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Bimbe scambiate nella culla, 20 anni dopo maxi risarcimento alle famiglie

di Concetta Desando - 10.02.2015 - Scrivici

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Fonte: Contrasto
Nel 1994 nella nursery della Clinique Internationale di Cannes due bimbe sono state scambiate  nella culla. Il Tribunale francese di Grasse ha riconosciuto in questi giorni un risarcimento di 1,88 milioni di euro così suddivisi: 400mila euro a ogni famiglia per figlia scambiata, 300mila euro per ciascuno dei genitori coinvolti nel procedimento e 60mila euro per ciascun fratello e sorella (tre in totale)  

Il Tribunale francese di Grasse ha riconosciuto un cospicuo risarcimento a due famiglie le cui figlie sono state scambiate in culla vent’anni fa. A essere condannate sono state sia la clinica di Cannes (oggi chiusa) in cui avvenne lo scambio sia la società di gestione che la controllava, che in totale dovranno sborsare 1,88 milioni di euro: 400mila euro a ogni famiglia per figlia scambiata, 300mila euro per ciascuno dei genitori coinvolti nel procedimento e 60mila euro per ciascun fratello e sorella (tre in totale). Un risarcimento decisamente inferiore alle richieste delle famiglie (che avevano domandato 12 milioni di euro) poiché non è stata accolta la richiesta di ottenere un risarcimento anche dai medici responsabili del reparto. (Guarda anche Le prime ore dopo la nascita del bambino)

La vicenda ha avuto inizio nel 1994, quando nella nursery della Clinique Internationale di Cannes, in Costa Azzurra, le due bambine (nate a pochi giorni di distanza) sono state colpite da un ittero e curate posizionando entrambe sotto le lampade UV nella stessa incubatrice. Al momento di dimettere le piccole, però, un’infermiera (che la clinica ha poi accusato, durante il processo, di essere affetta da alcolismo e depressione) ha scambiato i braccialetti identificativi, consegnando le neonate alle famiglie sbagliate. (Leggi tutto sull'ittero neonatale)

Diversi anni dopo è Sophie Serrano, madre di una delle due bimbe, Manon, a scoprire l’errore. Perché la piccola cresceva somigliando sempre meno ai suoi genitori e sempre più “a una creola”, suscitando pettegolezzi nel villaggio in cui la famiglia viveva e spingendo il marito della donna a sospettare un tradimento e a piantare in asso madre e figlia. Chiedendo però, come prova, un test genetico, che lascia sbigottiti tutti: perché Manon non risulta figlia biologica né del padre né della madre.

Dopo una serie di verifiche, la scoperta dello scambio in culla.

Ma ora che la verità è stata ristabilita, le famiglie non verranno divise: le due ventenni hanno infatti deciso di restare con i genitori che le hanno cresciute. (Leggi anche Uguale a mamma o a papà?)

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