malattie Multifat - 08.04.2015 - Scrivici

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Negli ultimi anni l'aumento dei casi di pertosse registrati in Europa, Stati Uniti e Australia nei lattanti ha messo in evidenza che le attuali strategie di prevenzione sono insufficienti per controllare la diffusione della malattia. I bimbi piccoli al di sotto dei sei mesi di vita, che non possono ancora essere vaccinati completamente, rappresentano la fascia di età più a rischio per le complicazioni come le otiti, polmoniti, bronchiti, crisi convulsive ed encefaliti. Per migliorare le strategie di prevenzione, l'Ospedale Bambin Gesù di Roma invita a partecipare al sondaggio

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La pertosse, anche conosciuta come tosse convulsa, è un infezione provocata dal batterio Bordetella Pertussis, che ogni anno causa nel mondo circa 16 milioni di casi e 195.000 morti infantili.


L’infezione può essere inapparente, ma anche estremamente grave, specie quando il paziente è un lattante. Si caratterizza per una tosse persistente di lunga durata, accompagnata da febbre e copiose secrezioni nasali.


Dopo circa 1 o 2 settimane questo stadio evolve, la tosse diventa convulsa e si associa a difficoltà respiratore. In questa fase si possono verificare casi di vomito e apnea che può indurre cianosi, un colore bluastro della pelle.


L’infezione può interessare diversi gruppi di età, ma i bimbi piccoli al di sotto dei sei mesi di vita, che non possono ancora essere vaccinati completamente, rappresentano la fascia di età più a rischio per le complicazioni come le otiti, polmoniti, bronchiti, crisi convulsive ed encefaliti. I forti colpi di tosse possono anche causare emorragie nel naso e all’interno dell’occhio. Al di sotto dell’anno di vita, la pertosse richiede il ricovero in più della metà dei casi e può anche essere mortale.


Poiché l’immunità conferita dalla malattia naturale e dalla vaccinazione declina nel tempo, si può contrarre la malattia più volte nel corso della vita, con sintomi atipici nell’età adulta.
Nel 70% dei casi infatti, l’infezione è trasmessa al lattante dagli adulti conviventi, che hanno perso l’immunità ottenuta con la vaccinazione o che non sono mai stati vaccinati. Per ridurre la circolazione della B.Pertussis e conseguentemente i casi di pertosse neonatali, il Piano Nazionale Vaccini prevede la somministrazione di una dose di richiamo di vaccino antipertosse (dTap) per gli adulti.

L'aumento dei casi registrati negli ultimi anni in Europa, Stati Uniti e Australia nei lattanti, sottolinea che le attuali strategie di prevenzione della pertosse sono insufficienti per controllare la diffusione della malattia, rendendo la malattia un importante problema di salute pubblica.



Negli ultimi anni i ricoveri nel nostro Ospedale di piccoli con la pertosse sono cresciuti. Per questo motivo, la nostra attività di ricerca è dedicata a valutare i meccanismi che determinano l’effetto protettivo dell’allattamento al seno nei confronti della pertosse. Vorremmo comprendere meglio il ruolo degli anticorpi materni, che costituiscono le loro prime difese, nella protezione del lattante dall’infezione. Altro obiettivo è individuare i familiari suscettibili all’infezione e fonte di infezione per il neonato.

Stiamo cercando di capire come migliorare la strategie di protezione dei neonati contro la malattia Il vaccino contro la pertosse rimane sempre l’arma più importante che abbiamo che dovrebbe essere usata in tutte le fasce di età.

Per capire come migliorare le strategie di prevenzione della pertosse, l’Ospedale Bambino Gesù chiede il tuo aiuto. Se sei in gravidanza o nei 30 giorni dopo il parto, puoi partecipare a un breve questionario per indagare la conoscenza della pertosse e la relativa pratica vaccinale in tutte le fasce di età.

La partecipazione è del tutto anonima e richiederà solo pochi minuti del tuo tempo.

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Aggiornato il 16.04.2015

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