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Elezioni americane: stanotte si saprà chi è il nuovo presidente degli Stati Uniti

di Alice Dutto - 08.11.2016 - Scrivici

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Fonte: Instagram
Donald Trump o Hillary Clinton: verso le 5 di domani mattina (ora italiana) si saprà chi dei due diventerà il 45° presidente degli Stati Uniti. Al momento, la candidata democratica è in vantaggio, ma la sfida è tutt'altro che chiusa e ci sono ancora molti stati che potrebbero cambiare le sorti della partita. Ecco la situazione nel dettaglio

In questo articolo

«Sarò la presidente di tutti, non solo di coloro che hanno votato per me» ha detto Hillary Clinton di fronte a 33mila persona riunite all'Indipendence Mall di Filadelfia. Questo se, però, riuscirà a battere l'avversario repubblicano, Donald Trump. Per ora, la candidata democratica risulta in leggero vantaggio sull'imprenditore: come riporta l'Ansa, secondo la media degli ultimi sondaggi stabilita da RealClearPolitics, a livello nazionale Clinton è in vantaggio di 3,2 punti, al 45,4%, contro il 42,2% di Trump. Ma la partita non è ancora chiusa: sono infatti molti gli stati "in bilico", che determineranno l'esito della votazione.


ELECTION DAY 2016

Election Day

45°

presidente degli Stati Uniti. Da noi, l'annuncio ufficiale della vittoria potrebbe arrivare tra le 4 e le 5 di domani mattina.

partito che avrà il controllo del Congresso

20 gennaio 2017

giuramento a Washingotn

Trump Clinton

COME FUNZIONANO LE ELEZIONI AMERICANE

​Contrariamente a quanto pensano in molti, le elezioni americane sono indirette: sono infatti

538 grandi elettori

, eletti a loro volta stato per stato, che decideranno chi sarà il nuovo presidente Usa. Per conquistare la Casa Bianca, sarà necessario avere 270 loro preferenze. Al momento, Clinton ne ha 203, mentre Trump 164, per un totale di 171 ancora da assegnare. E se alla candidata democratica basta prevalere in Florida e Pennsylvania per trionfare, all'imprenditore repubblicano servono più vittorie.

Oggi è l'ultimo giorno in cui gli americani, che hanno già cominciato a votare nei giorni scorsi, esprimeranno la loro preferenza per Hillary Clinton o Donald Trump. Di fatto, però, eleggeranno i grandi elettori affiliati a loro. Per comprendere meglio: se Clinton otterrà la maggioranza in California, verranno eletti i 55 grandi elettori dello stato che sono stati in precedenza indicati dal Partito democratico. Uniche eccezioni sono il Maine e il Nebraska, dove il sistema prevede invece un meccanismo proporzionale.
Il presidente verrà poi eletto ufficialmente il 12 dicembre dai grandi elettori a Washington. Lo spoglio del voto avverrà 15 giorni dopo in Senato e poi, il 20 gennaio 2017, ci sarà l'investitura.


SE VINCE DONALD TRUMP

programma di Donald Trump

Trattato di libero scambio nordamericano

partenariato transpacifico

annullare

programmi di lotta ai cambiamenti climatici

espulsione di “oltre 2 milioni di migranti criminali”

“controlli estremi alle frontiere”

muro al confine messicano

due anni di reclusione

clandestini espulsi che ritorneranno negli Stati Uniti

Altre iniziative verranno prese nei confronti di deputati e senatori del congresso per eliminare quella che lui descrive come la corruzione di Washington. Trump vuole anche annullare tutti i decreti firmati da Obama, che lui giudica anticostituzionali: tra questi c'è l'“Obamacare”, la riforma sanitaria che ha aumentato il numero di persone tutelate dal sistema sanitario.

L'imprenditore promette anche 25 milioni di posti di lavoro in dieci anni, con un nuovo piano economico che prevede taglie alle tasse per la classe media e le imprese.
Poco è previsto per la politica estera: anche se c'è la volontà di riavvicinarsi a Putin e alla Russia.

SE VINCE HILLARY CLINTON

Molto nutrito è anche il programma della candidata democratica, moglie dell'ex presidente Bill Clinton, madre di Chelsea Victoria e nonna di Charlotte Mezvinsky Clinton e Aidan Mezvinsky Clinton. I punti nodali sono tre: la riforma del sistema di controllo del fenomeno migratorio, un grande piano di investimenti nel settore delle infrastrutture e la gestione della crisi siriana.
Clinton ha promesso di iniziare un percorso per una “piena e uguale cittadinanza” per gli immigrati irregolari, che la vedrà impegnata in un complesso percorso di compromessi con i repubblicani e il Congresso.

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