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Parodontite: la prevenzione comincia subito

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La parodontite è non solo una delle patologie più diffuse in Italia, ma è anche collegata ad altre pericolose malattie sistemiche. Ecco perché la prevenzione è decisiva, sin da piccoli.  

«Mamma, mi esce sangue dai denti». La mamma va in bagno, verifica e rassicura il piccolo: anzitutto a sanguinare non sono i denti, gli spiega, ma le gengive. E poi aggiunge: «Stai tranquillo, può capitare: succede anche a me». E tutto sembra a posto.

Sembra, ma potrebbe non esserlo. Le piccole perdite di sangue dalle gengive possono essere il sintomo di una parodontite, cioè quella patologia che normalmente chiamiamo piorrea e che alla lunga porta alla perdita di tutti i denti.

La parodontite è caratterizzata da un’infezione batterica che colpisce il parodonto, cioè l’insieme delle strutture che sostengono i denti. In Italia è decisamente diffusa: nel soffre più del 60 per cento della popolazione, parte della quale (tra il 10 e il 14%) in forma particolarmente grave. La causa della patologia risiede in batteri e virus che alterano il microbiota del cavo orale, provocando un’infiammazione delle gengive più o meno grave a seconda della qualità e della quantità degli agenti responsabili.

La parodontite, inoltre, non è una patologia circoscritta all’ambiente orale, ma si collega a numerose malattie sistemiche, in gran parte ancora da approfondire. I legami più noti sono con il diabete e le sindromi metaboliche (dove la relazione è bilaterale), con le malattie cardiovascolari, con le patologie neurodegenerative. polmonari, renali, oculari, otorinolaringoiatriche, osteoporosi. Non meno importante - anzi - è il suo legame con ventidue forme oncologiche: ne sono un esempio il carcinoma del pancreas (con un rischio di insorgenza doppio) e il carcinoma del colon-retto (associato quasi sempre alla presenza nel tratto di intestino interessato del Fusobacterium Nucleatum, tra i principali microrganismi causanti la parodontite).

Diagnosticare e intervenire in ritardo in casi di parodontite può quindi portare alla conseguenza di cui abbiamo detto poc’anzi: ritrovarsi senza denti.

Poche regole, ma decisive

Pensare che sia presto per interrogarsi sulle conseguenze di quel sangue dalle gengive dei vostri figli è scorretto: la prevenzione, infatti, è decisiva sin dai primi anni di vita del bambino.

Le cliniche EDN, specializzate nel trattamento per la risoluzione definitiva della parodontite, hanno elaborato alcune semplici regole che, applicate già dalla tenera età, si rivelano utilissime nel tenere lontana la patologia. Sono cinque passaggi, tanto semplici quanto importanti:

1- Iniziare la prevenzione in età scolare. Già all’età di 6 anni, infatti, spuntano i primi molari e avviene la permuta degli incisivi. È fondamentale insegnare ai bambini le tecniche base di igiene orale e a operare un efficace controllo della placca. È utilissima anche una visita di valutazione ortodontica, per la prevenzione delle malocclusioni e di eventuali difetti ossei.

2- Controllare con attenzione lo stato delle gengive dopo l'eruzione dei denti definitivi. Se sono edematose, arrossate e sanguinanti, è opportuno fare una visita specialistica da un parodontologo. Come abbiamo detto, il sanguinamento delle gengive, indipendentemente dalla sua frequenza o entità, è un fortissimo indizio di una parodontite attiva.

3- Effettuare l’igiene professionale almeno ogni 4/6 mesi. Nel caso di bimbi, poi, la frequenza va correlata alla loro capacità di spazzolarsi correttamente: se è difettosa, si possono aumentare le sedute.

4- Effettuare tempestivamente le sigillature di denti con solchi profondi e recettivi per la carie.

5- Eseguire alla pubertà un test di rischio per la valutazione dei fattori genetici che determinano lo sviluppo della parodontite. Se c’è di sanguinamento gengivale si consiglia anche un test enzimatico.

La terapia definitiva

La parodontite è dunque un problema importante, ma per il quale tuttavia esiste una soluzione definitiva e indolore. Si tratta della terapia biologicamente guidata, che si contrappone ai cicli terapici tradizionali come alternativa decisamente più evoluta. I primi, infatti, sono basati sulla chirurgia, che comporta lo scollamento delle gengive dalle radici dentali tramite bisturi e la pulizia radicolare a cielo aperto. Questo tipo di trattamento è doloroso e costringe spesso il paziente a lunghi e fastidiosi decorsi post-operatori, senza assicurare una guarigione definitiva.

La terapia biologicamente guidata si fonda invece su un approfondito percorso diagnostico - costituito, tra gli altri elementi, da analisi biomolecolari di laboratorio - che consente di capire i fondamenti biologici della malattia, predirne eventuali sviluppi ed elaborare trattamenti personalizzati che mirino alla remissione totale della patologia. Parliamo in particolare di sedute di terapia meccanica, dirette a eliminare l’infezione con l’ausilio del microscopio operatorio, e di sedute di laser che debellino l’infiammazione e stimolino la rigenerazione naturale dell’osso.

Microscopio operatorio, laser e analisi biomolecolari fondano dunque il protocollo non invasivo, che approssima allo zero l'impatto chirurgico sul paziente, riducendo inoltre l'utilizzo di medicinali antibiotici. Gli studi clinici documentano che l'applicazione di questo protocollo produce risultati eccellenti sia nella riduzione della carica batterica sia nella regressione della malattia.

Dove si applica questa terapia?

Tra le realtà più specializzate nei trattamenti non invasivi per la cura della parodontite emerge la rete di cliniche specializzate EDN-IMI. Fondata da Francesco Martelli, la rete è formata da centri dedicati alla ricerca dell’eccellenza nel campo delle alte tecnologie e dei trattamenti innovativi in tutte le procedure odontoiatriche (diagnostiche e terapeutiche), in particolare in casi molto complessi quali sono le parodontiti aggressive e le perimplantiti.

Per il raggiungimento di tale scopo, il network si avvale di un team di odontoiatri e igienisti dentali formati e selezionati attentamente per le loro qualità umane e professionali. Lo staff medico è formato specificamente sull’utilizzo del microscopio operatorio e del laser, cioè l’avanguardia tecnologica nelle cure parodontali.

Il protocollo terapeutico adottato dalle cliniche EDN-IMI si basa su una forte sinergia tra un sofisticato approccio diagnostico e alcune tra le più rivoluzionarie terapie non invasive. La garanzia fornita al paziente è quella di un impatto chirurgico notevolmente ridotto e un conseguente recupero post-operatorio più rapido e meno traumatico possibile.

Dopotutto, una cura che sia davvero tale non deve trasformarsi nell’inizio di una nuova catena di problema, ma essere la soluzione definitiva alla malattia.

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