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Bambini e schermi: un'associazione pericolosa per lo sviluppo?

di Irma Levanti - 13.02.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Secondo uno studio canadese, i bambini che a due e tre anni passano più tempo davanti a uno schermo mostrano punteggi inferiori in test di sviluppo condotti a tre e cinque anni. Da qui un nuovo invito alla cautela nell'uso di dispositivi tecnologici da parte di piccoli e piccolissimi

In questo articolo

Maggiore è il tempo che un bimbo piccolo – di due o tre anni - passa davanti a una tv, un computer, un tablet, un cellulare o una console per videogiochi, più alto è il rischio che il suo sviluppo non sia adeguato all'età. Il nuovo allarme sui rischi dell'esposizione dei piccoli e piccolissimi agli schermi digitali viene dai risultati di uno studio canadese pubblicato a fine gennaio sulla rivista Jama Pediatrics.

Lo studio in realtà non identifica un chiaro rapporto di causa-effetto tra i due fenomeni (l'esposizione agli schermi e il ritardo nello sviluppo) ma solo un'associazione, che potrebbe dipendere anche da altri fattori. Gli autori invitano comunque pediatri e operatori sanitari a informare i genitori sulle possibili conseguenze negative di un uso eccessivo di tv, tablet e simili, e a guidarli nella definizione di tempi massimi di utilizzo.

I dettagli dello studio


All'indagine hanno partecipato circa 2400 coppie mamma-bambino dell'area di Calgary, in Canada, coinvolte già durante la gravidanza in una dettagliata raccolta dati. Dopo la nascita, alle mamme è stato chiesto di rispondere periodicamente (a due, tre e cinque anni di vita del bambino) a un questionario in grado di raccogliere informazioni sia sul tempo che i bambini passavano davanti alla tv o ad altri schermi digitali, sia sul loro livello di sviluppo. A questo proposito il questionario scelto dai ricercatori permetteva di valutare lo sviluppo rispetto ad abilità:

  • di comunicazione,
  • motorie (fini e meno fini),
  • sociali,
  • di problem-solving.

Le domande hanno inoltre permesso di prendere in considerazioni altri fattori che potrebbero contribuire a modulare le abilità di sviluppo, come l'abitudine alla lettura condivisa, il tempo speso per attività fisica, la durata del riposo notturno, il tipo di stile parentale, il fatto di andare o meno al nido, il livello di istruzione materno, il livello socio-economico della famiglia.

Dall'analisi dei dati è emerso che i bambini di due, tre e cinque anni passavano davanti a uno schermo una media rispettivamente di 2,4 - 3,6 e 1,6 ore al giorno.

E che i bambini che a due e tre anni stavano più tempo davanti a tv o simili mostravano performance (leggermente) peggiori nei test di sviluppo eseguiti rispettivamente a tre e cinque anni. Non era vero però il contrario: il fatto di mostrare test meno brillanti non risultava cioè associato a un maggior numero di ore passato davanti agli schermi in età successive.

E ancora: i ricercatori hanno notato un'associazione tra maggior numero di pre passato davanti a schermi e minor tempo dedicato alla lettura e al riposo notturno.

Che cosa significa


Per come è strutturato, lo studio non è in grado di dimostrare che un uso eccessivo di schermi digitali provochi un ritardo nello sviluppo: quello che mostra è semplicemente un'associazione tra uso eccessivo e performancemeno brillanti in test di sviluppo. Performance che potrebbero essere giustificate anche da altri fattori non presi in considerazione dagli autori.

Tra l'altro, dopo la pubblicazione della ricerca vari commentatori, pur lodandone la validità generale, ne hanno messo in luce alcuni punti deboli (in alcuni casi riconosciuti dagli stessi autori): per esempio, il fatto che i dati sono raccolti a partire da testimonianze materne, che potrebbero non essere sempre attendibili, e il fatto che non ci siano distinzioni tra i dispositivi utilizzati e le modalità di utilizzo (da soli o in compagnia di genitori, per guardare programmi educativi o programmi di pessima qualità e così via).

In ogni caso, questi risultati si aggiungono ad altri che portano a conclusioni analoghe, lanciando complessivamente un allarma sulla potenziale pericolosità di un eccesso di esposizione a tv, tablet, smartphone eccetera durante la prima infanzia. Secondo gli autori, una possibile spiegazione di quanto osservato starebbe nel fatto che più tempo si passa davanti a uno schermo, meno se ne può impiegare per attività di qualità utili per la crescita e lo sviluppo come la lettura, l'interazione sociale con altri membri della famiglia e altri bambini, l'attività motoria.

Non per nulla sono molte le associazioni di specialisti che si sono pronunciati con indicazioni ben precise su questo tema. Per l'associazione americana pediatri, come pure per la Società italiana di pediatria, per esempio, meglio evitare tv, tablet e smartphone sotto i due anni, mentre tra i due e i cinque anni non bisognerebbe superare l'ora al giorno.

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