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Torino: dopo 4 anni papà ritrova il figlio rapito dalla mamma

di Luisa Perego - 12.09.2016 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Aveva poco meno di due anni quando è stato portato dalla sua mamma in Croazia. Poi, i due, sono spariti, nonostante le ricerche del padre. Oggi, il piccolo Cesare ha quasi 7 anni, parla solo croato e dovrà ricominciare tutto da capo. Il padre, Alessandro Avenati, è stato intervistato da La Repubblica e confessa: "Spero che mi riconosca".

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Un anno e otto mesi. Era così piccino Cesare quando è stato portato via dalla mamma da Moncalieri, in provincia di Torino. La donna, Nina Kiluz, 42 anni, ora in arresto con l'accusa di sottrazione di minore, l'aveva messo su un traghetto. Direzione: Croazia.

Non si era dato pace Alessandro Avenati, 49 anni, il padre del bambino e ha combattuto per cinque lunghi anni per ritrovarlo. prima in tribunale poi con l’aiuto dell’ufficio interforze del Servizio cooperazione internazionale di polizia della Criminalpol.

Quattro anni fa, nel 2012 due diverse sentenze del Tribunale dei minori di Torino e della Croazia avevano deciso per l’affidamento di Cesare al padre. Ma proprio da allora Nina, la madre, era diventata latitante e aveva fatto sparire anche Cesare. Complici, i parenti di lei.

Venerdì scorso, la svolta nel caso: la donna si è costituita.

Oggi Cesare ha quasi 7 anni, parla solamente il croato e in Italia, con il papà, dovrà ricominciare una vita da zero.

L'uomo è stato intervistato da larepubblica.it. «Non sarà facile, ma impareremo a conoscerci», ha confessato emozionato.

L’ultima volta che Alessandro ha visto suo figlio era il 27 luglio 2012 durante il processo per l’affidamento, quando gli avvocati della moglie avevano cercato di farlo passare per un padre inadeguato. Da quel giorno sono passati più di quattro anni, quattro anni senza avere sue notizie. Tanti per in bimbo così piccino. Il pensiero infatti del padre? E' preoccupato. «Sì, e sono preoccupato che non mi riconosca, che non sappia più che sono il suo papà - confessa a Repubblica. - Voglio rendere il suo ritorno il meno traumatico possibile ma ci saranno tante cose da fare. Dovremo cominciare a conoscerci di nuovo, dovrà imparare l’italiano. A casa comunque è tutto pronto».

E se sua madre vorrà vederlo ancora?

E se la madre vorrà vederlo, ecco la risposta dell'uomo: «Non voglio che nessun altro subisca quello che ho passato io, nemmeno la donna che me lo ha portato via per sei anni.

Cesare non si merita di rivivere un incubo simile. La madre potrà vederlo quando uscirà di prigione, potrà venire in Italia e ci incontreremo. Di sicuro non le lascerò la possibilità di portarselo via un’altra volta. Sarò sempre presente».

Per leggere l'intervista integrale, l'articolo su larepubblica.it

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