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Una tassa sullo zucchero per combattere l'obesità

di Irma Levanti - 17.10.2018 - Scrivici

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Fonte: Piotr Malczyk / Alamy / IPA
Dovrebbe riguardare le bevande zuccherate e la chiede una campagna del sito ilfattoalimentare.it con una lettera aperta al Ministro della salute. Già raccolto pieno sostegno da parte di varie società scientifiche

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Una tassa sulle bevande che contengono troppo zucchero

. È quella che, in linea con quanto già succede in molti altri paesi, chiede anche per l'Italia una campagna appena avviata dal sito ilfattoalimentare.it, con una lettera aperta al Ministro della salute Giulia Grillo, inviata ieri (16 ottobre).

L'appello ha già raccolto il sostegno di varie società scientifiche - Società italiana di diabetologia, Associazione nazionale dietisti, Slow Medicine e, per quanto riguarda l'ambito pediatrico, Società italiana di pediatria preventiva e sociale ed European Childhood Obesity Group – e di numerosi medici, dietisti, nutrizionisti e altri operatori del settore.

Sugar tax, che cos'è


Come spiega un dossier sull'argomento preparato da ilfattoalimentare.it, "si tratta di una tassa sulle bevande ad alto contenuto di zuccheri aggiunti, imposta dallo Stato alle aziende che producono o confezionano bibite zuccherate, per scoraggiarne la produzione e il consumo, in modo da contrastare sovrappeso e obesità".

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, un incremento di prezzo del 20% può portare a un riduzione dei consumi sempre del 20%. In Italia si tratterebbe di un aumento di circa 16 centesimi di euro per litro di bibita. Ma attenzione: l'effetto positivo della tassa sulle bevande zuccherate non dipende solo dal fatto che, costando un po' di più, se ne consumano un po' meno.

"Il vero successo della sugar tax - precisa il dossier - consiste nella sua capacità di convincere i produttori a ridurre il contenuto di zuccheri nelle bibite per sottrarsi all’imposta". Così, per esempio, si vede che in Gran Bretagna, dove la tassa è già applicata, bevande come Fanta e Schweppes contengono da 4,5 a 4,9 grammi di zucchero per 100 ml di prodotto, contro gli 8,9-11,8 grammi dell'Italia.

E benefici ulteriori li si ottengono se lo Stato reinveste i proventi della tassa in programmi di salute pubblica destinati proprio a migliorare la qualità dell'alimentazione (e dell'attività fisica) dei cittadini, a partire dai bambini.

Epidemia di obesità


Tutto nasce da un fatto ormai ben noto, cioè il dilagare, in tutto il mondo, delle condizioni di sovrappeso e obesità. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel 2016 risultavano in sovrappeso e obesi rispettivamente 2 miliardi e 650 milioni di adulti, e complessivamente ben 340 milioni di bambini e ragazzi tra 5 e 19 anni.

In Italia, tre bambini di età scolare su dieci sono obesi o in sovrappeso: cifre che ci collocano tra i paesi con più alto tasso di obesità e sovrappeso infantile in Europa, superati solo da Grecia e Spagna. E per quanto riguarda gli adulti, i dati dicono che nel nostro paese quasi un italiano su due (il 45% circa) ha un problema di “chili di troppo”.

La questione non è estetica, ma di salute. Sovrappeso e obesità sono ormai infatti definitivamente riconosciuti come fattori di rischio importanti per diabete - che colpisce oggi circa 4 milioni di italiani - malattie cardiovascolari e alcune forme di cancro, come il tumore del seno e il tumore del colon-retto. Ecco perché il peso degli italiani non è solo una faccenda privata, individuale, ma una questione di interesse pubblico, considerati i costi di queste malattie per il Servizio sanitario nazionale.

Lo zucchero sul banco degli imputati


Se l'epidemia di obesità rappresenta un problema, una tassa sulle bevande zuccherate può rappresentare una possibile soluzione. Il fatto è che lo zucchero, fondamentale per il nostro organismo se assunto in quantità adeguate, diventa un rischio per la salute se assunto in eccesso. E le bevande zuccherate sono proprio una delle principali fonti di zucchero di una dieta scorretta.

Il consumo di zucchero è associato proprio all'aumento di peso oltre che al rischio di carie, considerata la più comune malattia infettiva cronica dell'infanzia, che interessa in Italia il 20% dei bambini tra due e cinque anni e il 43% circa dei bambini di 12 anni. E alcuni dati sembrano indicare un ruolo dello zucchero anche nell'insorgenza di diabete e di malattie cardiovascolari, indipendentemente dal peso corporeo.

Ecco perché vari organismi sanitari internazionali e società scientifiche hanno fissato un tetto a quelli che dovrebbero essere i consumi massimi di zucchero giornalieri. Per l'Oms non più del 10% dell'apporto energetico totale o, meglio ancora, non più del 5% di questo apporto dovrebbe provenire ogni giorno da zuccheri liberi. Si tratta di quegli zuccheri (fruttosio, glucosio, saccarosio, sciroppo di glucosio o di fruttosio), che vengono aggiunti a cibi o bevande durante le preparazioni industriali o casalinghe, oppure naturalmente presenti in miele, sciroppi, succhi, concentrati e puree di frutta.

I cardiologi dell'American Hearth Association indicano di non superare i 25 grammi al giorno (circa 6 cucchiaini) di zuccheri aggiunti per bambini e adolescenti e di evitarli del tutto sotto i due anni. Inoltre, raccomandano di non consumare più di una bevanda zuccherata alla settimana. Più o meno in linea anche la posizione dell'Espghan, Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatriche, che per bambini e adolescenti fissa un tetto che va dai 3,5 ai 7 cucchiaini al giorno per le femmine e dai 4 ai 9 cucchiaini al giorno per i maschi. E di nuovo suggerisce di sostituire le bevande zuccherate tipo bibite gassate o frullati rispettivamente con acqua o latte (non zuccherato).

Perché tassare le bevande zuccherate


Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Istituto superiore di sanità riferiti nella lettera aperta de ilfattoalimentare.it, il consumo di zuccheri semplici in Italia ammonta a circa 100 g al giorno pari al 20,7% delle calorie assunte: almeno il doppio di quanto consigliato dall’Oms. Il consumo di bevande zuccherate in Italia è stimato intorno a 50 litri procapite all'anno, con un apporto di zuccheri pari a circa 12 grammi al giorno.

Secondo l'Oms, l'introduzione di una tassa sulle bevande zuccherate è una misura efficace nel ridurne il consumo, contribuendo così a diminuire la diffusione di obesità e diabete. Per questo, l'organizzazione invita i governi a introdurre un'imposta di questo tipo: invito raccolto finora da una ventina di paesi, tra i quali Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Messico, Cile, Norvegia, Belgio.

Ora ilfattoalimentare.it si fa promotore di una campagna per portare la questione all'attenzione anche del nostro governo. Lo stesso presidente dell'Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi si è detto favorevole all'iniziativa. Perché le prove scientifiche a disposizione dicono che "una tassa sullo zucchero abbinata a politiche educative e al sostegno dei redditi delle fasce deboli basati su incentivi all’acquisto di prodotti alimentari salubri come frutta, verdura e cereali, funziona”.

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