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Il dolore del papà di Aylan: ho perso tutto. Torno in Siria

di Sarah Pozzoli - 04.09.2015 - Scrivici

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Oggi si sono svolti i funerali dei due fratellini annegati a Bodrum e della mamma

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Abdullah Shenu è tornato a Kobane in Siria per seppellire i suoi ‘bambini più belli del mondo’ Aylan e Galip, di tre e cinque anni, oltre alla moglie Rehan di 35 anni. E resterà lì con loro. I funerali si sono svolti in queste ore.

Prima di partire, dopo aver riconosciuto nei giorni scorsi i corpi dei suoi cari, aveva lanciato un messaggio chiaro per i leader mondiali che faticano a trovare una risposta alla crisi dei migranti: “Fate in modo che questa sia l’ultima volta”. L’ultima tragedia. L’ultima morte inutile di un bambino. Leggi la foto choc che ha sconvolto il mondo sulla tragedia dei migranti

"Vogliamo l'attenzione del mondo su di noi, così si potrà impedire che la stessa cosa accada ad altri. I miei figli devono svegliare il mondo" Abdullah, il papà di Aylan

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Ma chi era questa famiglia in fuga dalla guerra in Siria? Secondo la ricostruzione fatta da diversi media internazionali, lui Abdullah Shenu è nato 40 anni fa a Damasco. Faceva il barbiere. Nel 2012 a causa della guerra è costretto a lasciare la capitale con la famiglia e a rifugiarsi ad Aleppo. Poi però la guerra raggiunge Aleppo e così ripartono per Kobane. Anche Kobane però diventa il centro di scontri durissimi tra i guerriglieri curdi e l’esercito dell’Isis. Per questo, papà Abdullah porta la famiglia in Turchia e da lì tenta di ottenere l’asilo politico per il Canada dove vive la sorella. La domanda però viene respinta perché i rifugiati in Turchia non sono considerati in immediato pericolo di vita.

Allora si gioca l’ultima carta: il viaggio in gommone da Bodrum in Turchia all’isola di Kos, da dove avrebbe raggiunto l’Europa e poi probabilmente il Canada. Due tentativi falliscono, il terzo è quello della notte di martedì scorso. Costo del viaggio per quattro: 4mila euro, mille euro a persona.

La famiglia viene fatta salire su un gommone di circa 5 metri. Si parte. A 500 metri dalla costa, il mare è già mosso e lo skipper si butta a mare. Il papà di Aylan è lasciato a governare il gommone che però comincia a prendere acqua. I 12 passeggeri vengono presi dal panico e la barca si capovolge.

"Tenevo le mani di mia moglie - racconta Abdullah Shenu -. I miei bambini mi sono scivolati via dalle mani. Abbiamo tentato di tenere su il gommone ma si è sgonfiato rapidamente. Era buio e tutti urlavano. Non riuscivo a sentire le voci dei miei bambini e di mia moglie. Ho cercato di raggiungere la riva seguendo le luci. Ho cercato mia moglie e i miei figli sulla spiaggia ma non sono riuscito a trovarli"

"Ho pensato che (gli altri passeggeri) fossero scappati (per la paura di essere catturati) e sono tornato a Bodrum. Quando ho visto che nessuno arrivava nel punto di ritrovo che avevamo in città sono andato in ospedale e lì ho scoperto l'amara verità".

I corpi dei due fratellini sono stati trovati da un barista locale, Adil Demirtas, che ha detto: "Sembravano ancora vivi, come se stessero dormendo e sorridendo dolcemente. Non dovevano essere stati in acqua più di un'ora."

Il papà Abdullah ha trascorso la giornata di ieri a Yerkesik dove sono i corpi dei suoi figli e della moglie. Tornerà in Turchia e da lì raggiungerà Sanliurfa sul confine siriano, prima di completare il viaggio a Kobane.

Ha detto: "I miei bambini erano i più belli del mondo, meravigliosi. Mi svegliavano ogni mattina perché giocassi con loro. Ora non ci sono più. Ora tutto quello che voglio è sedermi vicino alla tomba di mia moglie e dei miei figli".

Recep Erdogan, il presidente turco, ha detto: "Non sono semplicemente rifugiati quelli che annegano nel Mediterraneo.

E' l'umanità, l'umanità". E ha aggiunto che la Turchia sta ospitando 2 milioni di rifugiati contro i circa 200mila dei ben più floridi stati europei.

Nonostante la tragedia, i siriani continuano a tentare la sorte per raggiungere l'Europa da Bodrum. "Sappiamo che è pericoloso ma non abbiamo scelta - ha detto al Telegraph Amjad, 32 anni, in cerca di un passaggio per Bodrum -. Le nostre vite sono finite comunque in Siria. Ci sono soldati di Assad ovunque. Ci sono delinquenti e ladri. Abbiamo sempre paura. La guerra sta andando avanti da cinque anni. Ha ucciso il nostro futuro. Tutto è distrutto."

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