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Adolescenti: per farsi ascoltare, meglio non utilizzare toni autoritari

di Sara De Giorgi - 01.10.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Secondo un recente studio parlare con un figlio o con una figlia adolescente, manifestando, nel tono di voce, volontà di controllo, può generare nei ragazzi una serie di emozioni negative e scarsa empatia.

Secondo un recente studio gli adolescenti rispondono meno alle richieste della madre quando queste ultime sono dette con un tono che fa emergere attitudini come pressione o controllo. Parlare con un figlio o con una figlia facendo trapelare volontà di controllo può causare nei ragazzi una serie di emozioni negative e scarsi sentimenti di vicinanza o empatia.

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La menzionata ricerca sperimentale, pubblicata sulla rivista Developmental Psychology e svolta dall'Università di Cardiff, ha coinvolto 486 maschi e 514 femmine di età compresa tra 14 e 15 anni e ha esaminato per la prima volta come questi ultimi reagiscono al tono della voce delle loro madri quando ricevono da loro istruzioni, anche quando le parole specifiche utilizzate sono - nonostante toni differenti - le stesse.

La principale autrice dello studio, la dott.ssa Netta Weinstein, dell'Università di Cardiff, ha dichiarato: «Se i genitori desiderano che le conversazioni con i loro adolescenti abbiano i massimi benefici, è importante che adoperino toni vocali di supporto. È facile che madri e padri dimentichino ciò, soprattutto se si sentono stressati, stanchi o sotto pressione».

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Dalla ricerca è emerso che i ragazzi avevano molte più probabilità di impegnarsi se ricevevano istruzioni in grado di trasmettere un senso di incoraggiamento e di supporto.

In particolare, nella maggior parte dei casi gli adolescenti che ascoltavano le madri che facevano dichiarazioni motivazionali con un tono di voce che faceva trapelare controllo rispondevano male. Al contrario, i toni che supportavano l'autonomia dei ragazzi suscitavano reazioni positive da parte degli ascoltatori, anche rispetto all'ascolto di madri con un tono di voce neutro.

I risultati, secondo i ricercatori, potrebbero essere rilevanti, oltre che per i genitori, anche per i maestri di scuola, che, usando un linguaggio più motivazionale, potrebbero influenzare maggiormente l'apprendimento e il benessere degli studenti nelle loro classi.

Il co-autore dello studio, il professor Silke Paulmann, dell'Università dell'Essex, ha aggiunto: «Questi risultati mostrano bene quanto sia potente la nostra voce e quanto la scelta del tono giusto per comunicare sia cruciale in tutte le nostre conversazioni». Gli stessi ricercatori intendono ora fare un passo avanti studiando in che modo il tono della voce può influire sulle risposte fisiologiche e quanto possono durare i relativi effetti.

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