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Neonata morta a Catania: ecco che cosa non ha funzionato

di Nostrofiglio Redazione - 26.02.2015 - Scrivici

Il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha riportato alla Camera dei deputati le principali criticità riscontrate nel caso della neonata di Catania. Questo è quanto rilevato: posti in terapia intensiva neonatale utilizzati in modo inappropriato, inadeguata formazione del personale della casa di cura, mancata attuazione del protocollo del trasporto neonatale in emergenza

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In seguito alla morte della neonata di Catania, il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha riportato alla Camera dei deputati le principali criticità riscontrate dalla task force ministeriale chiamata a verificare eventuali problemi organizzativi. Ecco i 3 punti principali:

  1. L'assenza di un efficace sistema di governance per la sicurezza dei punti nascita.
  2. La mancata attuazione nella provincia di Catania del protocollo relativo al trasporto neonatale in emergenza.
  3. Con riferimento alla casa di cura: la scarsa capacità, anche a causa di un'inadeguata formazione del personale sanitario, di procedere nell'immediatezza alla stabilizzazione del neonato.

Le unità di terapia intensiva neonatale sono spesso usate in modo inappropriato

Il ministro ha voluto sottolineare che i posti letto nelle unità di terapia intensiva di neonatologia (UTIN) in Sicilia sono 114, numero superiore a quello fissato a livello nazionale, che è pari a 80. Perché allora la piccola Nicole la notte del 12 febbraio non ha trovato un posto disponibile? Dalle prime verifiche sembrerebbe che non sempre questi letti vengono usati in maniera appropriata.

Il problema è che i punti nascita di primo livello in Sicilia non risultano in grado di fronteggiare alcune situazioni di emergenza, così si trasferisce il neonato in una struttura di secondo livello (cioè nelle unità di terapia intensiva di neonatologia). Conseguentemente, si crea una situazione paradossale per cui le strutture di secondo livello devono in parte gestire, in modo del tutto inappropriato, le emergenze che dovrebbero invece essere affrontate già nelle strutture di primo livello.

Leggi anche: Punti nascita poco sicuri se ci sono meno di 500 parti all'anno

Unità di crisi per fare chiarezza

Il ministro ha quindi ribadito nell’ultima interrogazione l’intenzione di affiancare e coadiuvare la regione per mettere in atto i protocolli necessari a garantire la sicurezza dei cittadini, farlo in tempi brevi, farlo in modo sicuro e trasparente, in modo che i risultati saranno resi noti a tutti, agli operatori sanitari, ai pazienti e alle istituzioni.

Quindi il ministro ha annunciato di istituire una unità di crisi proprio per fare le ispezioni nei casi di malasanità per fare chiarezza tempestivamente su alcuni elementi di criticità.

In Italia si garantisce un'assistenza ad altissimo standard

Infine il ministro, anche per rassicurare le tante mamme in attesa di partorire in tutta Italia, ha ricordato che nel nostro Paese si garantiscono livelli essenziali di assistenza ad altissimo standard. In Italia nascono ogni giorno migliaia di bambini. "Vorrei che questo facesse capire a tutti che c’è una grande attenzione, nessuno sta sottovalutando il problema, ma dobbiamo anche cercare di affrontare con serenità il momento” ha detto il ministro.

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