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Non siamo dipendenti dagli smartphone, ma dall'interazione sociale

di Sara De Giorgi - 08.03.2018 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Una ricerca sull'uso della tecnologia intelligente ha svelato che la dipendenza da smartphone è causata dal normale desiderio di interazione umana. Infatti, le app che hanno più successo sono quelle che fanno leva sul desiderio umano di connettersi con altre persone. Però, non è escluso che l'iperconnettività porti invece a dipendenze malsane.

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Un nuovo studio sull'uso della tecnologia intelligente ha rivelato che le funzioni per smartphone che hanno più successo sono quelle che fanno leva sul desiderio umano di connettersi con altre persone. Infatti, i risultati di questa ricerca, pubblicati su Frontiers in Psychology, suggeriscono che la dipendenza da smartphone potrebbe essere una questione di 'ipersocialità' e non di 'antisocialità'.

"Ultimamente ci sono ansia e confusione attorno a questo argomento", ha affermato il professor Samuel Veissière, del Dipartimento di Psichiatria della McGill University (Canada). "Con il nostro studio abbiamo cercato di offrire alcune buone notizie e di dimostrare che è il desiderio di interazione umana a creare dipendenza dalla tecnologia intelligente. Per questo motivo, ci sono soluzioni semplici per affrontare il problema".

"Conosciamo tutti persone che, apparentemente incapaci di vivere senza il loro telefono per più di pochi minuti, controllano continuamente cosa fanno gli amici sui social media". Questo comportamento - causato dalla dipendenza da smartphone - è considerato da molti 'antisociale'.

Il professor Veissière ha spiegato che il desiderio di guardare e di monitorare gli altri - ma anche di essere visti e monitorati dagli altri - è profondamente radicato nel nostro passato. Gli esseri umani si sono evoluti per essere una 'specie sociale unica' e richiedono un input costante da parte dei loro simili al fine di identificare un comportamento culturalmente appropriato. Questo, per gli esseri umani, è anche un modo di trovare significato, obiettivi e un senso di identità.

Insieme a Moriah Stendel, sempre del Dipartimento di Psichiatria di McGill, il professor Veissière ha esaminato, attraverso una prospettiva evolutiva, la letteratura corrente sull'uso 'disfunzionale' della tecnologia intelligente. I ricercatori hanno scoperto che le funzioni per smartphone più avvincenti attingono tutte al desiderio umano di connettersi con altre persone.

Le sollecitazioni 'sane' degli smartphone possono diventare una dipendenza malsana

Però, mentre gli smartphone sfruttano un sano bisogno di socialità, Veissière ha sottolineato anche che il ritmo dell'iperconnettività spinge il sistema di reazione del cervello a moltiplicare la sua velocità e ciò può portare a dipendenze malsane.

"Ad esempio, negli ambienti postindustriali in cui gli alimenti sono abbondanti e disponibili da subito, il nostro desiderio di grassi e di zuccheri può facilmente essere stimolato da una 'inarrestabile velocità'. Ciò può portare a obesità, diabete e malattie cardiache (...). Allo stesso modo, nel sociale il bisogno di ricompense immediate legate all'uso dello smartphone può produrre un 'teatro maniacale di monitoraggio' ipersociale", hanno scritto gli studiosi nella loro pubblicazione.

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Disattivare le notifiche e impostare i tempi giusti per controllare il telefono può fare molto per permettere a tutti di riguadagnare il controllo sullo smartphone. La ricerca suggerisce che sono necessarie anche politiche lavorative "che vietano le e-mail serali e del fine settimana".

"Occorre sensibilizzare sul modo appropriato di utilizzare gli smartphone", ha ha evidenziato il professor Veissière. "I genitori e gli insegnanti devono essere consapevoli di quanto sia importante ciò".

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