In Italia un minorenne su dieci ha genitori immigrati. Questo significa che un milione di under 18 cresce all'incrocio tra due mondi: quello della famiglia di origine e la società italiana.
Spesso questi minori a causa della provenienza della loro famiglia rischiano di andare incontro a discriminazioni e malintesi. Parlano da italiani (a volte con uno spiccato accento della regione in cui vivono), si vestono da italiani, vivono da italiani, ma rischiano di essere considerati stranieri. L'altro rischio è quello di dover far accettare ai familiari comportamenti "da italiani".
Per tutelare i loro diritti di persone di minore età l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza (Agia) ha formulato una serie di raccomandazioni rivolte a ministeri, regioni, comuni, servizi sociali, assistenti sociali e giornalisti.
A contenerle è un documento di studio e proposta "L'inclusione e la partecipazione delle nuove generazioni di origine immigrata. Focus sulla condizione femminile", realizzato con il supporto tecnico dell'Istituto degli Innocenti di Firenze e presentato ieri a Roma durante un convegno e una tavola rotonda promossi dall'Agia.
“Quelli di nuova generazione sono bambini e ragazzi per i quali i diritti della Convenzione di New York valgono come per tutti i loro coetanei” avverte l’Autorità garante Filomena Albano. “Fino a qualche anno fa erano soprattutto ragazzi nati all’estero. Oggi la maggioranza, sette su 10, è nata in Italia”.
- di sensibilizzare tutto il personale delle scuole di ogni ordine e grado, anche attraverso apposita formazione, al rispetto delle specificità culturali dei bambini e dei ragazzi di origine immigrata;
- di favorire, sin dalle scuole dell’infanzia, l’attuazione di progetti e di iniziative di integrazione, come ad esempio: “la settimana culturale dei popoli”, l’attivazione di spazi di incontro a disposizione delle famiglie tutte e dei ragazzi, l’estensione del temposcuola con attività socializzanti, anche nei periodi non scolastici, attraverso eventuali accordi con l’associazionismo privato;
- di favorire, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, il rafforzamento della coesione sociale e del dialogo interculturale attraverso: la capillare diffusione dei laboratori di italiano L2, anche come supporto al linguaggio curriculare, la promozione di iniziative e percorsi per l’insegnamento della cultura del Paese ospitante, l’introduzione della mediazione culturale e l’attivazione di percorsi di mediazione scolastica;
- di valutare la revisione di programmi di studio e di percorsi educativi in un’ottica interculturale;
- di adottare strumenti di valorizzazione delle competenze collegate, in particolare, al plurilinguismo e alla conoscenza di più culture;
- di migliorare i servizi di orientamento scolastico, curando che siano disponibili in tutte le scuole di ogni ordine e grado, predisponendo un adeguato supporto informativo alle famiglie e per l’espletamento delle pratiche burocratiche;
- di incentivare la promozione di una cultura della prevenzione, in termini di educazione alle relazioni e alla salute riproduttiva e sessuale, sensibilizzando i docenti e gli educatori alla promozione del dialogo su tali argomenti e sulle tradizioni e pratiche più diffuse presso le diverse culture, favorendo altresì la realizzazione di percorsi tematici dedicati, anche attraverso l’ausilio di personale socio-sanitario e tramite accordi con l’associazionismo privato;
- di invitare le scuole a curare la comunicazione anche attraverso l’uso di traduzioni, mediatori linguistici e culturali in sede di colloquio con i genitori, realizzando strategie di facilitazione.
al Ministero dell’interno
- di sensibilizzare il personale, anche attraverso apposita formazione, circa le peculiarità delle nuove generazioni di origine immigrata;
- di sensibilizzare il personale dei servizi di supporto psicologico, anche attraverso apposita formazione, circa le peculiarità delle nuove generazioni di origine immigrata;
- di favorire l’informazione sull’esistenza di sportelli di educazione alla salute e alla sessualità e di consulenza psicologica rivolti non solo alle ragazze e ai ragazzi ma anche alle famiglie, presso i consultori familiari (l. 405/1975);
- di agevolare l’accesso ai servizi, soprattutto quelli di carattere sanitario, alle famiglie delle nuove generazioni di origine immigrata attraverso la predisposizione di idonei strumenti informativi, redatti in più lingue, e personale adeguatamente formato (mediatore culturale);
- al Ministero della salute di favorire, attraverso l’adozione di specifiche azioni, la realizzazione delle presenti raccomandazioni destinate alle Regioni;
- di sensibilizzare il personale, anche attraverso apposita formazione, circa le peculiarità delle nuove generazioni di origine immigrata;
- di prevedere idonei spazi di confronto interculturale e di attivare percorsi di mediazione sociale e di comunità;
- di prevedere un concreto supporto alla genitorialità, nel rispetto dell’identità culturale, anche attraverso iniziative e percorsi per l’insegnamento dell’italiano e della cultura del Paese ospitante;
- di agevolare l’accesso ai servizi alle famiglie delle nuove generazioni di origine immigrata attraverso la predisposizione di idonei strumenti informativi, redatti in più lingue, e personale adeguatamente formato (mediatore culturale);
- di prevedere servizi di accompagnamento anche per consentire la frequenza di attività extrascolastiche: sport, musica, danza, teatro, laboratori, ecc.;
- di sensibilizzare il personale, anche attraverso apposita formazione, circa le peculiarità delle nuove generazioni di origine immigrata;
- di prevedere un concreto supporto alla genitorialità nel rispetto dell’identità culturale;
- di favorire attraverso l’adozione di specifiche azioni la realizzazione delle presenti raccomandazioni destinate ai Comuni e ai servizi sociali competenti;
al Consiglio Nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali (CNOAS)
- di sensibilizzare, anche attraverso apposita formazione, gli assistenti sociali circa le peculiarità delle nuove generazioni di origine immigrata;
- di incentivare una revisione del linguaggio, delle narrazioni, dell’approccio, avvalendosi anche degli stessi immigrati o delle nuove generazioni di origine immigrata come testimoni privilegiati.
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