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Femminicidi: 116 vittime in 10 mesi

di Luisa Perego - 24.11.2016 - Scrivici

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Più di una donna ogni tre giorni è stata uccisa in Italia nel 2016. La maggior parte dei femminicidi si sono verificati al nord, con la Lombardia che detiene il triste primato, 20 casi. In totale ci sono stati 4 casi in meno rispetto allo stesso periodo del 2015.

In questo articolo

Sono centosedici le donne che sono state uccise nei primi 10 mesi del 2016. Più di una ogni 3 giorni e rispetto all'anno precedente appena il 3,3% in meno (erano state 120).

Uccise da mariti, fidanzati, compagni. Perché a uccidere sono per la maggior parte uomini, uomini che hanno un legame forte con la vittima.

L'ultima, uccisia proprio la vigilia della Giornata Mondiale contro la violenza delle donne, si chiamava Elizabeth, 29 anni, strangolata dal convivente alla periferia di Monza, un italiano di 56 anni. Uccisa davanti ai due figli di lei.

(Leggi anche: contro la violenza, come educare figli maschi)

Centosedici casi dunque. Dati riportati sul report Eures, Istituto di ricerche economiche e sociali, nella ricerca "Caratteristiche, dinamiche e profili di rischio del femminicidio in Italia". Dallo studio emerge che il 53,4% dei femminicidi si è registrato al Nord e il 75,9% in ambito familiare. L'età media delle vittime è di 50,8 anni, l'arma da taglio è quella più usata (in un caso su 3). A uccidere, nel 92,5% delle volte, sono uomini.

Nel Nord, il triste primato. La Lombardia prima di tutte

Nei primi dieci mesi del 2016 è il Nord l'area geografica a più alto rischio di femminicidio, con ben 62 donne uccise (il 53,4% del totale). Al Sud sono state 31 (26,7%) e al Centro 23 (19,8%).

La Lombardia ha il triste primato di regione con il più elevato numero di donne uccise (20 nei primi 10 mesi del 2016, una ogni due settimane). Seguono Veneto (13), Campania (12, ma erano state 30 l'anno prima), Emilia Romagna (12), Toscana (11), Lazio (10) e Piemonte (10).

L'età media delle vittime di omicidio volontario in Italia nei primi 10 mesi del 2016 è di 50,8 anni.

L'assassino è uno di famiglia

Anche quest'anno la famiglia (con 88 donne uccise, pari al 75,9% del totale) si conferma principale contesto omicidiario. Meno frequenti i femminicidi tra conoscenti (6%), o quelli scaturiti da conflitti di vicinato (2,6%). Un unico caso (una prostituta di 47 anni uccisa in provincia di Bologna) è avvenuto per mano di un serial killer.

Guardando gli omicidi familiari di questi 10 mesi, il 69,7% è avvenuto all'interno di un rapporto di coppia: 43 donne sono state uccise dal coniuge/convivente; 15 da un ex coniuge/ex partner e 2 da un partner/amante non convivente.

Le figure più a rischio sono proprio le madri, le vittime sono state 14, rispetto alle figlie (5 vittime). I due motivi principali per i quali si uccide in famiglia sono il movente passionale (29,3%) e quello della conflittualità quotidiana (31,7%).

Fonti: eures, rainews.it, repubblica.it; agi.it

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