In Italia si legge poco, ma le future generazioni potrebbero invertire la tendenza.
La speranza è alimentata dalla indagine IEA PIRLS (Progress in international reading literacy study) che ogni cinque anni testa le abilità di lettura e comprensione del testo di ragazzi tra i 9 -10 anni d'età provenienti da 50 nazioni diverse sparse per il mondo.
Nel nostro Paese tale studio viene curato da Invalsi e per la raccolta dati del 2016 sono stati coinvolti circa 3.900 studenti in rappresentanza di oltre 520.000 della quarta primaria.
I risultati
Ebbene i nostri ragazzi sembrano crescere bene.
Le cifre infatti parlano di sette punti in più in lettura e comprensione rispetto a quindici anni fa, data del primo ciclo di indagine, per un totale di 548 punti, ben 18 in più rispetto alla media internazionale (ferma circa 500), il che piazza l'Italia al sedicesimo posto della classifica generale che vede in testa la Federazione Russa.
Staccate, e anche di parecchio, Germania (26esima), Spagna (31esima) e Francia (34esima), mentre gli USA ci precedono di un solo punto.
Il trend positivo in realtà era già stato evidenziato nel precedente rilevamento del 2011, quando la curva ha ricominciato ad assumere una valenza positiva dopo il tracollo del 2006, ma i dati appaiono ancor più sorprendenti alla luce del tasso sempre più incisivo di bambini stranieri, che di norma peggiorano simili perfomance non per mancanza di abilità ma per una fisiologiche difficoltà di adattamento ad una nuova lingua.
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Le cifre inoltre sottolineano per la prima volta una riduzione nella forbice di "bravura" tra femmine e maschietti, che questa volta hanno recuperato un po' di gap con le colleghe.
Note negative
Il dossier Invalsi ci consegna ancora una volta un paese spaccato a metà: se infatti i punteggi del solo Nord-Ovest porterebbero ad un balzo di ben otto posizioni, i risultati del Mezzogiorno farebbero sprofondare la nostra classifica.
Discriminanti fondamentali nel maggior successo nella lettura però non sarebbero i vari istituti scolastici, ma la famiglia di provenienza: chi ha genitori o nuclei famigliari abituati a leggere, avrà punteggi migliori e coltiverà il piacere di un buon libro.
Ultima nota dolente è invece rappresentata dalla lettura Web, una novità di questa edizione della prova IEA PIRLS. Ai ragazzi è stato infatti chiesto anche di completare due ricerche avvalendosi di differenti pagine ipertestuali discontinue. In questo test gli italiani si sono posizionati decimi su 14 Paesi partecipanti.
FONTI: IlSole24Ore; Repubblica.it
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