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Coppia dell'acido: Martina Levato e il figlio sono stati separati

di Nostrofiglio Redazione - 24.08.2015 - Scrivici

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La Levato ha fatto ritorno nel carcere San Vittore di Milano. Il piccolo Achille è in una struttura protetta. I due sono stati dimessi separatamente dalla clinica Mangiagalli, dove Martina ha partorito lo scorso Ferragosto

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I due sono stati separati. Martina Levato è in carcere, a San Vittore. Suo figlio Achille, "in una comunità per soli minori, anche di tipo familiare". Questa la decisione dei giudici sul destino di Martina Levato e del figlio. La Mangiagalli di Milano ha formalizzato le dimissione appena saputo che il provvedimento era pronto.

La motivazione dei giudici? E' stata rintracciata nella Levato "l'assenza di pensiero e di sentimento rispetto alla vita". E "il progetto procreativo dei due si è sviluppato insieme al progetto criminoso che prende forma all'interno di una complessa relazione di coppia, caratterizzata da aspetti fortemente problematici e anche patologici inerenti la sfera affettiva e sessuale". Per questo motivo non vengono ritenuti in grado di potersi occupare del figlio Achille.

Achille ha lasciato la clinica alle 12.30 del 21 agosto. Solo due ore prima era stato portato dalla madre per l'ultimo incontro. La Levato ha lasciato la Mangiagalli alle 15.30. Destinazione: infermeria del carcere San Vittore, dove è detenuto anche il suo compagno.

Martina Levato e Alexander Boettcher sono entrambi condannati a 14 anni di carcere per l'aggressione con l'acido a carico di Pietro Barbini.

Il futuro di Achille

Il piccolo, 3,8 chili di peso, si trova da venerdì in una casa famiglia. Il piccolo è stato accolto in una comunità a carattere familiare fuori Milano e adatta ai neonati. Starà lì almeno fino al 30 settembre, quando si chiuderà l'indagine con cui il Tribunale dei minori di Milano si è ripromesso di valutare l'ipotesi di un possibile affido ai parenti naturali del piccolo.

Come spiega al Corriere.it Carlo Trionfi, psicoterapeuta che segue minori per l'Istituto Minotauro, i piccolissimi "hanno bisogno di attaccarsi a una figura stabile e costante di riferimento che faccia temporaneamente le veci materne". E se tale possibilità non viene garantita, spiega, "in pochi mesi possono crearsi danni evolutivi importanti". Ecco perché è stata scelta quella struttura.

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