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Piemonte: in vacanza con i bambini in Val D'Ossola

di Nostrofiglio Redazione - 22.11.2012 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Oggi la nostra famiglia reporter ci porterà in Piemonte, tra valli, altipiani, cime e ghiacciai. Direzione: Val D’Ossola

Un suggestivo (e quasi incontaminato) angolo di Piemonte, tra valli, altipiani, cime e ghiacciai... È la Val D'Ossola, un'ampia zona che include 7 valli (Anzasca, Antrona, Bognanco, Divedro, Antigorio-Formazza, Isorno e Vigezzo, a cui si aggiunge la Val Grande), e si raggiunge comodamente da Milano.

E non è poco per chi vive nella città lombarda, come noi, e desidera concedersi un weekend in montagna... Soprattutto se uno dei compagni di viaggio ha 3 anni e non ama i percorsi lunghi in auto (ma neanche in treno o in aereo) a meno che ci siano frequenti soste per 'sglanchirsi'...

Partiamo, con calma, verso ora di pranzo - anche perché ci siamo ridotti a preparare i bagagli, all'ultimo momento! - e il piccolo Aris, sazio ed eccitato, mette insieme a tempo record due sacche stracolme di libri e camioncini 'da montagna'.

Saliamo in auto, imbocchiamo l'autostrada (Milano-Varese A8), poi il raccordo Alessandria-Gravellona-Toce (A26), dove si esce e si prende la superstrada che percorre tutta la valle fino alla Svizzera.

Il paesaggio è davvero affascinante. In alcuni punti, la strada si restringe e sembra di essere sospesi in mezzo alle nuvole e alle rocce, tra pareti scoscese, macchie di sempreverdi, e alberi in tutte le tonalità del ruggine e dell'oro che si riflettono sulle cime più alte e innevate.

In meno di 2 ore, senza accorgercene ('Questa strada non fa gomitare... però mi fa male l'orecchio!), arriviamo in Valle Anzasca.

Qui, si trova Macugnaga, la stazione turistica più gettonata e attrezzata Dell'Ossola (1.327 m), ai piedi della maestosa parete est del Monte Rosa, composta da un insieme di piccole frazioni.

Noi decidiamo, però, di fermarci a pernottare in un agriturismo un po' più in basso rispetto a Mucugnaga, a Calasca Castiglione: una posizione 'strategica' per visitare anche qualche altra valle della grande Ossola.

In ogni caso, in tutta questa zona, ci sono residence (ideali per un soggiorno di almeno una settimana), B&B e hotel adatti a famiglie con bimbi piccoli a prezzi per ogni tasca.

Certo, forse novembre non è proprio il mese ideale... Consideriamo questa mini-vacanza una sorta di 'prova' per studiare le reazioni di Aris. Lui gradisce la montagna d'estate, quando può stare sempre all'aria aperta ma non ha sperimentato il freddo tra i monti e le giornate brevi, in cui all'ora di merenda è buio e si deve rientrare.

Attenzione alle chiusure invernali!

L'incertezza sul periodo, purtroppo, si rivela corretta: il tempo è molto volubile e il cielo un po' grigio in questo primo pomeriggio ossolano e scopriamo che è 'bassa stagione' (sinonimo, ma non lo sappiamo ancora, di :'tutto chiuso').

'Non c'è in giro quasi nessuno... Perché non è tempo di castagne e neanche di neve' – si lamentano con noi un paio di abitanti mentre beviamo un caffè in un tipico bar-ristorante-chalet sulla strada verso la Miniera D'Oro della Guia, la nostra prima destinazione turistica.

L'antica miniera, inaugurata nel 1710, si trova nei pressi di Borca, una minuscola frazione, comunque ben segnalata da cartelli e indicazioni sulla strada tra Macugnaga e Piedimulera (chi pernotta a Macugnaga deve scendere verso valle).

Penso che la visita possa incuriosire Aris che ha già (in parte!) un animo da ingegnere come suo papà e fa mille domande su tutti i tipi di tecnologia. Ecco perché l'esplorazione 'tecnica' e naturalistica della miniera, tra le gallerie con affioramenti di filoni di pirite aurifera e attrezzi, mi pare un'ottima idea...

Ma ci attende una sgradevole sorpresa: la Miniera è chiusa per tutto l'inverno, apre solo su prenotazione da parte di un gruppo di 15 adulti paganti. Per fortuna, il posto è carino, Aris sopporta di buon grado la delusione. Si guarda intorno e cerca subito di arrampicarsi su una staccionata di legno per ammirare il torrente che si trasforma in una cascatella.

Qui, vicino allo spiazzo delle Miniera, scopriamo la fonte Scheber da cui sgorga acqua freschissima e buonissima (con proprietà organolettiche di alta qualità, attestate dall'Università di Pavia come recita il cartello).

Pare che sia così 'famosa' nei dintorni (e non solo) che molti ci vengano apposta per fare rifornimento. E, proprio mentre il piccolo cerca di bere (ovviamente bagnandosi tutto!), arriva un'auto, con targa svizzera, da cui scendono madre e figlia: ci sorridono e, alla velocità della luce, riempiono decine di bottiglie.

Nei pressi della fonte, parte anche il sentiero per il laghetto della fate (il cartello indica 25 minuti) che ci hanno consigliato come passeggiata carina. Proviamo a incamminarci con il piccolo poco convinto. Il primo tratto è un po' in salita ma piuttosto largo e certo adatto ai bimbi (a partire da 2 anni e mezzo, basta che non siano pigri!) ma nel giro di un quarto d'ora, l'opposizione del nostro pargolo diventa totale (mi rifiuto di prenderlo in braccio in salita al suo grido: ('Sono staanco, coccole!') e ci arrendiamo.

La famiglia reporter

 

Ciao a tutti! Siamo Marzia, giornalista professionista e Fabio, ingegnere elettrico, piemontese per nascita e milanese da circa 4 anni! Il nostro bambino si chiama Leonardo Aris, ma lo chiamiamo sempre solo Aris (e spesso topo), ha 3 anni ed è vivace e molto curioso. Assolutamente conservatore per il cibo, sembra che abbia ereditato la passione per i viaggi (a patto che ci siano parchi gioco e castelli), e la lettura...

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