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In arrivo bonus per latte artificiale: le critiche dei pediatri ACP

di Irma Levanti - 12.12.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Approvato un emendamento alla manovra economica 2020: il bonus sul latte artificiale, erogabile fino ai sei mesi del bambino, potrà arrivare a 400 euro all'anno. Ma secondo l'Associazione culturale pediatri rischia di far diminuire l'allattamento al seno

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È stato accolto l'emendamento alla legge di bilancio in discussione in questi giorni in Senato che istituisce un bonus per l'acquisto di latte artificiale da parte di mamme che non possono allattare per ragioni mediche. Si tratta di un bonus fino a un massimo di 400 euro all'anno, erogabile fino al sesto mese di vita del neonato. Entro marzo, un decreto congiunto dei ministeri della salute e dell'economia dovrà stabilire sia i requisiti economici necessari per poter accedere al bonus, sia l'elenco delle condizioni mediche che comportano impossibilità ad allattare (compresi, dice l'emendamento, i casi di "ipogalattia e agalattia" cioè carenza o assenza di latte materno).

Sulla misura si è subito espressa in modo critico l'Associazione culturale pediatri (ACP). "Il provvedimento innalza il rischio di diminuire la diffusione dell'allattamento al seno, va contro le indicazioni di tutte le società scientifiche e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ed è in evidente contrasto con lo spirito del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno", precisa Federica Zanetto, presidente ACP.

Tutti i casi in cui non è possibile allattare

Come spiega Adriano Cattaneo, epidemiologo di ACP, "le condizioni patologiche reali che rendono impossibile l'allattamento – le uniche da considerare come destinatarie della fornitura gratuita di formula tipo 1 - sono molto rare". Le troviamo elencate per esempio nella legge regionale del Piemonte sulla fornitura gratuita di sostituti del latte materno: 

  • Infezione da HIV (sieropositività) e AIDS conclamato;
  • sieropositività al virus linfrotropo umano delle cellule T;
  • Herpes ai capezzoli;
  • epatiti in fase acuta;
  • psicosi post parto;
  • cancro della mammella;
  • alcolismo e tossicodipendenza;
  • assunzione di farmaci assolutamente controindicati;
  • agenesia mammaria;
  • mastectomia bilaterale.

Secondo quanto riferito nel testo della, l'incidenza di queste condizioni è molto bassa: circa 0,8-1 casi ogni 1000 partorienti.

Secondo ACP, dunque, la  diffusione di queste patologie non è tale da meritare un provvedimento legislativo e in ogni caso l'associazione ricorda che già varie regioni (oltre al Piemonte per esempio  Emilia Romagna, Toscana,  Friuli Venezia Giulia e altre)  forniscono formula gratis in questi casi per i primi 6 mesi.

Dove servirebbero più investimenti

Per i pediatri di ACP gli investimenti andrebbero fatti invece sul fronte opposto, cioè il sostegno diretto - anche economico, dell'allattamento al seno. "Nel Nord dell'Inghilterra - afferma Zanetto - esperienze pilota hanno incentivato l'allattamento esclusivo con sostegni economici crescenti, all'aumentare della durata dell'allattamento, per mamme sotto una soglia di reddito predeterminata, e si sono dimostrate vantaggiose anche da un punto di vista economico". E ancora: "In USA un bonus economico per la mamma che allatta, nelle famiglie a basso reddito, ha aumentato il tasso di allattamento al seno e ha fatto spendere meno soldi alle organizzazioni di welfare che devono sostenere il costo dell'allattamento artificiale".

In Italia il rischio per il neonato di non essere allattato al seno è già alto in alcune aree del Paese. "La percentuale di bambini allattati esclusivamente al seno nei primi 4 mesi passa dal 44% della provincia autonoma di Trento o dal 40% della Toscana, al 16% della Campania, al 17% della Calabria e della Sicilia". Mentre ci sono ormai vaste e solide prove scientifiche dei benefici dell'allattamento al seno nell'immediato e nel futuro del bambino (e della mamma).

"Se si vuole fare una norma che sia davvero di sostegno alle mamme e ai bambini, si investano risorse per una maggiore tutela del diritto all'allattamento al seno delle donne che lavorano, in particolare per le donne che lavorano al di fuori dei settori che tutelano questo diritto. Ci si preoccupi, piuttosto, di sostenere l'allattamento al seno che è oro colato per il neonato e si dia sostegno, soprattutto nei primi tempi dopo il parto, a tutte le mamme, in modo da poter ridurre le forti diseguaglianze ancora presenti nel nostro Paese", conclude ACP.

Bonus latte artificiale: altre posizioni critiche

Un'altra posizione fortemente critica nei confronti del bonus per il latte formulato viene da IBFAN Italia (sezione italiana della Rete internazionale di azione per l'alimentazione infantile).

In una lettera inviata ieri, 10 dicembre, al Ministro della salute Roberto Speranza (e per conoscenza al presidente del tavolo tecnico-operativo sull'allattamento al seno del Ministero stesso e al presidente dell'Istituto superiore di sanità), scrive la presidentessa Claudia Pilato:

"Il successo dell'allattamento dipende, fra le altre cose, dalla cultura della società (e oggi la nostra non è a favore all'allattamento), dalla possibilità materiale della donna di avere tempo per stare con suo figlio/a nel periodo dell'allattamento (e sappiamo che per molte categorie di donne lavoratrici non è così, oggi ancora più che nel passato), dalla preparazione ed esperienza dei professionisti su questo tema (e sappiamo che l'allattamento non è materia curriculare in nessun insegnamento e non ha molte sezioni di libri di medicina ad esso dedicato, né molti congressi in cui sia l'argomento di riferimento), dalla possibilità che hanno le ditte produttrici di sostituti del latte materno di raggiungere, anche illecitamente, le donne e i professionisti della salute con messaggi fuorvianti (e basta ripercorrere inchieste giornalistiche e reportage televisivi per ricordare quanto questo non sia raro in Italia)".

"Che il 'bonus latte artificiale', così come le donazioni di sostituti del latte materno gratuite, sia nocivo, è nozione assodata per chi si occupa di salute di mamma e bambini. Tanto che le linee guida sull'allattamento in situazioni di emergenza dell'Istituto Superiore di Sanità e quelle del Tavolo Tecnico dell'Allattamento (TAS), riprendendo quanto raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, sottolineano l'importanza di non procedere di norma con donazioni di sostituti del latte materno neanche in corso di emergenze, ma di mettere in atto tutti gli interventi a sostegno dell'allattamento". 

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