Che i più piccoli approccino fin dai primi anni le nuove tecnologie non è per forza sbagliato. Molti pediatri ritengono ormai che l'utilizzo precoce di tablet o smartphone possa stimolare certe facoltà cognitive e relazionali (magari imparando fin da subito che la nonna si può vedere anche attraverso Skype).
Il tema però è ancora ampiamente dibattuto, soprattutto per le troppe varianti sul tappeto, e proprio in questa ottica di ricerca approfondita, il Centro per la Salute del Bambino Onlus, in collaborazione con l'Associazione Culturale Pediatri, ha reso pubblico un sondaggio volto a delineare un quadro generale sulla situazione italiana.
Il sondaggio prevedeva un campione di genitori (un totale di quasi 1.500 famiglie) in parte raggiunta tramite questionari on-line e in parte contattata tramite i pediatri aderenti all'iniziativa. I genitori interrogati hanno dovuto rispondere a 18 domande pensate per cogliere «le principali caratteristiche delle famiglie raggiunte (livello socio - culturale, età e sesso dei genitori, livello di istruzione, età e sesso del bambino) e l'utilizzo dei media da parte dei bambini.»
È emerso così che la televisione, il "grande male" delle generazioni precedenti, è stata rimpiazzata dallo smartphone, il quale ha invece raggiunto il 100% di presenza nelle case dei genitori che hanno risposto on-line ai quesiti. Il tablet invece era posseduto "solo" dal 68,1% delle famiglie raggiunte sulla Rete e dal 64,9% di quelle contattate dai pediatri.
Per quanto riguarda l'uso di tali dispositivi invece, il 60% circa dei genitori lascia che il piccolo possa accedervi dopo il secondo anno di vita e la tendenza continua ad aumentare fino all'80% tra i bimbi di 5 anni compiuti.
Si è dimostrato inoltre che con il crescere dell'età, aumentava esponenzialmente anche il tempo passato con un device elettronico tra le mani.
Nelle conclusioni, i ricercatori non demonizzano tout cort qualsiasi uso delle nuove tecnologie, ma chiedono ai genitori di presentare ai propri figlia anche delle alternative di svago e apprendimento che aiutino così i piccoli ad allargare il loro ventaglio di esperienze (nonché di strumenti cognitivi).
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