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L'olio d'oliva contiene una sostanza che combatte l'obesità infantile

di Sara De Giorgi - 11.01.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Secondo una ricerca svolta dai medici dell'ospedale Bambin Gesù di Roma, l'idrossitirosolo, una sostanza contenuta nell'olio di oliva, migliora lo stress ossidativo, l'insulino resistenza e la steatosi epatica nei bambini obesi e affetti da fegato grasso.  

Secondo uno studio portato avanti da medici e ricercatori dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e pubblicato sulla rivista scientifica Antioxidant and Redox Signaling, l'idrossitirosolo, una sostanza contenuta nell'olio di oliva, migliora lo stress ossidativo, l'insulino resistenza e la steatosi epatica nei bambini obesi e affetti da fegato grasso.

Purtroppo, l'obesità è uno dei principali problemi che affliggono bimbi e adolescenti di tutto il mondo.

Nei paesi industrializzati è aumentato il numero dei bambini sovrappeso e obesi e ciò ha portato anche all'aumento di casi di fegato grasso o di steatosi epatica non alcolica (NAFLD).

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Purtroppo, negli ultimi vent'anni infatti la steatosi è diventata la patologia cronica del fegato di più frequente riscontro tra i bambini del mondo occidentale. Secondo i dati scientifici in Italia ne è affetto circa il 15% dei bambini, ma si arriva fino all'80% tra i bambini obesi.

Inoltre, tra le varie cause del fegato grasso c'è l'aumento dello stress ossidativo delle cellule, che è conseguenza dell'obesità.

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Per questo studio i ricercatori si sono avvalsi dell'esperienza del Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche ed Ambientali (ChiBioFarAm) dell'Università di Messina ed in particolare del gruppo di ricerca, coordinato dal prof. Domenico Trombetta. I ricercatori e i medici del Bambino Gesù hanno condotto il primo trial pediatrico con l'uso dell'idrossitirosolo, un fenolo dell'olio di oliva con elevato potere antiossidante.

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Il problema di un'assunzione diretta è che per avere il desiderato effetto antiossidante sarebbe necessario usare grosse quantità di olio d'oliva col serio rischio di diventare obesi, poiché l'olio d'oliva è molto calorico. Attualmente, però, è possibile usare soltanto le sostanze antiossidanti dell'olio d'oliva senza avere l'effetto calorico, ma solo gli effetti benefici.

Valerio Nobili, responsabile di epatologia, gastroenterologia e nutrizione del Bambino Gesù, ha dichiarato: "Questi prodotti assolutamente naturali possono essere integrati nella dieta dei bambini obesi per combattere le complicanze dell'obesità come lo stress ossidativo (invecchiamento cellulare, danno delle pareti delle arterie e vene) l'insulino resistenza e la steatosi epatica".

Un mix prezioso di antiossidanti

Il prof. Vito Leonardo Miniello, pediatra, Responsabile U.O. di Nutrizione dell’Università di Bari e Vice Presidente Nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale - S.I.P.P.S., spiega perché l'olio d'olio è importante per i bambini.

“L’olio extravergine di oliva è ricchissimo di sostanze benefiche per la salute, in particolare di polifenoli come l’oleuropeina (presente solo nell’olio di oliva) e altri tipi di fenoli, che sono potenti antiossidanti naturali, fondamentali per prevenire alterazioni della parete vascolare che con il tempo possono provocare la comparsa di malattie” dice Miniello.


E' importante che certi antiossidanti siano introdotti con l’alimentazione sin dalla più tenera età. “Ognuno di noi infatti può avere una predisposizione verso certe patologie croniche non trasmissibili, come diabete di tipo 2, neoplasie maligne, malattie respiratorie croniche, malattie cardiovascolari e neurodegenerative: è una predisposizione scritta nel nostro corredo genetico” spiega il pediatra. “L’alimentazione delle prime epoche di vita, però, in particolare dei primi due anni, è in grado di condizionare favorevolmente o sfavorevolmente lo sviluppo e l’espressione di queste malattie. Garantirsi quindi sin dall’epoca dello svezzamento un apporto di antiossidanti consente di tenere a bada i radicali liberi, ridurre la pressione arteriosa, ridurre i livelli di trigliceridi e di colesterolo ‘cattivo’ LDL nel sangue, aumentare il colesterolo ‘buono’ HDL: tutti fattori che interagiscono tra di loro e consentono di tenere a bada i livelli di infiammazione e di ‘programmare’ nel migliore dei modi il funzionamento del nostro organismo. Sin da bambini”.

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