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Salmonella e altro: crescono in Europa le infezioni alimentari

di Irma Levanti - 22.12.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Secondo l'Autorità europea per la sicurezza alimentare nell'ultimo anno c'è stato un lieve aumento nella Ue dei casi di infezioni alimentari, malattie che nelle donne in gravidanza possono mettere a rischio lo sviluppo fetale. Occhio quindi a cosa si mangia, anche in occasione delle feste in arrivo.

In questo articolo

Dopo anni di costante declino, nel 2016 sono tornate a crescere in Europa alcune infezioni alimentari

- quelle veicolate da cibo contenente microrganismi patogeni come i batteri Salmonella, Listeria e Campylobacter - anche se restano ancora da chiarire i dettagli di questa inversione di tendenza.

 

Questi, in sintesi, i dati del Rapporto annuale su zoonosi e malattie trasmesse da alimenti appena pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di Parma.

 

I dati del rapporto Efsa

Prendiamo l'infezione da Salmonella enteritidis, il ceppo di salmonella responsabile del maggior numero di casi di salmonellosi: tra il 2014 e il 2016 in Europa i casi sono aumentati del 3%, esattamente come è aumentata la presenza del batterio nelle galline ovaiole degli allevamenti (dallo 0,7% all'1,2%). Se questo è il quadro europeo - "preoccupante", secondo le autorità - va precisato che in Italia il numero di infezioni da salmonella è rimasto sostanzialmente stabile rispetto agli anni passati.

 

Ricordiamo che i principali veicoli di salmonellosi sono carne, uova e latte crudi o non pastorizzati, pesce affumicato o crudo, molluschi crudi.

Trend analogo per i casi di infezione da Campylobacter che, di nuovo, interessano in particolare carne di pollo e derivati: in crescita in Europa - circa il 6% in più rispetto al 2015 - ma sostanzialmente stabili in Italia.

Più preoccupante, invece, il dato relativo a Listeria monocytogenes, che può contaminare formaggi a pasta molle, erborinati e a crosta fiorita, latte crudo o non pastorizzato, pesce (soprattutto affumicato) e carne cruda. Si tratta infatti di un patogeno meno frequente, ma che può causare i maggiori problemi in termini di salute pubblica: nel 2016 ha portato al ricovero in ospedale la stragrande maggioranza (97%) delle persone segnalate dai presidi sanitari come colpite da questa infezione, causando 249 decessi (soprattutto tra gli anziani) su 2536 casi. Per Listeria, la crescita delle infezioni rispetto al 2015 è stata di oltre il 9%, un andamento registrato anche in Italia.

Infezioni alimentari, le conseguenze

Ma che cosa può accadere se si consumano alimenti contaminati? In molti casi le conseguenze sono limitate: sintomi lievi o moderati (crampi addominali e diarrea, nausea o vomito, mal di testa, talvolta febbre), che possono durare da poche ore a un paio di giorni.

A volte, però, le conseguenze possono essere anche più gravi, in particolare nel caso di Listeria: a rischio sono soprattutto alcune categorie di persone, come bambini, anziani, persone debilitate e donne in gravidanza, nelle quali le infezioni alimentari possono mettere a rischio anche la salute del feto. Listeria, per esempio, può causare aborto o parto prematuro, mentre Salmonella può compromettere lo sviluppo fetale.

Ecco perché chi aspetta un bimbo dovrebbe sempre prestare molta attenzione a quello che mette nel piatto. Anche in occasione delle festività in arrivo, perché alcune specialità tipiche - tartine al salmone affumicato, insalata russa, vitello tonnato o crema al mascarpone preparati con maionese fatta in casa con uova fresche, gorgonzola - potrebbero nascondere qualche insidia.

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