Il ragazzo si era impegnato molto e per questo la commissione d'esame aveva coronato la fine del suo ciclo si studio alle scuole medie con un bel "9" in pagella. Ma questo non è andato giù a mamma e papà!
Una coppia di Canicattì, in provincia di Agrigento, è infatti ricorsa al Tar di Palermo per annullare il voto ottenuto dal figlio presso la scuola Giovanni Verga, chiedendo di elevare il suo "ottimo" (equivalente al vecchio 9) ad un rotondo "eccellente" (10).
Genitori " bocciati"
I giudici però hanno respinto l'istanza e condannato la famiglia a sobbarcarsi delle spese legali (ammontanti a mille euro).
«Come noto, la scuola, nel valutare la preparazione degli alunni, non applica scienze esatte che conducono ad un risultato certo ed univoco, come si verifica ad esempio nei casi di accertamento dell'altezza di un determinato candidato o del grado alcolico di una determinata sostanza - hanno spiegato i giudici della Prima Sezione del Tar - ma formula un giudizio tecnico connotato da un fisiologico margine di opinabilità, per sconfessare il quale non è sufficiente evidenziare la mera non condivisibilità del giudizio, dovendosi piuttosto dimostrare la sua palese inattendibilità».
Insomma, il giudizio della commissione non è solo frutto di meri calcoli, ma di una valutazione complessiva e comprensiva di moltissimi fattori.
A voler vedere però, anche la stretta matematica avrebbe ridimensionato le richieste dei genitori.
«Lo studente - hanno precisato i giudici - era stato ammesso con il voto di 9/10 e aveva conseguito i seguenti punteggi: 10/10 nella prova d'italiano; 10/10 nella prova di matematica; 8/10 nella prova di francese; 8/10 nella prova d'inglese; 9/10 nel colloquio pluridisciplinare. Il voto finale di 9/10 si presenta, pertanto, coerente con quelli di ammissione e con quelli conseguiti nelle prove d'esame, tanto più che il voto di 10/10 presuppone il raggiungimento dell'eccellenza in tutte le prove».
Dalla media, non si scappa!
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