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Vaccino per la poliomielite

di Irma Levanti - 23.10.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Vaccino per la poliomielite: cos'è la poliomielite, rischi e come prevenirla. Come funziona il vaccino, quando vaccinarsi, controindicazioni

In questo articolo

Vaccino per la poliomielite

Uno dei vaccini che vengono fatti ai neonati è l'antipolio: vediamo come funziona il vaccino per la poliomielite, quando bisogna farlo e cosa è importante sapere.

La poliomielite è una grave malattia infettiva che colpisce in particolare le cellule del sistema nervoso. È causata dal poliovirus, di cui esistono tre differenti ceppi - 1, 2 e 3 – anche se probabilmente a livello mondiale l'unico ancora in circolazione è il tipo 1. Colpisce prevalentemente i bambini sotto i i cinque anni d'età.

L'infezione può essere asintomatica o manifestarsi con sintomi lievi, di tipo influenzale (febbre, affaticamento, mal di testa). In alcuni casi, però, comporta l'insorgenza di infezioni cerebrali (meningite) e paralisi che possono anche risultare permanenti (questo succede in circa un caso ogni 200). Se sono colpiti muscoli importanti per le funzioni vitali, come i muscoli respiratori, può anche rivelarsi mortale.

Quanto è frequente

Grazie al programma di vaccinazione estensiva elaborato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), oggi nel mondo la poliomielite è una malattia decisamente meno diffusa di un tempo, e intere aree – tra le quali la regione europea - sono state dichiarate completamente libere dalla poliomielite.

Secondo quanto riferito dall'Oms, si è passati da 350 mila casi nel 1988 a 22 casi nel 2017, con una diminuzione di oltre il 99%. La poliomielite è ancora presente in paesi come Afghanistan, Nigeria e Pakistan.

La regione europea è stata ufficialmente certificata "polio-free" il 21 giugno 2002: in Italia l'ultimo caso di malattia è stato registrato nel 1982. Basti pensare che non molto tempo prima, negli anni cinquanta, si contavano nel nostro paese diverse migliaia di casi l'anno di malattia.

Tutto merito delle vaccinazioni, dunque, e si potrebbe pensare che, visto il successo raggiunto, si potrebbe cominciare a interrompere la pratica della vaccinazione. In realtà non siamo ancora a questo punto: basta un solo bambino colpito per considerare la malattia - che è altamente contagiosa - ancora attiva a livello mondiale.

Tra il 2009 e il 2010, ben 23 paesi dichiarati precedentemente liberi dalla polio sono stati reinfettati per via di virus importati da luoghi dove la malattia è ancora presente.

Come funziona il vaccino antipolio

Si tratta di un vaccino inattivato, ottenuto cioè a partire da virus uccisi, e si somministra con un'iniezione intramuscolare. Esiste in forma singola oppure combinata con altri vaccini, nel cosiddetto esavalente (contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, Haemophilus influenzae tipo B, epatite B) e nel tetravalente (contro difterite, tetano, pertosse e polio).

Il calendario vaccinale prevede:

  • tre dosi nel primo anno (a tre, cinque e 11 mesi, con esavalente),
  • una quarta dose a sei anni (con vaccino singolo o tetravalente);
  • un ulteriore richiamo in adolescenza, in genere con tetravalente.

Il vaccino poliomielite è obbligatorio in italia?

In Italia il vaccino antipolio è uno dei 10 vaccini obbligatori previsti dalla legge.

Chi non deve essere vaccinato o deve rimandare la vaccinazione

La vaccinazione antipolio è controindicata nei bambini che abbiano avuto una reazione allergica grave a una dose precedente del vaccino stesso, o abbiano allergia grave nei confronti di qualunque sua componente.

L'appuntamento con il vaccino va rimandato se sono in corso malattie moderate o gravi (compreso vomito e diarrea importanti), in attesa della guarigione. Invece i bambini con malattie lievi, come raffreddore o qualche linea di febbre, possono essere vaccinati con sicurezza.

I rischi della vaccinazione antipolio

Come qualunque altro farmaco, anche un vaccino può essere causa di problemi seri, come una grave reazione allergica. Tuttavia, il rischio che il vaccino antipolio causi problemi gravi è estremamente piccolo (meno di un caso su un milione per lo shock anafilattico): la maggior parte dei bambini vaccinati non presenta alcun tipo di reazione.

Effetti più comuni dopo la vaccinazione antipolio sono dolore e arrossamento nel punto di iniezione e febbre. Considerazioni analoghe valgono per le formulazioni combinate (esavalente e tetravalente).

Vaccino Sabin

Un discorso leggermente diverso va fatto per un altro tipo di vaccino antipolio, il vaccino Sabin, ottenuto con virus attenuati (e non uccisi) e somministrato per via orale.

Questa vaccinazione comporta infatti un remoto rischio di trasmettere la malattia (si stima un caso ogni 500-600 mila dosi). Ma attenzione: non è più in uso in Italia da molti anni e dè stato ritirato tempo fa. Questo rischio, dunque, è assolutamente inesistente nel nostro paese, con il vaccino oggi in uso.

Ogni anno, il 24 ottobre, il mondo si unisce per celebrare la Giornata Mondiale della Poliomielite, un'occasione importante per riflettere sul progresso raggiunto nella lotta contro questa malattia debilitante e per rinnovare l'impegno verso l'obiettivo di un mondo senza polio. 

Fonti

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Revisionato da Francesca Capriati

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