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Scoperta l'origine della febbre: sarà più facile creare i giusti farmaci

di Nostrofiglio Redazione - 28.08.2014 - Scrivici

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La febbre è la risposta a un'infiammazione causata dalle prostaglandine, acidi prodotti dai vasi sanguigni del cervello per attivare una risposta da parte del corpo. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’università svedese di Linköping. E grazie alla loro ricerca, sarà possibile sviluppare farmaci in grado di alleviare alcuni sintomi fastidiosi della febbre da altri più utili per la guarigione. 

Dolori articolari, mal di testa, occhi irritati, stanchezza e mancanza di appetito: sono solo alcuni dei sintomi che, insieme alla febbre, ci avvertono che è in atto un'infezione. E, con un po' di paracetamolo scompaiono tutti. Ma non sempre è positivo che tutti spariscano.

La febbre compare infatti come conseguenza di un’infezione presente nell'organismo. Come hanno scoperto i ricercatori dell’università svedese di Linköping, a far salire la temperatura sono le prostaglandine, acidi prodotti da due enzimi presenti nei vasi sanguigni del cervello e che individuano un'infiammazione in corso. Le prostaglandine passano la barriera-sangue cervello e si spostano in seguito nell’ipotalamo, area dove si trova il "termostato" del nostro corpo, che fa innalzare la temperatura.

Questo perché la febbre è un meccanismo di difesa dell'organismo, che fa funzionare meglio le nostre ‘sentinelle’ e deprime virus e batteri, facendo sì che si diffondano meno. Ecco perché non va vista come una ‘nemica’, ma come un’ amica.

"Forse ha senso inibire la perdita di appetito, ma avere la febbre. In caso infatti di una infezione seria, la febbre è positiva," sostiene David Engblom, docente di neurobiologia alla Linköping University che ha partecipato alla ricerca.

La ricerca quindi "dimostra che le sostanze responsabili della febbre si formano nella barriera sangue-cervello e da nessun'altra parte. Conoscere queste informazioni può essere utile per sviluppare farmaci in grado di alleviare alcuni sintomi dell'infezione. Ma non tutti" continua Engblom.

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